Introduzione e presentazione delle due poesie. Prima poesia. Apophis 2033. Seconda poesia. L’inesistenza di Dio.

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Introduzione e presentazione delle due poesie.
Prima poesia. Apophis 2033.
Seconda poesia. L’inesistenza di Dio.

Io, Biagio Carrubba, credo che la poesia odierna debba fare un passo in avanti rispetto alla poesia sociale e civile che ormai vive, in Italia, in modo incontrastato da quasi 70 anni, dal 1945 ad oggi.
Credo che sia venuto il momento oggi, dopo la poesia neorealistica, la poesia civile, la poesia a calligramma, la poesia post moderna e la poesia multimediale e computerizzata, il momento di guardare al futuro, alla cosmologia e alle scienze planetarie dato che queste scienze hanno già spiegato ed annunciato che probabilmente nei prossimi decenni ci sarà la fine della vita sulla terra con il pericoloso viaggio dell’asteroide Apophis. Le scienze planetarie e cosmologiche hanno dimostrato, anche scientificamente, la decadenza nei prossimi miliardi di anni della implosione della nostra galassia, la Via Lattea, e di tutte le altre degli altri universi. Orbene io, Biagio Carrubba, credo che la poesia attuale debba rivolgersi ai risultati e alle previsioni di queste scienze e guardare al futuro per annunciare a tutti, in forma poetica, la prossima fine dell’umanità e di tutta la terra che potrebbe avvenire nel vicino 2033 quando l’asteroide Apophis brucerà la Terra. Inoltre da quanto emerge dai risultati, dagli studi e dalle teorie delle scienze planetarie, ancora in fase di elaborazione e di dati definitivi degli scienziati, pare che sull’origine dell’Universo, e cioè sul Big Bang (grande esplosione primordiale) non ci sia una verità unanime ed accettata tra tutti gli scienziati e vi sono varie teorie sull’origine del big bang e sui multi universi. Queste teorie hanno lo scopo di integrare e correggere le incongruenze della teoria del Big Bang ma sicuramente tra venti – trent’anni saranno accettate e confermate così come le teorie di Einstein che all’inizio sembravano incredibili ma oggi sono accettate come sufficienti anche se non complete. Gli scienziati sono concordi che ancora ci vorranno molti anni di studi e di scoperte per capire come è fatto e come era l’Universo prima del Big Bang e come cambierà nei prossimi millenni anche se sono d’accordo sul come finirà l’Universo e l’implosione della via lattea. Un giorno, molto lontano, scomparirà anche l’Universo così come era comparso e qui tutti da secoli ci poniamo molte domande aperte: l’Universo è stato una creazione di Dio o è dovuto alla casualità? Nessuno scienziato conosce ancora la risposta ma io, Biagio Carrubba, tra le due ipotesi possibili e cioè creato da Dio o dal caso opto per la seconda ipotesi e cioè che è stato creato dal caso.
O meglio, come dimostrano le scienze astrofisiche e cosmologiche, è stato creato dalla concorrenza di molti elementi primordiali come, in ordine cronologico, la Terra (intesa come pianeta), il fuoco, la formazione della luna, l’acqua e l’aria. Questi elementi, indipendentemente l’uno dagli altri, ed in ere geologiche diverse, hanno dato origine alla vita sulla Terra facendo nascere i primi batteri e le prime piante che a loro volta hanno permesso l’evoluzione della vita biologica ed animale sulla Terra. L’eccezionalità di questi elementi, che ancora oggi non è stata scoperta in molti altri sistemi solari, costituisce l’eccezionalità della Terra che, in modo inaspettato, ha permesso la nascita della vita biologica. Ma l’ipotesi della casualità fra questi elementi e tanti altri come la deriva dei continenti e la formazione della pancea, altrettanto eccezionali, lascia ancora molte domande aperte a cui gli scienziati ancora non sanno rispondere ma queste domande sono di meno di quelle che nascono con l’ipotesi dell’Universo creato da Dio. La domanda per il momento rimane insolubile ma tutto ciò è secondo me nuova materia poetica perché crea moltissima ispirazione poetica sull’argomento scientifico dell’Universo e sul mistero della vita sulla terra, anch’esso ancora poco conosciuto. Con il progredire delle mie conoscenze sull’argomento io, Biagio Carrubba, comincio con questi due miei primi componimenti poetici (quasi prosastici) a scrivere, in forma di poesia, tutte le mie riflessioni su questi argomenti perché gli scienziati e i divulgatori scientifici scrivono già tutte le loro teorie in forma di prosa, formule matematiche e fisiche per cui io, Biagio Carrubba, aspirante poeta, mi cimento ad esprimere tutte queste nuove problematiche in forma di poesia.

II

Le novità di questa nuova poetica e di queste mie nuove poesie sono due: la prima si trova sul piano del contenuto che sviluppa e descrive la vita degli uomini sul pianeta terra proiettata sul futuro delle galassie e dell’Universo quindi legata alla sorte ed al destino di queste. Con la scomparsa della Via Lattea scomparirà anche il sistema solare e di conseguenza il pianeta Terra e l’Umanità legata, in modo intrinseco, all’esistenza del sole che diventerà una supernova che ingloberà la Terra.
La seconda novità è sul piano della forma della nuova poesia di cui rimangono come punti fermi della poesia tradizionale il ritmo, la cadenza, i versi liberi e la punteggiatura. In particolare la punteggiatura frena, in qualche modo, la velocità e la facilità di lettura e quindi contiene e mantiene i ritmi giusti delle parole e dei versi. La novità vera e propria della nuova poesia riguarda la velocità del ritmo di lettura delle poesie che vuole rappresentare l’enorme velocità del tempo che fugge sulla terra e la velocità della luce che fugge nell’Universo. Come si sa nello spazio tutto gira e si muove velocemente e vorticosamente e ogni pianeta e ogni nebulosa nell’Universo sono alieni e finora non si è trovato un altro pianeta che permette la vita umana. E allora dato che mancano solo 20 anni al precipitare di Apophis sulla terra, che sono un batter di ciglia in termini astronomici, allora non ci resta che amare e godere le bellezze della terra ancora di più: il mare, il cielo, le stelle, il sole, la luce, i boschi, i fiumi ed ogni spettacolo naturale che vediamo ogni giorno e rispettarla fino all’ultimo dei nostri giorni amandoci in tutti i sensi perché ben presto finiremo di vivere tutti quanti.

Testo della poesia
“Apophis 2036”.

Sappiamo, fin da ora, che, nel 2033,
fra 20 anni esatti da ora, un asteroide,
una grossa roccia, apparirà nel cielo e,
a velocità altissima, si scaglierà
sulla Terra come una palla di fuoco.
Questo asteroide è Apophis di cui già
gli scienziati hanno previsto il percorso
che farà intorno alla Terra e alla Luna.
Apophis non ha né capo né coda ma
ha la forma di una grossa patata
che si schianterà sulla Terra,
tra il 2029 e il 2033, colpendola in
un territorio imprecisato e sconosciuto.
Qualunque sia il luogo dove si schianterà
Apophis, nasceranno tsunami e l’impatto
creerà una marea di polvere, talmente intensa,
che coprirà l’intera atmosfera.
Comunque avvenga l’impatto, per l’umanità
sarà una ecatombe infinita che porterà,
quasi totalmente, alla morte della vita
e degli uomini sulla Terra.

II

Non sappiamo cosa faremo in quei giorni,
se saremo ancora in vita.
Saremo, come sempre, impegnati in faccende
tragiche o ridicole, serie o comiche,
ma tutto terminerà in un istante.
Non vi saranno più né la guerra né la pace,
né i mari né le foreste, né i deserti né i giardini.
Scompariranno l’amore e l’odio,
la rabbia e le fatiche, la solitudine e la solidarietà,
insomma scomparirà tutto e la terra ritornerà
ad essere come nell’era adeniana,
cioè una palla di fuoco priva di acqua,
di aria e di vita. Forse, dopo l’impatto
apocalittico di Apophis, tutto ricomincerà
daccapo e la terra sarà ripopolata di nuovo
dai dinosauri e da altri animali giganteschi
così come già successo nella preistoria
ma non sapremo se ricomparirà di nuovo
un’altra umanità. Se questa evenienza succedesse,
in questo caso, avremmo di nuovo
un altro Socrate, un altro Platone e
un altro Aristotele che dovranno fare in modo,
questa volta, conoscendo già la loro storia,
che si ripete, di stare attenti a conservare
le loro opere poetiche e filosofiche
in modo da poterle tramandare integre,
senza lacune come quelle che abbiamo oggi
e farle leggere per intero alle generazioni future.

Testo della seconda poesia.
“L’inesistenza di Dio”.

Praticamente, ed incontrovertibilmente,
le scienze cosmologiche e planetarie di oggi
hanno dimostrato e demolito le religioni.
Hanno spiegato come è avvenuta l’incredibile
nascita della Terra e della Luna.
Hanno dimostrato la stupefacente nascita
della natura e l’incredibile nascita
della vita sulla Terra;
secondo me, Biagio Carrubba,
la genesi di tutte queste nascite ha
dell’incredibile e stupisce e sbalordisce,
ancora oggi, rispetto ai miti tradizionali
descritti dalla Bibbia, in modo ingenuo ed impreciso,
e molto lontani dalla spiegazione scientifica.
Inoltre le scienze cosmologiche e planetarie
hanno dimostrato che le infinite stelle e
i pianeti nelle infinite galassie nascono
continuamente per motivi interni alla materia,
all’elio e all’idrogeno e questa nascita di nuove
stelle, talmente continua, si rinnova per motivi di
incontri e scontri di atomi e di nebulose,
per cui questa miriade di stelle non ha nessuno scopo
e nessuna utilità nella propria galassia.
Quindi gli scienziati hanno dimostrato che tutta
questa trasformazione nell’Universo è inutile
ed avviene per motivi interni.
Invece sappiamo che la tradizione religiosa
è fondata sul principio che Dio non fa nulla di inutile.
Quindi anche in questo campo la scienza
ha dimostrato falsa questa spiegazione teologica
tradizionale.

II

Inoltre le scienze cosmologiche e planetarie
hanno dimostrato e spiegato che la fine
della Terra, della nostra galassia e di tutte
le galassie dell’Universo sarà cosa certa tra
milioni di anni per motivi di materia oscura
e di energia oscura e quindi non avverrà
per volontà divina come sempre il mito
e le religioni tradizionali ci hanno detto.
Per tutti questi motivi, e per tanti altri
risultati scientifici che sono in itinere,
io, Biagio Carrubba, credo soltanto
alle scienze cosmologiche e planetarie
e non più alle religioni che rimangono
comunque valide sul piano
psicologico e sentimentale.
Spero tanto che nei prossimi 20 – 30 anni
tutte le scienze cosmologiche e planetarie
arrivino a spiegare ciò che ancora oggi
non sappiamo a cominciare dal Big Bang
perché io, Biagio Carrubba, prima di morire
voglio sapere tutto su come è nato l’Universo e
come morirà perché reputo che la felicità
consista nel sapere.
Praticamente, ed incontrovertibilmente,
le scienze cosmologiche e planetaria
hanno dimostrato l’inesistenza di Dio.
Altro che le 5 vie della dimostrazione
dell’esistenza di Dio di San Tommaso d’Aquino!
Gli scienziati di oggi hanno elaborato
più di 20 teorie che demoliscono i miti
tradizionali religiosi e dimostrano
l’inesistenza di Dio.

Finale.

Nelle due poesie mancano alcuni elementi della retorica classica come l’elocuzione, la concinnitas, le figure retoriche e l’ordito artificialis che costituiscono la bravura e la tecnica dei grandi poeti, mentre io, Biagio Carrubba, aspirante poeta, ho costruito le due poesie soltanto con poche figure retoriche quali l’ordito logico e naturalis delle immagini e delle idee che spero comunque riescano a dare bellezza e a creare l’aura poetica delle poesie. Io, Biagio Carrubba, giudico bizzarra, bizantina e sofistica la sottile differenza tra scienza e prescienza: la scienza apparterrebbe agli uomini e la prescienza apparterrebbe a Dio perché l’idea stessa di Dio è prodotta dal cervello umano e non è vero il contrario cioè che l’Universo e gli uomini sono idee di Dio.

 

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Modica 24 novembre 2018                                                                          Prof. Biagio Carrubba.

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