Auguri e felice anno nuovo 2014!

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Primo giorno dell’anno 2014 io, Biagio Carrubba,
auguro un felice anno nuovo:
alla mia carissima e amata madre Ferlanti Assunta.
Purtroppo mio padre Carrubba Luigi è scomparso nel giugno 2013,
ovviamente è nel mio cuore ogni giorno.
Auguro un felice anno nuovo
a mia sorella Carrubba Maria e a suo marito Guglielmo,
ai loro figli: Giorgio, Elisa e Luigi;
a mio figlio Leonardo e alla mia ex-moglie;
al mio amico Professore Giorgio Buscema e ai suoi figli;
a Maria Vindigni e famiglia;
alla mia cara professoressa Flora Monteforte.
Ricordo con tristezza e mestizia anche
mio zio Carrubba Michele (Michelino) morto nel 1999,
e mio zio Cavarra Luzio morto nel 1996.
Auguro a tutte le persone che versano in condizioni disagiate,
poveri, malati e bisognosi, una pronta guarigione
e una vita sana e felice.
Auguro che quest’anno 2014 il Signore Iddio
si faccia vedere e mantenga la sua promessa
di venire presto…
O in alternativa spero che, al suo posto,
vengano gli alieni 
di un’altra galassia
che abbiano una eguale tecnologia
a quella umana o di poco più avanzata…
Auguro a tutti un felice anno nuovo
A Tout le monde, good new year to all the world.

31 Dicembre 2013
Biagio Carrubba

I
Presentazione di tre poesie sull’amore

Io, Biagio Carrubba, come ogni capodanno anche quest’anno, 2014, presento due nuove poesie d’amore che ho scoperto quest’anno e che mi sono piaciute tantissimo. A queste due poesie ne aggiungo una mia inedita scritta sullo stesso argomento. L’autore di questi due bellissimi sonetti é John Keats (1795-1821). Questi due sonetti sono senza dubbio espressioni della poesia romantica inglese del primo Ottocento. Le due poesie sono dedicate ed ispirate alla sua giovane innamorata, Fanny Brawne, che per un breve periodo fu la sua musa ispiratrice. Credo che la brevissima e sfortunata vita di John Keats abbia similarità con la breve e sofferta vita di giacomo Leopardi. Entrambi sarebbero stati coetanei nella loro età storica se Keats non fosse morto prematuramente. I due poeti furono precursori del romanticismo e vissero entrambi il periodo a cavallo tra il classicismo, il pre-Romanticismo e il Romanticismo, come forma creativa del pensiero del primo Ottocento e furono entrambi assertori dell’amore fatale e sognatore. Ambedue i poeti soffrirono molto per un amore sognato e mai vissuto e tutti e due morirono lontani dalla loro casa nativa: Keats a Roma e Leopardi a Napoli. I due poeti morirono in età giovanile con la stessa malattia: la tubercolosi perché non riuscirono a curarlo. I due sonetti esprimono senza dubbio il sentimento d’amore cupo e fatalistico, tipicamente del primo Romanticismo; ma nonostante questo limite dovuto al periodo storico, le due poesie esprimono un aspetto profondo dell’amore che appartiene a tutti i giovani amanti che amano in modo esclusivo la propria donna. Invece la mia poesia vuole essere completamente diversa da questi sonetti di Keats perché è una poesia completamente opposta allo spirito romantico ed invece è ispirata a descrivere un amore nel suo aspetto creativo, bizzarro e colorato. Inoltre, vedo l’amore non come un sentimento rivolto al passato ma come una forza interiore ed un’energia prorompente, dinamica ed esplosiva proiettata al futuro.

John Keats

LVI

(A Fanny)

Io grido a te pietà, pietà, amore –
sì, amore! Amore misericordioso,
non supplizio di Tantalo, ma univoco
pensiero, ed immutabile e innocente,
a viso aperto e chiaro e senza macchia!
Lascia che io t’abbia tutta, tutta mia!
Quella forma leggiadra, quella dolce
droga d’amore minima, il tuo bacio –
mani ed occhi divini, il caldo e bianco
lucente seno dalle mille gioie;
te stessa, la tua anima, ti supplico
per pietà, dammi tutto, non escluso
un atomo di un atomo, o morrò,
o se fosse vivrò, tuo miserando
servo, sarà mia vita senza scopo
nella foschia della sventura inutile –
perduto dal palato della mente
il gusto e resa l’ambizione cieca.

Traduzione di Mario Roffi

LVII

Se io fossi costante come te, fulgida stella –
non alta luce, notturna e solitaria,
che osserva a occhi eternamente schiusi,
paziente e insonne eremita del mondo,
il corso delle acque battezzanti i lidi
umani della terra; che contempla
la fresca maschera di neve, caduta
nuovamente sui monti e nelle brughiere –
no, ma del pari costante e invariato, la guancia
sopra il seno fiorente del mio amore,
per sentire il suo dolce abbassarsi e risalire,
eternamente desto in dolce apprensione,
per udir sempre il suo tenue respiro,
vivendo così sempre – o nell’oblio morire

Traduzione di Roberto Cresti

 big bang

L’amore è un’esplosione di colori

I

L’amore ha i colori vividi e gai dell’arcobaleno.
L’amore è il rosso della passione
è il rosso del tuo cuore;
L’amore è l’arancione del romanticismo
è l’arancione della tua pelle;
L’amore è il giallo della gelosia
è il giallo dei tuoi capelli biondi;
L’amore è il verde della speranza
è il verde dei tuoi occhi;
L’amore è il blu del mare mosso
è il blu del tuo animo;
L’amore è l’indaco della fatalità
è l’indaco del tuo charme e del tuo pathos;
L’amore è il violetto dell’affettività
è il violetto del tuo tenue afflato e del tuo eros.

II

L’amore è libertà perché quando
decidi di scegliere di amare qualcuno
lo decidi e lo scegli in piena libertà .

 III

L’amore è il Big Bang della gioventù e
sgorga spontaneo nella fanciullezza.
L’amore è la forza interna, bizzarra e
crea l’armonia dove c’è lo scompiglio
e sconvolge dove c’è la pace.
L’amore fa girare veloci gli amanti
come i pianeti girano intorno alla propria stella.
L’amore è l’imprevedibile sentimento
che a volte dà gioia e felicità e
che a volte crea odio e passione.
L’amore è una grande forza di energia
che aiuta i giovani innamorati,
gli amanti e gli anziani
che quotidianamente affrontano
la dura lotta della vita,
che fa gioire e soffrire fino alla fine.

Insomma,
L’amuri e ‘na manu d’aiutu ‘ppi campari miegghiu”

foto pubblicazioni 17 dicembre 2013 020

Modica, 31 dicembre 2013

Biagio Carrubba

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