INTRODUZIONE ALL’OPERA POETICA
OBOE SOMMERSO DI S. QUASIMODO.
Nel 1929 Quasimodo si reca a Firenze invitato da Elio Vittorini, che aveva sposato la sorella di Quasimodo. Vittorini lo introduce nell’ambiente letterario della Rivista “Solaria”. Qui Quasimodo conosce Arturo Loria, Alessandro Bonsanti, Gianna Mancini, Eugenio Montale. Salvatore Pugliatti scrisse la prima recensione e spiegazione della poesia “VENTO A TINDARI” sul numero I del gennaio 1932.
Nel 1930 la Rivista “Solaria” pubblica il primo libro di poesie di Quasimodo dal titolo “ACQUE E TERRE”. Quasimodo discute di poesia con i poeti Angelo Barile e Adriano Grande. Dopo queste discussioni, Quasimodo abbandona la poesia sentimentalistica e quasi solipsistica della prima opera poetica da lui pubblicata, cioè ACQUE E TERRE, pubblicata nel 1930, e abbraccia con fervore e con convinzione la poetica ermetica, entrando, così, in competizione e in concorrenza con i due grandi poeti ermetici già famosi allora: Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. In questo clima politico e culturale, dominato dal fascismo, S. Quasimodo pubblica due opere poetiche prettamente ermetiche: OBOE SOMMERSO e ERATO E APOLLION, con le quali diventa un importante poeta della corrente ermetica.
Nel 1931 S. Quasimodo viene trasferito al Genio Civile di Imperia. A Genova, stringe amicizia con il poeta Adriano Grande, Camillo Sbarbaro e collabora alla rivista “CIRCOLI”.
Eugenio Montale recensisce “ACQUE E TERRE” nel 1931.
Nel 1932 Quasimodo pubblica il suo secondo libro di poesie “OBOE SOMMERSO” per conto delle Edizioni di Circoli a cura di Adriano Grande. Il libro viene considerato il manifesto dell’ermetismo. Elio Vittorini recensisce “OBOE SOMMERSO” nel settembre del 1932.
Nel 1934 viene trasferito a Milano, dove conosce e frequenta pittori, scrittori, scultori e musicisti, fra cui lo scultore Messina e il pittore Sassu.
Nel 1935 gli nasce la figlia Orietta da una relazione extra coniugale.
Nel 1936 Quasimodo pubblica la terza opera poetica “ERATO E APOLLION” con un’importante introduzione di Sergio Solmi. Incontra e si innamora di Maria Cumani.
Quasimodo pubblicò la sua seconda opera poetica OBOE SOMMERSO nel 1932 presso le edizioni Circoli di Genova. La rivista era diretta dal poeta Adriano Grande.
L’edizione del 1932 comprendeva 37 poesie che diventano 38 nell’edizione definitiva del 1942. La disposizione delle poesie nella prima edizione sono diverse da quella definitiva, dopo cioè la ripulitura che Salvatore Quasimodo portò a cominciare dal 1938.
Per OBOE SOMMERSO le correzioni, apportate sempre in nome dell’essenzialità, consistettero, principalmente, nella eliminazione di versi e strofe e nella riunificazione di versi in origine scissi e nello sdoppiamento di alcune poesie. Le poesie dispiegano l’io lirico del poeta, così esse continuano già la liricità e il primo piano dell’io del poeta. L’opera poetica presenta e descrive l’io del poeta che si sente arido e desolato. Il poeta si muove in un ambiente naturale fatto di paludi e stagni e pieno di uccelli palustri, ma è un ambiente indeterminato e un tempo indefinito. L’io del poeta sente la sua vita come “un’avara pena” (dalla I poesia OBOE SOMMERSO) e la invoca a ritardare il suo dono cioè la pena di vivere. Il poeta, infine, ricorda con rimpianto la sua fanciullezza e la sua terra. La sua fanciullezza è passata triste e piena di dolore per la morte di una giovinetta amata dal poeta.
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Breve sintesi e descrizione delle poesie dell’opera poetica OBOE SOMMERSO.
1) Le poesie, che descrivono la fanciullezza del poeta che subisce l’aridità e la pena del vivere, sono: OBOE SOMMERSO; L’EUCALYPTUS; NASCITA DEL CANTO; RIPOSO DELL’ERBA; NELL’ANTICA LUCE DELLE MAREE; UN SEPOLTO IN ME CANTA; IO MI CRESCO UN MALE.
2) Le poesie, che descrivono il dolore per l’amata giovane morta, sono: SENZA MEMORIA DI MORTE; DI FRESCA DONNA RIVERSA IN MEZZO AI FIORI; A ME DISCESA PER NUOVA INNOCENZA.
3) Le poesie, che descrivono il dolore per la terra abbandonata sono: ALLA MIA TERRA; COMPAGNO; ISOLA.
4) La poesia, che descrive il dolore per la poesia è: PAROLA.
5) Le poesie, che descrivono l’invocazione al Signore, sono: CURVA MINORE; LAMENTAZIONE D’UN FRATICELLO D’ICONA; DAMMI IL MIO GIORNO; L’ANGELO; AMEN PER LA DOMENICA IN ALBIS.
6) Le poesie, che descrivono l’io del poeta in rapporto con l’ambiente naturale, sono: PREGHIERA ALLA PIOGGIA; AUTUNNO; FOCE DEL FIUME ROIA; DORMONO SELVE; L’ACQUA INFRACIDIA GHIRI; SEME; VERDE DERIVA.
7) Le poesie, che descrivono il rapporto tra l’io del poeta e i morti, sono: METAMORFOSI DELL’URNA DEL SANTO; DOVE MORTI STANNO AD OCCHI APERTI. Come esempio di poesia ermetica di questo libro poetico riporto l’ultima poesia del libro.
AMEN PER LA DOMENICA IN ALBIS
Non m’hai tradito, Signore:
d’ogni dolore
son fatto primo nato.
Finale.
Tutte queste poesie riflettono il clima ermetico degli anni ’30 del fascismo. Si può dire che Quasimodo fu un precursore e un antesignano della poetica dell’Ermetismo. I gerarchi fascisti mal tolleravano l’Ermetismo perché lo trovavano chiuso e incomprensibile, ma, alla fine, la politica fascista accettò l’Ermetismo come l’unica poetica aderente all’ideologia fascista, dato che, il fascismo vietò e abolì tutte le altre poetiche che non convergevano con la sua ideologia politica e culturale.
Modica 27/ 08/ 2018 Prof. Biagio Carrubba
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