
PARAGRAFO N. 18
Poi, io e Dante, percorsi altri 100 passi, velocemente,
ci allontanammo dalla prima baracca e ci fermammo
davanti al cancello della seconda baracca. Il diavolo,
cornuto e custode, del cancello dalla livrea a strisce
orizzontali verdi – blu (livrea n. 10), della seconda
baracca, ci guardò con occhi torvi. Noi lo guardammo
e ci avvicinammo al cancello, davanti al quale c’era il
secondo cartello con questa scritta: DANNATI POLI-
TICI DI DESTRA DELLA PRIMA META’ DEL XX SECOLO.
BARACCA N. 2. Poi guardammo il secondo cumulo
delle anime, perse e dannate della seconda baracca.
Erano le anime dei politici e degli statisti, senza cari-
sma, della prima metà del XX secolo. Subito dopo, io,
B. C., vidi, nel nuovo mucchio, altri dannati, proveni-
enti dal mondo politico italiano. Improvvisamente,
mi accorsi che le anime si innalzavano in alto al volo
e poi precipitavano, vorticosamente, in basso, sfracel-
landosi al suolo; poi si ricomponevano, in pochi minuti,
riaddensandosi e riformando il mucchio. Guardai atten-
tamente il cumulo e vi riconobbi: il Re Vittorio Emanu-
ele III, condannato e dannato perché diede l’incarico a
Benito Mussolini di formare il primo governo fascista;
distinsi, anche, il Duce Benito Mussolini, condannato e
dannato perché tolse la libertà, la gioia e la felicità agli
italiani, riducendoli a sudditi, obbedienti e schiavi, e
perché portò gli italiani in una guerra già persa in par-
tenza, disastrosa, dolorosa, letale e inutile. Riconobbi,
anche, il famigerato camerata Giorgio Almirante, con-
dannato e dannato perché firmò il manifesto della razza,
e rafforzò, così, l’ideologia del fascismo, divenuto succu-
be del nazismo e agli ordini di Hitler. Questo manifesto
aumentò, ancora di più, l’organizzazione gerarchica e
l’ideologia, oppressiva e repressiva, del fascismo, riba-
dita, manifestata, espressa ed esemplificata dal famige-
rato slogan, persuasivo, subliminale, imposto, fatico,
semplificato, obnubilante e coatto monito:
“CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE”.
E, con questo slogan di Stato, ce n’erano tanti altri che
avevano lo scopo di intimorire, reprimere, ipnotizzare
le genti e inculcare loro l’ideologia del fascismo e incu-
tere, nelle loro menti, nei loro cuori e nella loro forma
mentis, l’ideologia del fascismo. Questi slogan avevano
lo scopo di fare accettare il loro terrorismo di Stato per
destare paura e sospetto e per incitare ogni cittadino
italiano, trasformando, così, ogni italiano in un perfetto
fascista, fanatico e conformista, pronto ad ubbidire e ad
eseguire gli ordini del fascio o dei gerarchi fascisti. Un
altro slogan molto in uso e molto famoso, nel ventennio
fascista, fu quest’altro: “Libro e moschetto fascista
perfetto”. Se qualcuno non si comportava secondo i
comandi dei gerarchi fascisti, veniva prelevato e porta-
to nella sede del fascio e lì gli facevano bere l’orrendo
purgante dell’olio di ricino. Tutta questa situazione è
ben visibile nel bellissimo film “Amarcord” di Federico
Fellini, quando il buon padre di famiglia viene condotto
nel comando fascista, dove i gerarchi fascisti lo costrin-
gono a bere l’olio di ricino. Il povero uomo rientra a
casa con lo stomaco irritato e con le viscere in subbu-
glio procurandogli una forte e puzzolente dissenteria.

MODICA 24 MARZO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
Commenti recenti