PARAGRAGO N. 36
Lucanarra e descrive la processione e la morte di Cristo con queste parole. “Morte di Cristo. Era quasi l’ora sesta, quando si fece buio su tutta la Terra fino all’ora nona, essendosi eclissato il sole. Il velo del tempio si squarciò a metà. E Gesù, gridando a gran voce disse <<Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito>>. Detto questo spirò. Il centurione, vedendo l’accaduto, glorificava Dio: <<Certamente quest’uomo era giusto>>. Anche tutti quelli che erano convenuti per questo spettacolo, davanti a questi fatti se ne tornarono a casa battendosi il petto. Tutti i suoi amici e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea se ne stavano lontano, osservando tutto ciò che accadeva. (Vangelo secondo Luca. Cap. 23. Versetti 44 – 49). Questa frase, questa invocazione, questa richiesta: <<Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito>>, pronunciata da Gesù Cristo, presunto figlio di Dio, come lui affermava di essere, è, secondo me, assolutamente falsa e non – vera, perché contiene una menzogna, bella e buona, esistenziale e drammatica, perché la supplica di Gesù rivolta a suo Dio – Padre non è mai stata condivisa né conosciuta, né esperita da nessun uomo sulla faccia della Terra. Infatti nessun uomo sa dove la sua anima finirà dopo la sua morte. Invece Gesù Cristo, conoscendo la Provvidenza Divina e la sua Predestinazione, già sapeva che la sua anima, dopo la morte del suo corpo, sarebbe salita in cielo, come lo stesso Luca aveva scritto pochi versetti prima: <<Ma d’ora in poi il figlio dell’uomo sederà alla destra della potenza di Dio>>. (Vangelo secondo Luca. Cap. 22. Versetto 69). Dunque, secondo me, questa richiesta e questa invocazione è falsa, perché nessun uomo mai ha potuto verificare la veridicità di questa affermazione e perché nessun uomo è mai arrivato a vedere Dio, faccia a faccia, tranne Dante Alighieri nella sua Divina Commedia. Ma come si sa la Divina Commedia è soltanto una fiction, una invenzione poetica e una finzione fantastica e niente di più. E poi, secondo me, questa supplica a Dio suo Padre è falsa perché non esiste nessun Dio – Padre, nessuna Provvidenza Divina e nessuna Predestinazione. Detto ciò, io B. C., considero la crocifissione e la morte di Gesù un episodio particolare e speciale, ma normale e comune come ce ne furono tante nella Giudea romana, dove le crocifissioni erano una pratica ben diffusa per punire sia i condannati politici e sia i delinquenti comuni. La processione che accompagnò la crocifissione fu un evento che sconvolse sia la madre di Gesù e sia i suoi amici discepoli; ma nessuno dei presenti, madre, donne, discepoli e conoscenti che assistettero alla crocifissione, conosceva che in quel preciso istante si stava realizzando la volontà di Dio – Padre e nessuno era consapevole che in qui precisi momenti si stava adempiendo la Provvidenza Divina. Quindi, io, B. C., non considero la crocifissione e la morte di Gesù come un evento miracoloso, voluto, stabilito e programmato da Dio – Padre in persona, perché reputo che la morte di Gesù sia stata, soltanto, una morte naturale e fisiologica di un giovane giudeo, che veniva crocifisso su richiesta e sollecitazione di un tribunale giudeo e con l’approvazione, ab torto collo, del governatore romano Ponzio Pilato. Io, B. C., riconosco come viva, in Gesù Cristo, soltanto, la natura umana; e nego, in Gesù Cristo, la natura divina. Nessuno, tra i suoi discepoli, i suoi amici e nemmeno sua madre, sapeva che la morte di quel giovane fosse l’incarnazione di Dio – Padre e della Divina Provvidenza; quindi ognuno degli astanti faceva la propria parte, personale e pubblica, cioè agiva e si comportava secondo i propri sentimenti, rispettando la tradizione, laica e religiosa ebraica e romana. Solo Gesù Cristo sapeva che sarebbe risorto di lì a poco e, allora, secondo me, Gesù Cristo era ben cosciente e consapevole che stava ingannando sia sua madre, sia i suoi discepoli e sia tutti i presenti, ignari della sua prossima resurrezione. Per questo, io B. C., dico e affermo che l’invocazione e la preghiera di Gesù Cristo, a suo Padre – Dio, è falsa, non vera, perché lui poteva benissimo avvisare i suoi amici che sarebbe risorto poco dopo, e invece non l’ha fatto. L’aver taciuto la verità, che conosceva soltanto lui, ai suoi discepoli, ai suoi amici e a sua madre, che erano convenuti davanti alla croce per sostenerlo e confortarlo, costituisce, secondo me, la sua colpa più grave perché non aveva rivelato a loro la verità e cioè che dopo morto sarebbe risorto. Dunque, secondo me, anche Gesù Cristo, presunto figlio di Dio, è colpevole perché si è comportato da mentitore e da bugiardo. Egli ha mentito, sia ai suoi discepoli e sia a sua madre. Per questa colpa di falso e di mentitore Gesù Cristo è stato condannato, da me, all’Inferno, per blasfemia, nella baracca n. 8, dove sostano e giacciono i falsi profeti, come Gesù Cristo e come Maometto, che predicavano nuovi Dei, falsi e bugiardi. Anch’io, B. C., condanno Gesù Cristo all’Inferno per la sua predicazione di un Dio – Padre che non esiste e di cui lui si vantava e si faceva banditore di una nuova religione idolatra che sconvolgeva la tradizione ebraica e pagana. Anche Dante Alighieri ha definito gli Dei pagani “nel tempo de li dei falsi e bugiardi” e li condanna, nel verso 72 del primo canto dell’Inferno. Inoltre, io, B. C., reputo e suppongo che l’invocazione di Gesù a suo Padre: <<Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito>>, è, secondo me, una supplica falsa perché Gesù Cristo, pur sapendo che sarebbe risorto, chiese a suo Padre di salvargli il suo spirito. Secondo me, questa petizione di Gesù Cristo non ha nessun valore e nessuna verità, dal momento che Gesù Cristo già sapeva che Dio – Padre lo avrebbe accolto e lo avrebbe fatto sedere alla sua destra. Quindi la richiesta di Gesù Cristo era inutile e vana, quanto meno retorica perché tutto era già previsto e programmato dalla Divina Provvidenza, cioè da Dio – Padre. Insomma Gesù Cristo mentiva sia a sé stesso che agli astanti. Tutto questo ragionamento dimostra, secondo me, che tutta la crocifissione e la morte di Gesù Cristo furono una finzione, grandiosa e spettacolare, una farsa, teatrale maestosa, e una fiction inutile e vana, dato che, Dio – Padre, attraverso la Provvidenza Divina, aveva già previsto e stabilito tutto. Tutta questa messa in scena significa, secondo me, che la processione e la crocifissione di Gesù Cristo era soltanto una pagliacciata e una mascherata alla fine di ingannare i presenti, Maria compresa e tutti gli altri evangelisti. Tutti e due, Padre e figlio, sapevano la verità ed entrambi hanno mentito, sia all’umanità presente allora e sia all’umanità futura, cioè a noi, che siamo i figli dei figli di quella rivoluzione religiosa, voluta e stabilita soltanto da due persone, Padre e figlio. Dunque, secondo me, entrambi, Padre e figlio, sono colpevoli di aver mentito a tutta l’umanità, passata, presente e futura. Nessuno dei presenti di allora conosceva le menzogne di Gesù e nessuno sapeva che la morte di Gesù era l’epilogo della breve vita del presunto figlio di Dio. Per questo motivo nessun ebreo poteva credere ed accettare che quel giovane fosse, veramente figlio di Dio, benché da tre anni lui si proclamasse figlio di Dio e figlio dell’uomo. Nemmeno io, B. C., avrei riconosciuto Gesù Cristo come figlio di Dio – Padre, come i giudei di allora non lo riconobbero, perché non c’erano prove a suo favore tranne i miracoli a cui nessuno dei giudei credeva, perché non li consideravano veri miracoli e quindi non li accettavano come tali, addirittura i giudei e i sommi sacerdoti, quando venivano a conoscenza dei miracoli compiuti dal giovane Gesù Cristo, lo giudicavano e lo consideravano un imbroglione e un ciarlatano perché non credevano che lui potesse fare i miracoli con i quali stupiva il popolo ebreo ed era seguito dai suoi discepoli. Infine, io B. C., penso e reputo che la non – conoscenza della Divina Provvidenza, da parte dei giudei e dei romani, scagioni e discolpi tutti i partecipanti a quell’evento storico che si svolse a Gerusalemme nel 33 d.C. circa. Dunque tutti gli astanti non sapevano che Gesù Cristo sarebbe risorto dopo tre giorni, tranne Dio – Padre, che ha voluto e ha programmato quella ingiusta, inutile e vana morte del proprio figlio unigenito, Gesù Cristo. In quella occasione, Dio – Padre, secondo me, si è macchiato di una colpa gravissima, commettendo il brutto ed esecrando reato di “figliocidio”. Per questo motivo anche Dio – Padre è, secondo me B. C., reo di morte per l’omicidio di suo figlio unigenito, Gesù Cristo. Io, B. C., penso, che per rendere giustizia e verità a Gesù Cristo, è necessario che io uccida Dio – Padre. Allora io, B. C., sono pronto e mi accingo, con il prossimo paragrafo, ad eseguire la sentenza di morte contro Dio – Padre. Per prima cosa, io, B. C., affermo che Dio – Padre non esiste. Ora, siccome Gesù Cristo, il figlio unigenito di Dio – Padre, è stato fatto uccidere per la decisione e per la volontà di suo Padre – Dio, – attraverso la sollecitazione, la sollevazione e l’insurrezione dei giudei e l’esecuzione dei romani, a me, B. C., ora, non resta altro che uccidere il mandante dell’omicidio, cioè Dio – Padre. Dunque, io, B. C., per forza di cose sono pronto a diventare un “deicida”.
MODICA 26 MARZO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
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