Sul contrasto tra i magistrati e i politici.
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Io, B. C., penso, reputo e giudico che, per conoscere, per comprendere e per capire gli attuali rapporti, le forti tensioni e gli odierni contrasti tra i giudici felsinei e i giudici di Roma e gli attuali politici di destra del governo Meloni, bisogna fare un passo indietro nel tempo e cioè ripensare, riflettere e riconoscere i rapporti di forza, di sottomissione e di concordia che c’erano tra i giudici fascisti e il potere politico del regime fascista di Mussolini. Io, B. C., penso, reputo e giudico che i rapporti e le correlazioni tra i giudici fascisti e il potere di Mussolini, il Duce, assoluto e totalitario, fu, da parte dei giudici, quello di fiancheggiare, di sostenere e di obbedire a tutte le leggi che Mussolini emanò durante il ventennio fascista. Infatti, il dittatore Benito Mussolini esercitava tutti e 3 i poteri dello Stato: il potere esecutivo, il potere legislativo e il potere giudiziario. Di fatti, Mussolini comandava, ordinava e gerarchizzava, anche, la milizia fascista, la polizia segreta fascista e ogni altra associazione, culturale, sociale e giuridica che faceva parte e dipendeva dallo Stato fascista. Insomma i giudici fascisti di allora erano succubi e sottomessi al potere politico, al potere esecutivo e al potere giudiziario del regime di Mussolini. Infatti, nel periodo storico del fascismo, che durò dal 1922 al 1945, i giudici non osarono mai scontrare, né criticare, o andare contro il Duce, anzi i giudici fascisti, tutti gli impiegati della giustizia e i giuristi fascisti di allora, per tutto il ventennio fascista, cercarono di rafforzare, appesantire e di applicare tutte le leggi del regime fascista, mandando in carcere e al confino migliaia di oppositori politici. Anzi si può dire che l’apparato giudiziario, poliziesco e gerarchico del regime fascista era il braccio secolare, totalitario e poliziesco, delle leggi fasciste che garantivano, assicuravano e difendevano il potere esecutivo, politico e giudiziario, del regime fascista. Infatti, tutti i giudici erano schierati a difesa del regime fascista e del partito fascista che poteva contare sulla forza, cieca e repressiva, dei giudici e della polizia fascista, la quale, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, poteva mettere e sbattere in carcere chiunque osava dire, o mostrava qualche segno di contrarietà al regime fascista. I pochi cittadini, che osavano criticare il Duce, o che esprimevano un pensiero critico verso il regime fascista, venivano subito perseguitati, catturati e messi in carcere, senza molte prove di accusa nei riguardi dei poveri disgraziati che capitavano nelle mani dei poliziotti fascisti e finivano nelle prigioni fasciste. La pena più comune e più frequente, che i gerarchi fascisti e i poliziotti applicavano ai poveri disgraziati, era, certamente e storicamente, la forzata bevuta dell’olio di ricino che causava, certamente, dolori e sofferenze ai malcapitati che subivano e pativano questa atroce pena e amara tortura. Una scena, una immagine e una situazione di questo tipo di tortura dell’olio di ricino, bevuto a forza e contro la volontà del malcapitato, si può vedere nel bellissimo film “Amarcord” del 1973 dell’indimenticabile regista Federico Fellini.
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Ma la prova, più evidente, più concreta e più famosa, del regime poliziesco e repressivo della giustizia fascista è, certamente e storicamente, il processo intentato, portato avanti e compiuto contro il deputato comunista Antonio Gramsci, il quale non poteva essere arrestato, in quanto deputato e dato che usufruiva della immunità parlamentare; invece fu arrestato, di notte e all’improvviso, l’8/11/1926 (98 anni fa) con l’accusa, infondata, inventata e provocatoria di sovvertimento dello Stato fascista. Antonio Gramsci fu rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e poi fu trasferito in diversi carceri, fino a quando fu rinchiuso definitivamente nel carcere di Turi, in Puglia, dove vi rimase dal 1928 al 1934. Morì qualche anno dopo, il 27/04/1937, per le malattie, le sofferenze e la malavita che aveva subito e patito dentro il carcere di Turi. Il processo e la condanna di Antonio Gramsci dimostrano, molto chiaramente, la faziosità, la parzialità, il favoritismo, il settarismo e la partigianeria della giustizia e della polizia fascista che era, totalmente e devotamente, sottomessa, assoggettata, soggiogata e sottoposta al potere di Mussolini e al regime fascista. Ora, io, B. C., penso, reputo e giudico che la Premier Meloni e il suo partito FdI, con questo retaggio, politico e ideologico, nella mente e nella volontà, hanno certamente ereditato e hanno ricevuto la mentalità dominante, repressiva e totalitaria del regime fascista che comandava, ordinava, imponeva, intimava e ingiungeva le pene più dure e più atroci a tutta la popolazione italiana che finiva nelle carceri fasciste. Una scena, una immagine e una situazione di questo tipo di repressione del regime fascista si può vedere nel bellissimo film “La marcia su Roma” del 1962 del bravissimo regista Dino Risi. Dunque, il Duce Mussolini, per 20 anni, comandò, ordinò e giustiziò tutti i suoi nemici politici con l’aiuto, con la collaborazione e con la sottomissione sia del partito politico fascista e sia del sistema giudiziario e poliziesco fascista e sia attraverso la milizia fascista e la polizia segreta fascista. Anche la polizia segreta fascista eseguiva e reprimeva ogni azione di critica e ogni movimento antifascista di qualche cittadino anticonformista e contrario al regime fascista. Una bellissima sequenza, una bellissima scena e una bellissima immagine sul tema della repressione, poliziesca e carceraria, fascista nei confronti di qualche sventurato antifascista si può vede e godere nel bellissimo e indimenticabile film “Film d’amore e d’anarchia” del 1973 della bravissima regista Lina Wertmuller. Quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che anche la Premier Meloni e il suo partito FdI, che hanno recepito ed ereditato questo retaggio, politico e ideologico, cercano di copiare, replicare e di ripetere la mentalità e il modello del regime fascista sui giudici di oggi, i quali però non sono così succubi e acritici nei confronti del potere, neo e post fascista, del governo della Meloni e del suo partito. Come si è visto, ed è avvenuto nei giorni scorsi, i Decreti Legge della Meloni non sono stati applicati, né eseguiti dai giudici, i quali non hanno convalidato i Decreti Leggi voluti e ordinati dalla Premier Meloni nella sua azione e politica anti immigratoria. Infatti, i giudici felsinei e i giudici romani non hanno convalidato i Decreti legge della Meloni, la quale è sempre più furiosa, astiosa, ostile e polemica, nei confronti dei giudici romani e bolognesi.
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Io, B. C., penso, reputo e giudico che la nana e finta bionda Premier Meloni deve smettere di minacciare i giudici e i magistrati italiani, i quali devono lavorare, serenamente e criticamente, i quali devono esercitare, interpretare e applicare le leggi della giustizia italiana, rispettando e interpretando, nel modo giusto e critico, la legislazione italiana. Invece la Premier Meloni non fa altro che giudicare e biasimare la magistratura e i giudici italiani, come ha fatto ancora una volta nell’intervista a Bruno Vespa, nella quale la Premier Meloni ha criticato, deplorato e biasimato i giudici di Bologna per aver inviato, alla Corte di giustizia europea, il Decreto Legge per chiarire e sapere quale sia la giusta interpretazione sulla legislazione dei flussi degli emigranti. Insomma, i giudici di Bologna vogliono sapere, semplicemente e opportunamente, se, nel campo delle immigrazioni, deve prevalere la giurisprudenza italiana o quella europea. Sul contrasto tra potere politico e potere giudiziario il presidente della ANM Giuseppe Santalucia ha detto che i giudici devono lavorare tranquillamente e fare osservare la legge europea, la quale, a sua volta, aveva stabilito quali sono i paesi sicuri, cosicché l’Egitto risultava essere un paese non-sicuro. Quindi, 2 giudici di Roma, interpretando e applicando, giustamente e criticamente, la norma europea sui flussi migratori, hanno ostacolato e fatto fallire l’azione politica della Premier Meloni, non convalidando il D.L. della Meloni, secondo la quale, invece, l’Egitto è un paese sicuro. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la Premier Meloni ha dimenticato completamente tutto il contrasto e la discordia che c’è, tuttora, tra l’Italia e l’Egitto sul caso diplomatico, ancora irrisolto, di Giulio Regeni, il giovane italiano, torturato e ucciso, a Il Cairo nel gennaio del 2016. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che il governo della nana e finta bionda Premier Meloni è un governo del tutto oppressivo e repressivo nei confronti del popolo italiano, perché oltre ad aggravare le pene di molti reati, ha aggravato il rapporto con la magistratura italiana e ha appesantito e allargato il contrasto, le tensioni, le agitazioni e i nervosismi con i giudici italiani, i quali cercano di interpretare e applicare le norme europee sui flussi migratori. Io, B. C., penso, reputo e giudico che sia i giudici di Bologna e sia i giudici romani, non convalidando i Decreti Leggi della Meloni, hanno dato la giusta interpretazione su flussi migratori, anche secondo la giusta interpretazione della legislazione italiana. Ora, come è noto, dopo i giudici felsinei, i quali hanno inviato il Decreto sugli immigrati alla Corte di giustizia europea, anche i giudici romani non hanno convalidato il trattenimento degli immigrati in Albania. Per questo motivo il governo Meloni ha dovuto rilasciare gli emigranti e farli tornare in Italia, facendo una brutta figuraccia difronte a tutti gli italiani e a tutti gli europei. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la Premier Meloni, piuttosto che pensare al suo retaggio, ideologico e neo post fascista, e anziché ripensare al passato storico del regime fascista, al Duce e a Dio, farebbe meglio a scrivere nel modo giusto e corretto le leggi che vuole applicare sulla legislazione riguardante il flusso della sua azione politica anti migratoria.
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Anche la nave Libra, in questi giorni, è arrivata nel porto dell’Albana, trasportando 8 migranti, presi in acque internazionali, per portarli, sostenerli e nutrirli nei due Lager in Albania. Come è facile prevedere si preannuncia un’altra figuraccia della Premier Meloni nel proseguire la sua incaponita e fallimentare azione politica anti immigratoria. Infatti, la Premier Meloni, che fa trasportare 8 migranti su una nave militare di 80 metri, oltre ad essere uno sperpero di molti €, ripropone il suo fallimentare e oneroso modello di anti immigrazione, che è denigrato, condannato, screditato e ridicolizzato da tutti i partiti politici dell’opposizione: dal PD a +Europa a AVS. Inoltre, il fallimento politico, disastroso e inutile, dell’azione anti immigratoria, della Premier Meloni, la fa apparire, agli occhi di tutto il mondo, una nana ridicola e comica perché fa ridere perfino i polli al vedere una nave militare così grande trasportare solo 8 migranti che poi, fra qualche giorno, saranno di nuovo riportati in Italia perché i giudici di Roma non convalideranno il DL, con il quale il governo Meloni pensa di avere il diritto di trasportare e di deportare 8 migranti in Albania. Inoltre, io, B. C., dico, penso e reputo che la Premier Meloni deve finire di dire e di ripetere che tutte le altre associazioni politiche, i partiti, i sindacati e tutte le altre associazioni culturali devono collaborare con lei, cioè con il suo governo, in nome di una unità e di un orgoglio nazionale. La metafora che la Premier Meloni dice per raffigurare questa collaborazione dei partiti politici con lei è quella detta e ripetuta dalla Premier in diverse occasioni. Infatti, la Meloni ha detto e dice sempre: “Non disturbare chi vuole fare”, cioè non disturbate né il mio governo né me, perché sto guidando e governando l’Italia. Io, B. C., dico e affermo che la frase della Meloni è una frase, ipocrita e falsa, perché sotto l’apparente significato, accattivante e neutro, della Premier Meloni, si nasconde il vero significato della frase e cioè che tutti i 3 poteri dello Stato e i partiti politici devono essere sottomessi e obbedire a lei che vuole sottomettere e vuole comandare ed esercitare tutti i 3 poteri dello Stato italiano. Io, B. C., dico, penso e giudico, invece, che la Premier Meloni non dovrebbe essere una ipocrita e non dovrebbe parlare con frasi, ambigue e false, perché sotto le sue parole, subdole e ipocrite, c’è, soprattutto, la volontà di sottomettere e sottoporre tutte le altre associazioni politiche e sociali italiane a lei, cioè al potere esecutivo dello Stato. Se tutto questo si avvererà, la Premier Meloni diventerà la prima dittatrice della nuova Democratura italiana. Io, B. C., spero e auspico che la Premier Meloni si dimetta dal suo governo prima della naturale scadenza della sua legislatura. Infine, io, B. C., penso, reputo, giudico e asserisco che i passeggeri dell’autobus hanno, non solo il dovere di disturbare il conducente del pullman, ma hanno anche il diritto e dovere di far fermare e di bloccare l’autobus, quando essi, i passeggeri, vedono che l’autista sta guidando male il pullman e li porta a sbattere in fondo al baratro, così come sta facendo la Premier Meloni. Allora è giusto che i passeggeri italiani e i partiti politici protestino e si ribellino all’autista, la quale sta facendo precipitare il pullman nel fondo del baratro, così come ha scritto, indicato e sostenuto il grande filosofo francese Sartre nel suo libro “Ribellarsi è giusto” del 1972-1974.
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Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che i 3 poteri dello Stato italiano devono rimanere autonomi e indipendenti l’uno dall’altro, perché soltanto la loro indipendenza e la loro autonomia garantiscono la stabilità della democrazia antifascista italiana e assicurano la coerenza della Repubblica italiana fondata sulla Costituzione italiana. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che soltanto la separazione e l’indipendenza dei 3 poteri dello Stato devono essere interdipendenti, correlati, ostili e divergenti tra di loro perché soltanto la divergenza, la criticità e la corresponsabilità di essi, fra di loro, assicurano l’autonomia dei 3 poteri e garantiscono, anche, l’indipendenza dei 3 poteri che fondano e stabiliscono l’autorità dello Stato italiano e della Costituzione. Infatti, io, B. C., penso, reputo e presumo che l’obiettivo principale della Premier Meloni sia quello di sottomettere i 3 poteri dello Stato italiano e l’alta magistratura. Infatti, io, B. C., penso, reputo e presumo che la Premier vorrebbe esercitare il suo potere, anche, sui sindacati. Inoltre, la Premier Meloni pretende, anche, che, se vincerà il referendum sul Premierato, dovrebbero obbedirle tutti: dalla magistratura ai giudici, dai politici ai sindacati. Infatti, l’obiettivo principale del governo Meloni è quello di sottomettere il Parlamento, i partiti politici, i giudici, i magistrati e i sindacalisti, riducendo e trasformando, così, la Repubblica italiana da una Repubblica, Democratica Antifascista, in un regime di Democratura, Antidemocratica, totalitaria, neo e post fascista. Invece, io, B. C., auspico che, sia i 3 poteri dello Stato e sia i partiti politici rimangano, divergenti, critici, autonomi e indipendenti tra di loro, perché soltanto la loro indipendenza e la loro autonomia assicurano la Democrazia liberale e garantiscono le libertà, politiche, sociali e civili a tutti gli italiani. Inoltre, la separazione e l’indipendenza dei 3 poteri costituisce la base solida e inconfondibile della Repubblica italiana, fondata sulla nostra cara, preziosa e attuale Costituzione italiana. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che il governo della Premier Meloni e della Lega, per le loro pretese, arroganze, richieste e pretensioni, assurde, illogiche, anticostituzionali e antiistituzionali, come l’autonomia differenziata e il Premierato, è un governo retrogrado, anacronistico, involuto, poliziesco, autoritario, antidemocratico, antitaliano e neo post fascista. Ma, io, B. C., penso, reputo, giudico e auspico, anche, che la Repubblica italiana, Antifascista e Liberale, non debba diventare una Democratura sul modello della Democratura dell’Ungheria di Orban. Inoltre, io, B. C., penso e dico alla nana e finta bionda Premier Meloni che deve finire e smettere di pretendere che tutte le altre associazioni, politiche, culturali e giudiziarie, debbano obbedire e collaborare con lei, come lei pretende e insiste, sollecitando e spronando i deputati del PD europeo a votare per l’intrusione del fascista Fitto nella Commissione Europea, che sarà guidata da Ursula von der Leyen. Inoltre, io, B. C., per terminare questo secondo articolo politico di novembre 2024, dico e affermo che, non c’è bisogno né della rivolta sociale, auspicata, invocata e minacciata, nei giorni scorsi, da Maurizio Landini, e non c’è nemmeno bisogno in Italia di una rivoluzione, violenta e politica, come la rivoluzione russa del 1917, perché non siamo nei tempi, critici e turbolenti, drammatici e violenti, della rivoluzione russa. Io, B. C., penso, reputo e giudico che è già sufficiente che i sindacati abbiano già proclamato e organizzato la manifestazione dello sciopero del 29/11/2024 contro la manovra finanziaria, iniqua e sbagliata, della Premier Meloni e del suo governo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo, giudico e auspico che la maggioranza dell’elettorato italiano attui, invece, una rivoluzione, silenziosa e segreta, nel segreto e nel silenzio delle urne, al momento delle votazioni, sia regionali che nazionali, come potrebbe accadere nelle prossime elezioni dell’Umbria e dell’Emilia Romagna, di domenica prossima. Infatti, io, B. C., spero e auspico che, sia gli umbri e sia i romagnoli, anziché votare il partito FdI della Meloni, votino i partiti del centro sinistra, come il PD o il partito AVS, per riportare, finalmente e opportunamente, il governo italiano della nana e finta bionda di estrema destra, dal centro destra al centro sinistra. Inoltre, io, B. C., auspico e confido che le auspicabili vittorie, in Umbria e in Emilia Romagna, del centro sinistra ridaranno, sosterranno e riporteranno, di nuovo, la Democrazia e le libertà, civili, sociali, culturali, istituzionali e costituzionali, a tutti gli italiani. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che le auspicabili vittorie, in Umbria e in Emilia Romagna, del centro sinistra scongiureranno ed eviteranno, anche, la svolta totalitaria della destra, la quale potrebbe e vorrebbe instaurare un nuovo Stato neo e post fascista, sotto la forma di una nuova Democratura alla Orban, con l’introduzione dell’autonomia differenziata e dopo la vittoria del referendum del Premierato. È ovvio che io, B. C., auspico, spero e confido che, alle prossime elezioni regionali, di domenica e lunedì prossimo, 17 1 18 novembre 2024, dell’Umbria e dell’Emilia Romagna, invece, i partiti del centro sinistra, PD e AVS, vincano sui partiti di centro destra.
Modica, 15/11/2024 Prof. Biagio Carrubba
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