“POESIE POSTCONTEMPORANEE 2024” PRIMO ARTICOLO TEORICO, POLITICO E POETICO 2024
PARAGRAFO N. 1
Io, Biagio Carrubba, desidero cominciare questo articolo teorico, politico e poetico, scritto e composto a partire fin da gennaio 2024 e finito di comporlo e pubblicato oggi, per la prima volta, il 27 aprile 2024. Io, B. C., in questo articolo teorico, politico e poetico, desidero e voglio esprimere, esplicitare ed espletare le mie varie e compiute riflessioni, teoriche, politiche e poetiche, maturate e meditate, nel corso di tutta la mia vita: dal periodo universitario a questi primi cari e preziosi mesi del 2024. Le mie riflessioni riguardano il rapporto che ci deve essere tra le mie poesie postcontemporanee, i poeti postcontemporanei e la situazione politica, nazionale e internazionale, che oggi predomina e prevale nel mondo occidentale. Io, B. C., penso, reputo e giudico che i poeti postcontemporanei di oggi devono, soprattutto, descrivere, interpretare e rappresentare le situazioni materiali, culturali, sociali, civili e ideologiche, e di saper esporre ed esprimere, anche, le condizioni filosofiche, immateriali e spirituali del tempo che stiamo vivendo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che i poeti postcontemporanei di oggi devono, anche, indagare, osservare e poetare tutta la cultura e la civiltà on line che l’umanità crea, elabora, sviluppa, giorno dopo giorno, come l’intelligenza artificiale e tutte le cognizioni astronomiche che provengono da ogni nazione del mondo. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che i poeti postcontemporanei di oggi devono essere la voce, viva e critica, del nostro tempo e cioè devono essere dei poeti, vivaci e arguti, e devono diventare i portavoce dello Zeitgeist del nostro tempo, cioè dello spirito materiale, culturale, sociale, civile, immateriale, spirituale, filosofico, scientifico e informatico del nostro tempo. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che, mentre i giornalisti e le TV di tutto il mondo si esprimono con un linguaggio giornalistico e televisivo, i poeti postcontemporanei devono usare, ancora, il loro linguaggio poetico di sempre, anche se, io, B. C., auspico e auguro che il linguaggio poetico postcontemporaneo di oggi deve cambiare e rinnovarsi, rispetto al linguaggio poetico tradizionale. Infatti, io, B. C., suggerisco, auspico e auguro che il linguaggio poetico postcontemporaneo si deve trasformare, si deve adeguare e si deve adattare, tout court e velocemente, alle esigenze e alle necessità delle situazioni politiche, nazionali e internazionali del nostro villaggio globale, per usare una espressione famosa del nostro tempo, cioè del nostro Zeitgeist. Inoltre, i poeti postcontemporanei devono tener conto, anche, del linguaggio politico e governativo, nazionale e istituzionale, attuale che viene utilizzato dai politici e dai governanti italiani. I poeti postcontemporanei devono tener conto, anche, del linguaggio politico, internazionale e istituzionale, usato ed espresso dai politici e dagli statisti di tutto il mondo. Per questo motivo, io, B. C., penso, reputo e giudico che i poeti postcontemporanei possono e devono usare, nelle loro composizioni poetiche, anche un linguaggio poetico molto vicino alla prosa; linguaggio poetico il quale, per l’appunto, deve rappresentare, descrivere e interpretare le situazioni materiali, culturali, sociali, civili e ideologiche, e di saper esporre ed esprimere, anche, le condizioni filosofiche, immateriali e spirituali del tempo che stiamo vivendo; le condizioni e le situazioni politiche attuali, sociali, filosofiche, ideologiche, scientifico, immateriali e culturali del nostro tempo, cioè dell’attuale Zeitgeist. Io, B. C., penso, reputo e giudico, anche, che il linguaggio poetico postcontemporaneo deve essere un linguaggio privo dell’afflato mistico e romantico e dell’aura lirica, tradizionale ed ermetica, perché è difficile trasformare il linguaggio politico, prosastico, tecnico, governativo, degli attuali politici e governanti di tutto il mondo e trasformarlo in versi poetici e lirici, così tipici della poesia romantica, postromantica, della poesia postmoderna (1985 – 2005) e della poesia contemporanea (2005 – 2024). Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che il linguaggio poetico postcontemporaneo deve evitare, assolutamente e intenzionalmente, il linguaggio poetico chiuso, allegorico, simbolico, aleatorio e personale dell’ermetismo. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che il linguaggio postcontemporaneo deve evitare il linguaggio personale, commerciale, privato, familiare della poesia contemporanea del XXI secolo; invece, io, B. C., penso, reputo e giudico che il linguaggio poetico postcontemporaneo dei poeti postcontemporanei deve esprimersi con termini tecnici on line presi dal mondo dell’intelligenza artificiale; inoltre, i poeti postcontemporanei devono usar e parole realistiche e concrete del linguaggio comune e, infine, devono sapere usare, anche, espressioni poetiche appropriate e adeguate alla realtà politica e sociale del nostro tempo, cioè dello Zeitgeist del nostro tempo.
Modica, 27/04/2024 Prof. Biagio Carrubba
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