PARAGRAFO N. 42
Io, B. C., penso che l’atteggiamento, il comportamento, le opere,
le idee e l’agire di Gesù Cristo non abbiano niente di speciale e
di straordinario perché poggiano sulla fantasia dei suoi discepoli
e sono frutto dell’immaginazione dei suoi fedeli e fidati apostoli.
Io, B. C., ritengo e suppongo che Gesù Cristo non fece nessun
miracolo, perché i miracoli non sono stati eseguiti da Cristo.
Inoltre questi presunti miracoli poggiano sulle menzogne di chi
dice di compiere miracoli e di essere un miracolatore.
Secondo me, il modo di dire e di fare di Gesù Cristo, che promet-
teva la salvezza eterna a tutti coloro che lo ascoltavano, è stato
un modo di illudere, lusingare, affascinare e abbagliare la gente
che lo ascoltava e che credeva alle sue parole e alle sue parabole.
Per acquistare la salvezza eterna, secondo Gesù Cristo, infatti
bastava ascoltare e credere alle sue parole. Questo lusingare,
allettare, incantare, ingannare e abbagliare la gente, con queste
promesse fittizie e lusinghiere, mi fa venire in mente lo stesso
atteggiamento, lo stesso comportamento e il modo di fare che
aveva il protagonista del film “L’uomo delle stelle”. Un film di
Giuseppe Tornatore del 1995, interpretato da S. Castellitto.
Io, B. C., immagino che il protagonista di questo film, Joe Morelli,
assomigli, anche, fisicamente, al corpo e ai movimenti disinvolti
di Gesù Cristo. Il protagonista del film, infatti, si spaccia come
inviato di una casa cinematografica che, girando per le province
della Sicilia, in cambio di 1500 lire, che nella Sicilia degli anni ’50
non erano pochi, faceva dei provini a molte persone a cui promet-
teva: fama e denari. Joe Morelli, in modo accattivante e intrapren-
dente, attirava, con il suo camioncino, la gente a fare dei provini,
promettendo alle comparse che sarebbero potuti diventate grandi
attori, ricchi e famosi. Il falso e presunto giovane inviato si innamorò,
anche, di una giovane ragazza, ingenua, di nome Beata, a cui aveva
fatto il provino; la giovane ragazza si innamorò di Joe Morelli, il quale
ricambiò l’amore. In questo modo, secondo me, si comportava il
giovane Gesù Cristo, il quale prometteva a tutti la salvezza della vita
eterna e bastava, soltanto, per chi lo ascoltava, credere alle sue
parole e promesse. Il giovane inviato cinematografico prometteva
sogni, soldi e fama, ma, alla fine, alcuni mafiosi siciliani, raggirati da
lui, capirono la truffa del falso giovane inviato cinematografo.
Così un giorno, i mafiosi truffati, in combutta e con il tradimento
di alcuni carabinieri, gli fecero una imboscata e, con un inganno, lo
portarono in un luogo isolato, dove lo massacrarono di botte.
Joe Morelli fu ricoverato e arrestato. Quando uscì dal carcere andò
a trovare la giovane donna che era stata ricoverata in una casa di
cura perché era uscita di senno; lei non lo riconobbe e quindi Joe
Morelli, sconsolato e deluso, riprese il suo camioncino e, mentre
lasciva la Sicilia, riascoltava le voci registrate delle comparse,
rimaste impresse nelle pellicole dei provini. E, nella memoria,
rivedeva, le facce, le posture, gli atteggiamenti e le smorfie delle
comparse truffate. Insomma, sia Gesù Cristo, sia il protagonista
del film, illudono, ingannano, abbagliano e lusingano il popolo,
promettendo, l’uno, il presunto messia, la resurrezione dei corpi
umani e il godimento della vita eterna; l’altro, il finto regista,
assicurando loro soldi e fama nel settore cinematografico.
Ma i progetti di vita, sia per Gesù Cristo, sia per Joe Morelli, non
andarono in porto e non ebbero buon fine; anzi, i loro progetti
e i loro obiettivi di vita andarono diversamente da come loro
speravano. Infatti i loro progetti di vita si evolvettero in peggio
e si conclusero con una fine disastrosa e impietosa. I due lesto-
fanti subirono sia il tradimento e sia la morte. Infatti Gesù Cristo,
trovò, prima, il tradimento di Giuda e poi la morte crocifissa per
la protesta e sollevazione degli ebrei che spinsero Pilato a con-
dannarlo alla crocifissione. Così, anche, il protagonista del film
trovò, prima, il tradimento dei carabinieri che lo lasciarono in
balia dei mafiosi che lo massacrano e lo lasciarono in fin di vita.
Io, B. C., penso che i due personaggi mentivano entrambi:
l’inviato cinematografico sapeva di mentire e di truffare tutti
coloro che accettavano di pagare per farsi fare il provino con
la speranza di diventare ricchi e famosi e suppongo che anche
Gesù Cristo era consapevole di mentire e di ingannare i suoi
discepoli e sua madre, perché lui sapeva che sarebbe risorto
come era previsto dalla Provvidenza Divina, voluta e stabilita
da suo Dio – Padre. Gesù Cristo voleva, soltanto, predicare e
convincere la gente che lui era, veramente, il figlio di Dio.
Però, Gesù Cristo non rivelò a tutti gli altri, qual era il motivo
della sua immolazione, voluta e stabilita dal suo Dio – Padre.
Io, B. C., penso che questa presunzione di Gesù Cristo di esse-
re il figlio di Dio era soltanto una baggianata e una illusione
nella mente del giovane ebreo. Egli, infatti, si credeva di es-
sere il figlio di Dio ma, nella realtà, era soltanto uno dei tanti
giovani profeti che parlava in nome di un Dio inesistente.
MODICA 28 MARZO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
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