IO, B. C., PER FORZA DI COSE, DIVENTO UN “DEICIDA”.

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PARAGRAGO N. 37

Io, B. C., siccome non sopporto e non tollero il fatto che Dio – Padre abbia ucciso suo figlio senza motivo e senza uno scopo razionale e giustificabile, per forza di cose, devo punire Dio – Padre per aver commesso un “figliocidio”. Non si capisce perché Dio – Padre, onnisciente e onnipotente, abbia dovuto uccidere suo figlio per salvare l’umanità. Non è comprensibile che Dio – Padre immoli il figlio per liberare l’umanità dal peccato originale commesso da Adamo ed Eva. In questo modo Dio – Padre ha tolto all’umanità la possibilità di usare e di praticare l’uso del suo libero arbitrio, senza l’intervento divino. Invece, Dio – Padre impose la crocifissione e la morte di Gesù Cristo, senza che ce ne fosse bisogno, perché la sua morte e la sua resurrezione erano previste e programmate nella sua Divina Provvidenza. Io, B. C., penso che l’umanità si debba salvare con le sue sole forze, pratiche e immaginative, con le sue capacità, inventive e artistiche, con la sua intelligenza, pragmatica e ingegnosa, e con le sue scienze capace di comprendere il mondo e di svelare i misteri dell’Universo. Io, B. C., penso e spero che l’umanità debba riuscire a salvarsi da sola, adoperando tutta la sua genialità oppure l’umanità si autodistruggerà da sola. Dante Alighieri, ragionando su questa problematica ha dato la sua interpretazione e la sua opinione, nel canto VII del Paradiso. Secondo Dante Alighieri, l’umanità, da sola, non sarebbe mai riuscita a salvarsi, sia per il suo peccato originale e sia per la sua superbia. L’umanità si abbassò tanto che, disobbedendo a Dio, non poteva più rialzarsi e giustificarsi e chiedere perdono; per questo motivo Dio ha escluso l’umanità dalla possibilità di potersi salvare da sola. A questo punto, Dio – Padre, per dare un dono all’umanità, decise di immolare il figlio e così redimere tutta l’umanità. Siccome, io, B. C., non capisco e non comprendo questo atto di generosità e di cortesia di Dio, perché mi sembra che questo dono sia stato un dono ininfluente, superfluo, inutile, infruttuoso, inefficace, caduco, effimero, irrito e vano, allora mi tocca uccidere Dio – Padre, quindi mi tocca fare un “deicidio”. Infatti, l’umanità, dalla morte di Gesù Cristo, è rimasta tale e quale, come era prima della immolazione del figlio di Dio. L’umanità è stata, è sarà sempre, in conflitto con sé stessa e non uscirà mai dalla sua natura aggressiva, violenta, animalesca e istintiva. Come ha spiegato S. Freud, l’Io non riuscirà mai a governare e a domare l’es e né il super Io. Per questa mia convinzione, io, B. C., reputo che la morte di Gesù Cristo non è servita a niente perché l’umanità è rimasta tale e quale era prima con la sua natura animalesca e istintiva, dal momento che il singolo uomo è un essere violento ed omicida per natura. Infatti anche oggi che viviamo in società opulente, l’uomo, appena può, diventa un animale che uccide tranquillamente e premeditatamente, consciamente e senza nessun rimorso di coscienza. Come disse T. Hobbes l’uomo diventa subito lupo per gli altri uomini (Homo homini lupus). Ecco, allora, io, B. C., sono pronto per il “deicidio” e affermo, in questo scritto, in primis che Dio non c’è e non è mai esistito. Non dico che Dio è morto perché non può essere morto chi non è mai stato in vita, chi non ha mai vissuto. Dico che Dio non esiste e non esisterà mai. Dunque, ne consegue, che tutta la realtà appartiene alla natura e che la storia appartiene all’umanità. Tutto è in mano alla natura che comprende tutto l’esistente dell’Universo e tutto è in mano all’umanità che ha costruito il suo passato, costruisce il suo presente e prepara il suo futuro, che è nelle mani degli uomini, senza chiedere l’intervento di Dio. Finalmente ho ucciso Dio – Padre, ho compiuto il deicidio ed ho adempiuto a un mio dovere morale, quello di liberare l’umanità dalla falsa idea di un Dio che ha creato il mondo e l’Universo, ma è anche diventata un fardello per tutta l’umanità. Io B. C., affermo che, dopo il mio deicidio, adesso, noi uomini siamo veramente liberi di goderci le bellezze della natura e di scegliere il nostro futuro secondo il nostro libero arbitrio e secondo la nostra libera volontà. Del resto, il sacrificio di Gesù Cristo è stato inutile, perché l’umanità era già feroce, ferina e felina e tale è rimasta fino ad oggi, nonostante l’immolazione e la morte in croce di Gesù Cristo. Quindi l’immolazione di Cristo non è valsa a niente ed è risultata inutile. Dante Alighieri, invece, accetta la giustificazione della Chiesa e quindi giudica valida ed efficace l’immolazione di Cristo, il quale con la sua morte ha redento, illusoriamente e falsamente, tutta l’umanità. Secondo me, B. C., l’immolazione di Cristo, la sua resurrezione e la Provvidenza Divina non sono altro che balle, fregnacce, bugie, menzogne, tutte costruite ad arte per dare inizio e sostenere la nuova ideologia cristiana cattolica. I versi in cui Dante esprime la sua interpretazione e opinione sulla crocifissione di Cristo sono i versi 85 – 120. Inoltre, io, B. C., non credo assolutamente a tutte queste invenzioni inaudite dei discepoli di Cristo, a tutte le baggianate dei Vangeli scritte dagli evangelisti, perché queste invenzioni sono soltanto fiction. Ma purtroppo le narrazioni di questi evangelisti sono state credute dai nuovi cristiani che hanno formato le prime comunità cristiane e poi dagli intellettuali cristiani che hanno convinto, a poco a poco, i pagani a convertirsi alla nuova religione monoteistica. La nuova religione monoteistica e la nuova Chiesa di Roma, con i loro dogmi, hanno trasformato la fiction dei quattro evangelisti e dei discepoli in una grande istituzione e legislazione, menzognere e false che, poi, col passare dei secoli, si sono trasformati nel mastodontico Stato della Chiesa, che, ancora oggi, sopravvive. Ora io, B. C., penso che la narrazione dei Vangeli doveva rimanere soltanto fiction e non trasformarsi in dogmi assoluti e intoccabili. Quindi, a me, B. C., è toccato fare un deicidio, cioè uccidere il Dio – Padre dei cristiani per riscattare, redimere e liberare tutta l’umanità, senza che ci sia l’intervento di Dio – Padre. Io, B. C., spero che il mio deicidio possa liberare l’umanità dal pesantissimo fardello delle religioni. Quindi, io B. C., penso e auspico che l’umanità si liberi, sia dall’opprimente ed alienante figura di Dio – Padre che ha compiuto un inutile figliocidio, sia dalla concezione cristiana della Chiesa di Roma. Auspico che l’umanità si liberi, anche, da tutte le religioni e confessioni del mondo. Io, B. C., spero, inoltre, che l’umanità, con il suo libero arbitrio, possa sopravvivere e auspico che l’umanità, per sua volontà, possa continuare a vivere su questo pianeta Terra e possa continuare a godere tutte le bellezze insite nella natura del nostro pianeta Terra. Infine, io, B. C., auspico che l’umanità possa vivere con una weltanschauung: laica, materialistica, naturalistica, scientifica ed atea.

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Allora, io, B. C., dopo aver esplicato ed espresso le motivazioni e le argomentazioni per le quali ho sentito il bisogno di diventare un deicida, ora passo a spiegare il perché non ho paura di divenire io stesso vittima di un altro assassino che volesse uccidermi in quanto io, B. C., sono diventato un deicida uccidendogli il suo Dio. Infatti qualche religioso di qualsiasi religione del mondo potrebbe essere offeso dal mio deicidio. Quindi questo religioso, di qualsiasi religione, potrebbe uccidere me in nome del suo Dio. Quindi, io, B. C., potrei subire la stessa sorte di essere ucciso da parte di qualche religioso fanatico o di essere perseguitato da una religione che condanna a morte i denigratori del proprio Dio, come è capitato allo scrittore Ahmed Salman Rushdie, di origine indiana naturalizzato britannico che è stato condannato a morte con una fatwa emessa da uno Stato religioso teocratico.  Io B. C., però, a mia difesa, dico e affermo che nessun omicida fanatico o Stato religioso può perseguitarmi o condannarmi a morte perché il mio deicidio è, soltanto, il frutto della mia immaginazione e della mia fantasia, dal momento che nessun Dio esiste. Infatti io, B. C., penso che il racconto del mio deicidio sia, soltanto, una fiction, una fabula, una invenzione fantasiosa e fantastica, inventata dalla mia mente, prodotta a sua volta dal mio cervello, così come la Divina Commedia è stata la sintesi, originale e peculiare, della mente di Dante Alighieri. Quindi io, B. C., penso che non ci potrà essere nessun altro omicidio, per mano di un omicida fanatico o per uno Stato religioso fondamentalista e teocratico, a causa del mio deicidio che io compio soltanto attraverso la mia mente e la mia fantasia. Io B. C., infatti, ho ucciso il Dio – Padre dei cristiani, emblema di tutti gli Dei, soltanto nella mia fantasia e nella immaginazione della mia mente. Inoltre, io, B. C., penso che, dal momento che nessun Dio – Padre esista, allora, nessuno può uccidere qualcuno che uccide un Dio che non esiste. Ma, allora, un altro fanatico religioso mi potrebbe rimproverare e criticare dicendomi che anch’io ho usato l’immagine di Dio, come un essere vivente, che ha creato l’Universo e l’umanità, ma ora è insensibile e indifferente alla diffusione della pandemia da Covid-19 che sta falcidiando un quarto dell’umanità. Mi potrebbe dire anche, come ti puoi lamentare e offendere Dio – Padre se tu stesso lo consideri vivo e creatore, ma lo consideri anche insofferente alle disgrazie dell’umanità che soffre e patisce tutti i cambiamenti climatici attuali. La mia difesa a questa critica di questo religioso è questa: anch’io B. C., parlando di Dio, cado nello stesso errore in cui cadono tutti gli uomini del mondo, i quali pensano a Dio come a un essere vivente buono e Padre di tutti i suoi figli. L’abitudine di pensare Dio – Padre come un essere vivente e creatore è talmente radicata in noi uomini che quando parliamo di Dio diamo per scontato che esista per davvero, mentre in realtà, l’dea di Dio, è soltanto una proiezione immaginaria e fantastica, ma falsa e fallace, di cercare, a tutti i costi, di dare un nome a un creatore originario di tutto l’Universo e dell’umanità. Io, B. C., invece, reputo che immaginare Dio, come un Padre buono e uguale per tutti, sia una grande menzogna e un grande inganno per tutta l’umanità. Infatti, oggi io, B. C., dall’alto della mia esperienza e della mia cultura, affermo che non c’è e non può esistere, assolutamente, nessun Dio che potrà accogliere l’anima, dopo la morte naturale del corpo, perché con la morte del corpo muore anche l’anima (meglio sarebbe chiamarla psiche del corpo). Io, B. C., infine, penso e reputo, che pensare a un Dio – Padre è soltanto una credenza illusoria e una speranza chimerica, utopistica, inattuale, inefficace e vana. Credere in Dio è, soltanto, una credenza vana e inutile; credere in Dio è, soltanto, una illusione e un desiderio dell’anima umana che cerca, da sempre, di capire e di svelare il senso ultimo della vita e dell’infinito e di appagare il suo bisogno del sacro e di capire da dove viene e proviene tutto l’Universo. Inoltre io, B. C., penso e reputo che l’unica cosa certa è l’inesistenza di Dio. Io penso che l’idea di Dio è un’idea inutile, perniciosa, vana, distruttiva ed ostile all’umanità, perché se, da un lato, promette e suscita negli uomini l’illusione e la speranza della salvezza eterna, dall’altro lato l’idea di Dio ha provocato e provoca, ancora oggi, comportamenti irrazionali, illogici, fideistici, feticistici e idolatri, come lo sono tutti i culti e le liturgie di tutte le religioni del mondo. Infine l’idea di Dio ha causato e, causa ancora oggi, guerre fratricide e guerre fra i vari popoli del mondo, provocando così, una infinita serie di dolori, di lutti e di sofferenze in ogni popolazione del mondo. Come è successo ad agosto scorso del 2021, quando, dopo il ritiro delle truppe americane in Afghanistan, i talebani, in nome del loro dio, hanno invaso e conquistato il popolo afghano, infliggendo loro molte morti, lutti e dolori e imponendogli la loro tradizionalista, fondamentalista e obsoleta religione musulmana.

MODICA 26 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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