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Io, B. C., penso, suppongo e immagino che se Gesù Cristo fosse tornato in carne e ossa i 4 evangelisti avrebbero continuato a raccontare la vita storica e terrena di Gesù Cristo; invece i 4 evangelisti non hanno più raccontato la seconda vita di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, e ciò dimostra, secondo me, che Gesù Cristo non è mai ritornato sulla Terra né in forma di spirito né in forma di uomo in carne e ossa. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che il riconoscimento di Gesù Cristo, da parte degli Apostoli, così come è riportato e narrato da tutti 4 gli evangelisti, costituisca la prova della fondazione della religione del cristianesimo, perché con questo riconoscimento, la nuova religione cristiana si differenziava dalla religione del paganesimo, che era dominante in tutta l’area del Mediterraneo. Ma io, B. C., penso, reputo e giudico, anche, che, se i 4 evangelisti hanno fatto nascere la nuova religione cristiana, nello stesso tempo, però, hanno desistito a narrare e a raccontare la vita di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, dal momento che non c’era stato nessun Gesù Cristo risorto. Io, B. C. penso, reputo e giudico che proprio da questo riconoscimento, da parte degli evangelisti, sia nata l’idea del Dio cristiano che si differenziava, ovviamente, da tutte le altre genesi di Dio delle altre religioni. Io, B. C., giudico, reputo e sostengo che le citazioni e le dichiarazioni dei quattro evangelisti, sul ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, siano, soltanto, delle balle e delle frottole perché Gesù Cristo non può essere ritornato dopo la sua morte, per il semplice fatto che Dio o Gesù Cristo, nella forma di uomo, non è ritornato sulla Terra, dal momento che non esiste e quindi non può ritornare colui che non è mai esistito e che non esisterà mai. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti e quattro i Vangeli e gli altri testi fondamentali e fondativi della religione cristiana e cattolica di Roma non siano altro che pseudo testi sacri, inventati, fantastici e menzogneri dei quattro Evangelisti e di san Paolo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che, in tutte le storie, che i 4 Evangelisti raccontano, non ci sia nulla di vero sulla vita e sulla passione di Gesù Cristo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che, come non ci sia nulla di vero sui racconti dei miracoli compiuti da Gesù Cristo, quando guariva i malati o quando resuscitava i morti, così, io, B. C., penso che non ci sia nulla di vero, neanche sul ritorno di Gesù Cristo, dopo la sua morte e la sua resurrezione, perché non c’è stata nessuna resurrezione. Io, B. C., inoltre, penso, immagino e suppongo che non ci sia stato nemmeno il ritorno di Gesù Cristo tra i suoi discepoli; l’unica cosa certa, che si può accettare, razionalmente e storicamente, è la storia di un giovane giudeo che è morto sulla croce per ordine del governatore di Roma, Ponzio Pilato. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e ritengo che tutto ciò che i 4 evangelisti hanno raccontato e narrato sulla vita e sui miracoli di Gesù Cristo, sia, soltanto, una invenzione fantastica della loro mente immaginaria, immaginifica e delirante. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e immagino che tutte le volte che, nei 4 Vangeli, Gesù Cristo, ovvero Dio stesso, come Essere ontologico ed eterno, afferma che ritornerà di nuovo sulla Terra, sa di mentire e di dire una menzogna perché conosce la sua inesistenza, dal momento che non esiste né in cielo né in Terra. Io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le storie, i fatti, le azioni, i miracoli e i discorsi compiuti e fatti da Gesù Cristo non siano altro che il frutto della loro immaginazione e non siano altro che delle fandonie e delle menzogne, elaborate e messe in circolazione per inventarsi una nuova e assurda religione, che si differenziasse dal paganesimo imperante e circolante nel mondo latino. Infine, io, B. C., penso, giudico e reputo che tutto ciò che i 4 evangelisti scrissero dopo la morte di Gesù Cristo, sia soltanto una narrazione inventata, di sana pianta, sul figlio di Dio, il quale, certamente, non era il figlio di Dio, ma tutt’al più poteva essere un giovane profeta che predicava e asseriva di essere lui il figlio di Dio senza portare, però, nessuna prova su questa discendenza e figliolanza tra Dio e Gesù Cristo. Su questo punto, io, B. C., voglio fare un’altra considerazione conclusiva. Infatti, io, B. C., penso, presuppongo e reputo che, se tutte le frasi dette, attribuite e pronunciate da Gesù Cristo sono, in effetti, frasi, concetti, fantasie, menzogne, elaborate e rimuginate dai 4 evangelisti, riportate da loro nei 4 Vangeli, ciò significa, secondo me, che i 4 evangelisti hanno mentito sui fatti, sulle azioni e sui miracoli compiuti da Gesù Cristo. Io, B. C., allora, penso, suppongo e immagino che, come i 4 evangelisti hanno mentito sui fatti, sulle azioni, sui discorsi pronunciati da Gesù Cristo e sui miracoli compiuti da lui, così io, B. C., suppongo e presuppongo che i 4 evangelisti abbiano mentito, anche, sulla messa in scena del ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, dopo la sua resurrezione. Infine, io, B.C., penso, reputo e giudico che tutti i miracoli compiuti da Gesù Cristo, che i quattro evangelisti raccontano, narrano e descrivono nei quattro vangeli, non sono altro che patacche, menzogne e alterazione della verità che loro hanno voluto inventare, millantare, fantasticare e, infine, scrivere e riportare nei loro quattro Vangeli. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e suppongo che anche le cinque prove dell’esistenza di Dio, elaborate da san Tommaso, non siano delle vere prove, logiche, esistenziali e teologiche perché anch’esse non riescono a dare la prova dell’esistenza, vera e concreta, di Dio, considerato come Essere soprannaturale che possa salvare gli uomini dalla morte certa, naturale e materiale. La morte, cioè la trasformazione fisiologica del corpo umano, come tutti sanno, è una legge naturale che è nata con la vita sulla Terra. La nece, infatti, domina tutti gli uomini della Terra e cesserà di esistere quando cesserà di esistere il pianeta Terra e nessun uomo non è mai riuscito a sottrarsi ad essa, né ci riuscirà mai. Inoltre, la nece è necessaria perché mantiene in equilibrio il numero delle nascite degli uomini e di tutti gli altri esseri viventi, con il numero dei morti di tutti gli esseri viventi, perché se non ci fossero i morti il numero dei vivi diventerebbe talmente grande che gli uomini viventi si sbranerebbero e si mangerebbero fra di loro. Ora, è evidente che la natura per evitare tutto questo massacro, disumano e terrificante, ha predisposto, ha realizzato e messo in essere il processo della morte naturale. Questo concetto della morte naturale, predisposto e messo in pratica dalla natura, è stato espresso ed è stato sviluppato molto bene dal grande poeta Giacomo Leopardi, in un brano del suo Zibaldone. Ecco cosa scrive G. Leopardi sulla inevitabilità della morte: “La natura, p. necessità della legge di distruz. e riproduz., e p. conservare lo stato attuale dell’universo, è essenzialm. regolarment. e perpetuam. persecutrice e nemica mortale di tutti gli individui d’ogni gen. e specie, ch’ella dà in luce; e comincia a perseguitarli dal punto med. in cui li ha prodotti. Ciò, essendo necessaria conseg. dell’ord. attuale delle cose, non dà una grande idea dell’intelletto di chi è o fu fautore di tale ordine.” (Dallo Zibaldone, 4485 – 86 (11 aprile 1829). Inoltre, Giacomo Leopardi ripete lo stesso concetto nell’abbozzo dell’inno Ad Arimane.
Re delle cose, autor del mondo, arcana
malvagità, sommo potere e somma
intelligenza, eterno
dator dei mali e reggitor del moto,
io non so se questo ti faccia felice, ma mira e godi ec. contemplando eternam. ec. produzione e distruzione ec. per uccidere partorisce ec. sistema del mondo, tutto patimento.
(Da Giacomo Leopardi. CANTI. Edizione Newton & Compton editore. Pagina 291).
Per concludere questo paragrafo, in modo definitivo e chiaro, io, B. C., esprimo il mio pensiero e la mia convinzione sulla funzione che ha la nece nel genere degli uomini. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il modo di vedere e di giudicare la funzione della nece, giudicata da me come necessaria, naturale e indifferente, per tutti gli uomini, e come viene descritta e giudicata dal brano di Giacomo Leopardi, sopra riportato, sia agli antipodi e in contrasto con il modo di vedere e di giudicare la funzione della morte, espressa e manifestata da un celebre lacerto di san Paolo. Ecco come san Paolo, nella Lettera ai Romani, introduce e giustifica, secondo me, in modo irrazionale e fantastico, la funzione della nece, così come è voluta e predestinata dal Dio dei Cristiani. Il brano che giustifica e spiega la funzione della morte, secondo san Paolo, si trova nella Lettera ai Romani, la quale afferma: “Adamo e Cristo nella storia umana. Perciò, come a causa di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e attraverso il peccato (entrò) la morte, e così la morte dilagò su tutti gli uomini per il fatto che tutti peccarono ….”. (Dalla lettera ai Romani, capitolo 5, versetto 12. Dal libro la Bibbia. Edizione san Paolo. Pagina 1196). Io, B. C., penso, reputo e giudico che queste affermazioni di san Paolo sono del tutto gratuite, assurde, astruse e irrazionali, perché non hanno nulla di vero e non poggiano su nessuna verità scientifica e perché sono soltanto delle illazioni e dei sofismi inventate da san Paolo. Come è noto, la prima fandonia di questo pensiero è quella di affermare e di spiegare come il peccato di Adamo costituisce l’origine del peccato originale. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il fatto che Adamo, mangiando la mela, indotto da Eva, abbia dato inizio al peccato originale, sia una delle più grandi tra le balle e le fandonie che siano alla base della religione cristiana, perché è del tutto evidente che non c’è stato nessun Adamo che abbia mangiato la mela, e non c’è stata nessuna Eva, che abbia indotto Adamo a mangiarne a sua volta; inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che non ci sia stato nessun Paradiso terrestre, come è descritto e narrato nella Genesi della Bibbia, in quanto la Genesi della Bibbia è tutta una invenzione e una immaginazione dello scrittore di questo libro. Infatti tutto questo modo di raccontare la creazione della Terra è smentito dalla scienza e dalla evoluzione degli ominidi sul pianeta Terra. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che far derivare la nece dal peccato originale, come afferma san Paolo, sia un’altra grande balla e una enorme fandonia, creata, voluta e inventata dalla fantasia e dalla immaginazione di san Paolo. In definitiva e in conclusione di questo paragrafo, io, B. C., penso, reputo e giudico che nessun uomo e nessuna donna, che abbia un minimo di cervello normale e razionale, possa accettare e condividere le fandonie e le balle di san Paolo, che formano la base e la dottrina della Chiesa cattolica e cristiana di Roma. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e discerno che la spiegazione e la giustificazione di san Paolo sull’origine del peccato originale, che a sua volta ha dato origine alla morte, sia un’altra balla e fandonia dovuta all’ignoranza di san Paolo, perché è scientificamente provato che la Morte, come trasformazione di un essere vivo e animato ad un essere morto ed inanimato, esisteva già prima della creazione dell’uomo; infatti la morte era una legge naturale già al tempo dei dinosauri che, vissuti milioni di anni prima degli uomini, morivano, regolarmente, come tutti gli esseri viventi che abitavano e vivevano sul pianeta Terra. Io, B. C., penso, giudico e reputo che la dimostrazione della Nece, prima della nascita e dell’apparizione dell’uomo sulla Terra, sia una prova certa e inconfutabile della balordaggine e ignoranza di san Paolo e sia, anche, una prova certa della inesistenza di Dio. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che la morte non sia altro che un fenomeno fisiologico del corpo umano e penso che la nece faccia parte della natura e sia una legge necessaria e funzionale alla natura stessa, anche se non sappiamo, fino ad oggi, chi ha creato la natura e il mondo. Ma è certo che i medici, i biologi, i fisiologi e tutti gli scienziati, che si occupano del corpo umano, dell’ambiente naturale e della natura, quando scopriranno la vera natura e funzione della morte sul pianeta Terra, scopriranno, anche, come la vita stessa dell’uomo si possa ricreare e rigenerarsi soltanto da sé stessa, o allungare la vecchiaia, tramite medicine appropriate, senza bisogno di morire. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli uomini, le donne e tutti gli esseri viventi, per il solo fatto di nascere e vivere su questa terra acquistano, naturalmente e automaticamente, il diritto a vivere una vita naturale e una vecchiaia lunga, serena e salutare, priva di malattie e di scansare perfino, anche, la terribile e terrificante nece. Questa mia proposta è l’esatto opposto del mito di Aurora che chiese l’immortalità di Titone, ma senza chiederne la giovinezza, per cui Titone invecchiò ed ebbe una lunghissima vecchiaia priva di giovinezza e di gioia. Io, B. C., invece, penso e auspico, per tutti gli uomini di questo pianeta Terra, di avere una vita lunga e piacevole, compresa una dilettevole vecchiaia. Io, B. C., penso, auspico e suppongo che gli scienziati del corpo umano, i medici e i biologi di oggi, nel giro di 20 anni, riusciranno a capire come si origina e si perpetua la vita umana nelle cellule umane allungando il famoso filamento del telomero.
Modica, 04 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba

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