COMMENTO MIO PERSONALE SULLA NARRAZIONE CHE GLI EVANGELISTI FECERO SULLA VITA E LE OPERE DI GESU’ CRISTO.

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PARAGRAFO N. 35

Io, B. Carrubba, penso che le narrazioni dei quattro evangelisti siano soltanto: baggianate, fanfaluche, balle, fandonie, panzane, ad eccezione del fatto storico che un giovane profeta giudeo fu crocifisso, e come dice il Credo, patì sotto il governatore romano Ponzio Pilato, fatto storicamente accertato dai quattro evangelisti e dalle opere latine, coeve alla vita e alla morte di Gesù, come le opere storiche e poetiche di Flavio Giuseppe. Tutto il resto, secondo me, è pura invenzione, bella e buona, inventata dai quattro evangelisti e poi dai suoi discepoli. Io, B. C., avrei reagito come i giudei reagirono alle provocazioni, alle insurrezioni e alle bestemmie di Gesù Cristo, quando compiva i suoi miracoli di sabato. Io, B. C., come i giudei avrei detto: <<Io non riconosco questo giovane Gesù Cristo come figlio di Dio>>. Io, B. C., giudico la narrazione dei quattro evangelisti soltanto come fiction vera e propria e non mai come la base e la partenza su cui fondare una nuova religione, basata sugli insegnamenti e sulle opere di Gesù Cristo. Invece sia i suoi discepoli, sia i suoi apostoli, sia i filosofi della filosofia patristica e sia i padri della chiesa, tanto predicarono, tanto scrissero e tanto fecero che convinsero e persuasero i pagani e i romani ad abbandonare e ad abbattere la religione politeista. I nuovi cristiani, con la nuova Chiesa di Roma, diffusero il cristianesimo che, a poco a poco, elaborò i dogmi della religione Cristiana. Dogmi che furono imposti, accettati e creduti in tutta Europa. La conversione dei pagani e dei romani al cristianesimo, secondo me, fu dovuta, soprattutto, ai martiri cristiani, che si lasciavano mangiare vivi e morire fra le zanne dei leoni e di altri animali feroci. Questi martiri, morti in nome di Gesù Cristo, vollero dare l’esempio e l’attaccamento alla fede della nuova religione cristiana. La vittoria del cristianesimo sul paganesimo è stata dovuta, secondo sant’Agostino, ai miracoli compiuti dei discepoli di Gesù Cristo, come i miracoli compiuti da san Pietro. Sant’Agostino ha esposto e spiegato questa tesi nel XXII libro della sua opera filosofica e teologica “La città di Dio”. Da questo paragrafo, io B. C., traggo un brano nel quale sant’Agostino spiega e illustra come i discepoli di Gesù riuscirono a convertire i pagani al cristianesimo attraverso i miracoli che fecero dopo la morte di Gesù Cristo. Ecco il brano centrale di questo ragionamento: “Se invece il mondo ha creduto com’è vero, a pochi uomini, oscuri, umili, senza cultura, che dissero e scrissero d’averla vista, perché i pochi ostinatissimi rimasti ancora non credono, mentre il mondo vi crede? E ha creduto a pochissime persone senza nobiltà di bassa condizione senza cultura, perché in questi miseri testimoni la divinità ha manifestato sé stessa in modo più mirabile e persuasivo. I discorsi pronunciati per persuadere non erano parole, ma miracoli.” E poi sant’Agostino conclude questa dimostrazione alla fine di questo paragrafo con questo ragionamento. “Se invece non credono che gli apostoli di Cristo abbiano fatto questi miracoli, per essere creduti quando predicavano la resurrezione e ascensione di Cristo, a noi basta questo unico grande miracolo: che il mondo gli ha creduto senza alcun miracolo.” (da “La città di Dio”. Libro XXII. Pagine 1365 – 1366. Edizione Oscar Mondadori). Con questa affermazione, sant’Agostino toglie ogni valore ai miracoli di Gesù Cristo e attribuisce più valore ai miracoli degli apostoli. Secondo me, i miracoli di Gesù Cristo dovrebbero avere più valore dei miracoli, pochi, inesistenti, ininfluenti e sconosciuti alla maggioranza della gente, compiuti dagli apostoli. Ma, in definitiva, sia i miracoli di Gesù Cristo sia i miracoli degli apostoli, secondo me, sono soltanto delle invenzioni immaginarie e delle frottole inventate dai quattro evangelisti per creare sulla figura di Gesù Cristo la nuova religione del cristianesimo. Dante Alighieri riprende questo ragionamento, come già aveva fatto san Tommaso e lo sintetizza nella famosa terzina del Paradiso, canto XXIV. “Se ‘l mondo si risolve al cristianesimo” / dissi io “sanza miracoli, quest’uno/è tal che li altri non sono il centesmo”. (Versi 106 – 108). Io B. C., affermo che la cristianizzazione non fu affatto opera degli apostoli di Gesù Cristo, attraverso i loro miracoli, ma la conversione dei pagani al cristianesimo fu dovuta sia alla progressiva propaganda dei nuovi credenti e sia ai martiri cristiani che si lasciavano sbranare dai leoni e bruciare vivi nelle arene romane, dove i romani imprigionavano e condannavano a morte i martiri cristiani. Un altro motivo importante che favorì la cristianizzazione dei pagani fu, anche, la costante produzione letteraria e filosofica degli intellettuali neocristiani. Infine, un’altra prova della debolezza del cristianesimo fu, secondo me, il fatto che, dalla morte di Gesù Cristo e dalla morte dei primi apostoli sono stati necessari ben cinque secoli affinché avvenisse la conversione dei pagani al cattolicesimo. Senza questo tempo e senza la conversione dell’Imperatore Costantino non vi sarebbe mai stata la perfetta cristianizzazione dei pagani. Io, B. C. penso che i martiri cristiani, infatti, con il loro esempio e con la loro testimonianza, dimostrarono la loro fermezza d’animo nell’affrontare la morte in nome di Gesù Cristo. Accanto a questi martiri, ci fu, anche, una casta di intellettuali cristiani e i filosofi della Patristica, che con le loro opere letterarie e poetiche convertirono milioni di pagani alla nuova religione del cristianesimo. I primi cinque secoli, dopo la morte di Cristo, furono secoli pieni di concili ecumenici che definirono la dottrina cristiana e i primi dogmi che guidarono, combatterono ed eliminarono le prime eresie della nuova Chiesa di Roma, Cattolica e Apostolica. Inoltre i concili ecumenici dei primi dieci secoli elaborarono altri e fondamentali dogmi, irrazionali, illogici, fideistici, misteriosi, perentori, mistici, categorici, astratti, astrusi, indiscutibili, intoccabili, insensati e maledetti, perché hanno provocato, nel corso dei secoli, una gran quantità di calamità che hanno prodotto guerre e ingiustizie tra tutti i popoli del mondo. Questi dogmi, nel corso dei secoli, si sono dimostrati antidemocratici, antiliberali e liberticide della libertà di parola e del diritto di critica verso coloro che volevano criticare o rifiutare i dogmi stessi e tutte le altre dottrine e catechesi della chiesa cattolica di Roma. Un’altra conseguenza negativa dei dogmi è stata la chiusura a riccio dello Stato della chiesa di Roma. Anche oggi lo Stato del Vaticano è una società chiusa alle idee della democrazia e delle libertà sociali ed è una società non aperta alle nuove idee del progresso e delle libertà civili. Ancora oggi, il Papa Francesco nega il matrimonio tra omosessuali e tuttalpiù, in via ipotetica, ammette e concede soltanto l’unione civile tra persone dello stesso sesso. Secondo me, B. C., l’incongruità dei dogmi cristiani con la dottrina cristiana è palese, perché né i dogmi né la dottrina cristiana sono conosciuti dal popolino, che si comporta da cattolico e da buon cristiano soltanto per amore del quieto vivere sociale. Ma allora come fece il cristianesimo a imporsi sul paganesimo? Oltre alla spiegazione storica dell’alleanza fra imperatori romani e ricchi commercianti ebrei, secondo me, B. C., ce n’è un’altra ed è questa. Secondo me il popolino cristiano, che non conosceva né i dogmi né la dottrina cristiana, fu contagiato, affascinato e sbalordito dalla nuova liturgia cristiana rispetto ai vecchi culti della religione pagana. Insomma i pagani furono abbagliati e convertiti al cristianesimo perché gli piacquero tutte le liturgie della chiesa cristiana: la messa, il segno della croce, la festa ricorrente della Pasqua cristiana, le processioni dei santi e la celebrazione del 25 dicembre come nascita di Gesù e tutti gli altri riti nuovi che la chiesa di Roma elaborava e metteva in pratica tra i nuovi cristiani. Tutte queste liturgie e riti cristiani sono soltanto balle, fregnacce che hanno fatto presa su un popolo ignorante che seguiva questi riti con devozione e incredulità. Un esempio quotidiano di un rito idolatro e simbolico è la santa messa che viene celebrata nelle chiese. Secondo me la santa messa è proprio l’esempio classico di gesti e di parole che non hanno nessun significato logico e razionale, ma tutta basata sui gesti e sull’ultima rievocazione dell’ultima cena di Gesù Cristo. Io, B. C., penso e reputo che questa rappresentazione simbolica di Cristo è tutta una balla perché non ci sono prove di questa cena e delle ultime parole che Gesù disse in quella occasione. L’ultima invenzione liturgica è stata sicuramente quella dovuta a san Francesco d’Assisi, il quale inventò il primo presepe vivente, che ha fatto presa nei cuori e nelle menti di tutti i fedeli, che, ancora oggi, ogni anno rinnovano la tradizione del presepe costruendolo a casa per ricordare e rievocare la nascita di Gesù Cristo. In questi ultimi secoli, poi, si è aggiunta la tradizione di addobbare l’albero di Natale per rendere il Natale una festa gioiosa e lieta per tutti i bambini e adulti. Tutte queste liturgie e riti hanno, secondo me, affascinato, ammaliato e convertiti i primi cristiani ad abbandonare il paganesimo e ad abbracciare, convintamente, la nuova religione cristiana guidata e organizzata dalla Chiesa Apostolica di Roma. Le liturgie e i riti cristiani sono talmente affascinanti e pervasive che perdurano fino ad oggi; infatti, per esempio, gli americani negli USA, che sono un popolo contrario alla religione cristiana cattolica, perché seguono altri movimenti e confessioni religiose, come i mormoni, i metodisti e i protestanti, eppure durante le festività natalizie sono i primi a preparare l’albero di Natale a New York e ad abbellire e addobbare presepi natalizi con tanto calore ed affetto perché anche loro diventano bambini e come i bambini sono affascinati dalle palle natalizie variopinte e dai pastori del presepe. Io, B. C., reputo e suppongo che gli americani, che non credono assolutamente né ai dogmi né alla dottrina cattolica, partecipano attivamente sia agli allestimenti degli alberi di Natale e credono anche alla tradizione natalizia di Babbo Natale perché sono ammaliati e suggestionati dalla liturgia e dai riti cristiani. 

MODICA 26 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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