APOLOGIA DELL’ATEISMO N. 8.

Share Button

8

Io, B. C., penso, reputo e ritengo che una riflessione e una meditazione a parte meritano la nascita e la genesi dell’idea di Dio e del concetto di Dio da parte della religione cristiana e cattolica di Roma. Come sappiamo tutti, tutta la genesi della nascita di Gesù Cristo e l’idea di Dio è contenuta, narrata e descritta nei 4 Vangeli degli Apostoli, insieme al libro Atti degli Apostoli di san Luca e assieme al libro L’Apocalisse di san Giovanni. Questi testi, come è noto, sono il fondamento teorico e teocentrico della nascita storica e della dottrina teorica della spiritualità della Chiesa cattolica ed Apostolica di Roma. In questi testi, Gesù Cristo, ovvero il figlio di Dio, ovvero Dio stesso che si è incarnato prendendo la forma di uomo, nel giovane Gesù Cristo, dice e afferma più volte, secondo i 4 Vangeli degli Apostoli, che lui, dopo la sua resurrezione, sarebbe ritornato un’altra volta sulla Terra. Il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, dopo la sua resurrezione, viene espresso con il concetto di parusia, come viene spiegato ed evidenziato dal Vangelo di san Matteo (capitolo 24, versetti 29-30). Ma il concetto di parusia, cioè del ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, viene ripreso anche da san Giovanni nella sua Apocalisse (capitolo 22, versetti 12-13. Pagina 1319). I 4 Vangeli affermano e narrano che Gesù Cristo è ritornato sulla Terra a trovare i suoi Apostoli molte volte, e precisamente 10 volte, ma non si capisce se Gesù Cristo, dopo la resurrezione, sia ritornato sulla Terra o in forma di spirito o soltanto con il suo corpo umano fatto di carne e ossa. I quattro evangelisti affermano che Gesù Cristo è ritornato sulla Terra, a ritrovare e a farsi riconoscere dai suoi Apostoli, a volte in forma di spirito, altre volte in forma di uomo, in carne e ossa. In tutto, i ritorni di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, sono stati ben 10 volte, come afferma una nota al Vangelo di san Matteo nella Bibbia, pubblicata dalla casa editrice San Paolo. Questa nota afferma: “Dopo la resurrezione, secondo i racconti evangelici, Gesù apparve 10 volte: (1) alle donne al sepolcro e (2) mentre tornavano; (3) a Pietro; (4) ai due di Emmaus; (5) a parecchi in Gerusalemme, assente Tommaso, (6) poi lui presente; (7) presso il lago Tiberiade; (8) sul monte di Galilea; (9) a mensa per l’ultima volta; (10) all’ascensione. Ma non tutto, come dice Giovanni, è stato scritto. E san Paolo nota altre apparizioni taciute dai Vangeli (1 Cor. 15, 5 – 8). Questa nota si trova nell’edizione della Bibbia pubblicata a cura di Antonio Girlanda dalla casa editrice San Paolo 2010, a pagina 1077. Ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte queste apparizioni e ritorni di Gesù Cristo sulla Terra, raccontati e testimoniati da diversi discepoli e da altri, non siano altro che solenne menzogne ed invenzioni fantastiche dei discepoli e di san Paolo, i quali avevano tutto l’interesse e la volontà a dimostrare il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, per testimoniare, dimostrare e tenere vivo sia l’insegnamento morale e per dare testimonianza dei miracoli compiuti dal loro Maestro Gesù Cristo, morto in croce sotto Ponzio Pilato. Ma io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che i 4 evangelisti non hanno riportato né dato nessuna prova concreta sulla resurrezione e sul ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, lasciando, così, tutto nel vago e nel mistero irrisolto la vera fine del loro Maestro Gesù Cristo. Io, B. C., penso, suppongo e immagino che la fantasia dei 4 evangelisti abbia acceso, anche, la fantasia di san Paolo, il quale, da parte sua continuò e portò avanti, per suo conto, la mistificazione della resurrezione di Gesù Cristo. Come testimonia san Luca nella sua opera, Atti degli Apostoli, san Paolo cominciò a viaggiare in Siria e in Grecia, parlando e facendo credere a tutti gli ascoltatori la storia e la passione del giovane ebreo Gesù Cristo, che era morto crocifisso da Ponzio Pilato; ma san Paolo predicava e insegnava, anche, che Gesù Cristo era anche risorto ed era anche ritornato sulla Terra per ritrovare, per farsi riconoscere dai suoi Apostoli e per rinnovare il suo insegnamento morale e teologico. Ma quando san Paolo, nell’Areopago di Atene, raccontò la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, i greci, che lo ascoltarono, cominciarono a deriderlo, perché non credettero alle sue parole. San Luca scrive e descrive, con queste parole, l’incredulità dei greci e il sarcasmo che gli ascoltatori greci dell’areopago ebbero nei confronti di san Paolo. Ecco le parole di san Luca, riportato e scritto nel testo Atti degli Apostoli: “Quando (gli uditori greci) sentirono parlare di resurrezione dei morti, alcuni lo canzonarono, altri dicevano: <<Su questo argomento ti sentiremo ancora un’altra volta. Così Paolo se ne uscì di mezzo a loro.>> (Atti degli Apostoli. capitolo 17. Versetti 32-33. Pagina 1177). L’unica volta, in cui Gesù Cristo dice di essere ritornato, in carne e ossa, a ritrovare i suoi discepoli e altri, si trova nel Vangelo di san Giovanni, quando Gesù Cristo disse a Tommaso: “<<Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere più incredulo, ma credente>>”. Rispose Tommaso e gli disse: “<<Signore mio e Dio mio>>”. Gli disse Gesù: “<<Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere!>>”. (Dal Vangelo secondo Giovanni. Capitolo 20, versetti 27 – 29. Pagina 1155). Io, B. C., penso, reputo e giudico che anche questa occasione di incontro tra Gesù Cristo e san Tommaso, così come è descritta e raccontata da san Giovanni Evangelista, sia una storia falsa, bugiarda, una balla, ambigua, ambivalente e inverosimile, perché il dialogo tra i due, Gesù Cristo e san Tommaso, è incompleto e falso. San Tommaso, infatti, non tocca il fianco di Gesù Cristo. Inoltre Gesù Cristo, dopo avere invitato Tommaso a toccarlo sul fianco, non viene toccato da Tommaso. San Tomaso, così, non lo tocca e quindi ciò vuol dire, secondo me B. C., che la prova fisica e tattile non c’è stata. Quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che la prova fisica e tattile, tra Tommaso e Gesù, non sia valida perché san Tommaso non tocca il fianco di Gesù Cristo, per cui san Tommaso non ha avuto la prova, fisica e tattile, dell’esistenza e del ritorno di Gesù Cristo fra i suoi condiscepoli. Inoltre, è evidente che l’incontro e il contatto fra i due rimane in sospeso, non sciolto e non praticato, cosicché san Tommaso, in definitiva, non ha avuto la prova della veridicità del corpo, in carne e ossa, di Gesù Cristo. Quindi, io, B. C., penso, immagino e suppongo che la presenza di Gesù Cristo, tra i discepoli, sia avvenuta, in tutte le altre occasioni, soltanto, in forma di spirito o di visione, cioè di pura illusione. Quindi, io, B. C., penso, suppongo e immagino che l’apparizione di Gesù Cristo non sia mai avvenuta sotto forma di un uomo in carne e ossa, e ciò prova, ancora una volta, la non credibilità, l’ignoranza e la bugiardaggine dei 4 evangelisti sulla fine reale e vera di Gesù Cristo. Insomma, io, B. C., penso, immagino e suppongo che, non essendoci stata la prova tattile e fisica tra Gesù Cristo e san Tommaso, non ci sia stata nemmeno la vidimazione, cioè l’attestazione dell’autenticità che rende autentico e vero l’incontro tra Gesù Cristo e san Tommaso. Quindi, io, B. C., infine penso, reputo e giudico che la mancanza della vidimazione annulli la prova tattica e fisica tra i due, ma garantisce la fandonia e la menzogna dell’evangelista san Giovanni. Da queste mie considerazioni, io, B. C., penso, reputo e giudico che il mancato incontro e il mancato tatto fra i due, Gesù Cristo e san Tommaso, sia la prova più evidente che quell’incontro sia stato un incontro, inventato ad arte, da san Giovanni Evangelista; e quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che quell’incontro, fra san Tommaso e Gesù Cristo, sia un faccia a faccia inverosimile e non credibile. Per cui, io, B. C., penso, reputo e giudico che anche questa prova e questa testimonianza su Gesù Cristo e del suo ritorno sulla Terra non siano altro che altre pataccate, altre fandonie, altre menzogne e altre balle, inventate, scritte e riportate anche dall’evangelista san Giovanni. Ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che la balla, la menzogna e la fandonia più chiara, più eclatante, più sconcertante e più chiara di san Giovanni Evangelista sia quella scritta nella sua prima lettera, quando afferma che Dio è carità e amore. Ecco il brano della lettera che afferma: “Carissimi, amiamoci gli uni e gli altri, poiché l’amore è da Dio e chi ama è generato da dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, poiché Dio è amore. L’amore di Dio si è manifestato tra noi in questo: Dio ha inviato il suo figlio unigenito nel mondo, affinché noi avessimo la vita per mezzo di lui. [… ] E noi abbiamo conosciuto e abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.” (Dalla prima lettera di Giovanni. capitolo IV. Versetti 7 – 16. Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagine 1296 – 1297.) Io, B. C., penso, giudico e reputo che definire Dio come amore e carità sia una grossa e grande patacca e balla perché, ogni giorno, ogni uomo e ogni donna su questa terra, vede e constata, in modo oggettivo e chiaro, che il male domina tutte le faccende umane, dalle più piccole alle più grandi. Infatti, tutta l’umanità grida, urla e proclama: Se Dio fosse veramente amore e carità non permetterebbe tutte le ingiustizie e gli omicidi che avvengono ogni giorno nel mondo. Se Dio fosse veramente amore e carità non permetterebbe le continue guerre che avvengono in ogni parte del mondo, dove centinaia e migliaia di uomini muoiono solo perché c’è una guerra in corso. E tutta l’umanità continua a chiedersi perché Dio non scenda dal suo regno e non abbandoni il suo trono per portare un po’ di pace e di serenità a questa umanità disastrata, disgraziata e sgraziata. Anch’io, B. C., mi aggiungo a questa umanità afflitta e in pericolo per chiedere che Dio intervenga e scenda per portare un po’ di pace e di serenità a tutti noi. Purtroppo, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non scenderà mai dal suo regno né dal suo trono per il semplice fatto che Dio non esiste, per cui egli non potrà mai abbandonare il suo regno e non potrà mai lasciare il suo trono. Inoltre, io, B. C. penso, giudico e suppongo che se, sul pianeta Terra, si stanno avvicinando le condizioni climatiche estreme della fine del mondo, ciò è dovuto agli attuali cambiamenti climatici, i quali con i loro repentini cambiamenti e sconvolgimenti climatici, stanno affliggendo e tormentando tutta l’umanità, dal nord al sud, da est a ovest. Io, B. C., penso, reputo e giudico che gli attuali sconvolgimenti climatici di oggi non sono quelli previsti e descritti da san Giovanni Evangelista nella sua Apocalisse. Infatti le previsioni e le visioni previste e descritte da san Giovanni Evangelista, che sono molte, come terremoti, il sole che si offusca, il cielo che si accartoccia, gli alberi che rimangono bruciati e tanti altri disastri climatici che sono annunciati da san Giovanni Evangelista sono mischiati ad altre visioni profetiche ancora più ridicole, puerili e inverosimili, come un dragone con sette teste e dieci corna. Ecco come san Giovanni Evangelista segnala e descrive l’apparizione del dragone: “E un altro segno apparve nel cielo; ecco: un grosso dragone, rosso-vivo, con sette teste e dieci corna.” (Apocalisse. Capitolo 12. Versetto 3. Pagina 1310. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda). Subito dopo, san Giovanni Evangelista racconta e descrive la battaglia tra il dragone e l’arcangelo Michele. Ecco come san Giovanni Evangelista descrive e narra questa guerra, definitiva e finale, tra Satana e Dio, con la vittoria decisiva di Dio. “E vi fu guerra in cielo: Michele con i suoi angeli ingaggiò battaglia con il dragone; e questo combatté insieme ai suoi angeli; ma non prevalsero: il loro posto non si trovò più nel cielo. Fu infatti scacciato il grande dragone, il serpente antico, quello che è chiamato diavolo e Satana; colui che inganna tutta la terra fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.” (Apocalisse. Capitolo 12. Versetti 7 – 9. Pagina 1310). Io, B. C., penso, reputo e suppongo che tutte queste previsioni e visioni di san Giovanni Evangelista sono, veramente, delle visioni ridicole, astruse, assurde e fantastiche che non hanno nessun valore scientifico, né climatico e né ambientale, ma sono il frutto della sua fantasia e della sua immaginazione, adeguata alle immagini catastrofiche dei suoi tempi. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che queste immagini, fastidiose e inverosimili, di san Giovanni Evangelista sono del tutto utopistiche e gratuite e rendono l’Apocalisse un libro falso, inattuale e anacronistico, anche se in apparenza esso preannuncia e profetizza gli attuali e veri cambiamenti climatici. Io, B. C., penso, giudico e reputo che, come è evidente da questi brani, tutte le previsioni e visioni di san Giovanni Evangelista, previste sulla fine della Terra, per indurre Dio a scendere sulla Terra, affinché giudichi i vivi e i morti, (come afferma nel capitolo 20, nei versetti 11-15), sono delle previsioni e delle immagini veramente ridicole, fastidiose e inverosimili che non hanno nulla di vero e di attendibile, per cui, io, B. C., posso ben dire che l’Apocalisse di san Giovanni Evangelista non è altro che un gran libro pieno di fandonie, di menzogne e di bugie. Io, B. C., penso che le visioni, le immagini e le profezie dell’Apocalisse non hanno nessun riscontro e nessuna attinenza con i cambiamenti climatici catastrofici dei nostri tempi. Purtroppo, io, B. C., penso, prevedo e suppongo che gli attuali e veri cambiamenti climatici, che si stanno verificando sul pianeta Terra, nel giro di qualche decennio, porteranno alla devastazione e alla rovina del mondo e dell’umanità, lasciando un pianeta arido e spopolato com’era all’inizio dei suoi tempi. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che se Dio non interviene sulla Terra, se non abbandona il suo regno e se non lascia il suo trono ciò è dovuto al fatto che Dio non esiste, perché se esistesse scenderebbe a portare il suo amore e la sua carità agli uomini. Per tutti questi motivi, io, B. C., penso, reputo e giudico, ancora una volta, che sia valida la mia tesi sull’inesistenza di Dio.

Modica, 04 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba

Share Button

Replica

Puoi usare questi tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>