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Io, B. C., penso, affermo e sostengo, inoltre, che l’idea di Dio prima della protostoria non c’era e ciò prova, in modo inequivocabile e preciso, l’inesistenza di Dio. Infatti, io, B. C., penso, sostengo e affermo che l’idea di Dio, sentito come un Essere ontologico e soprannaturale, che potesse aiutare e salvare gli uomini dalla morte, sia nata con l’evoluzione sociale e civile dei popoli sparsi sul pianeta Terra. Ovviamente, una volta che molti popoli, ormai molto avanti nell’evoluzione e nella civiltà, come gli egiziani, i greci e gli etruschi in Italia, accettarono l’idea di Dio, come un’idea viva, e sentirono Dio come un Essere concreto e superiore agli uomini, nacquero, anche, i primi culti e i primi riti sacri per compiacere quell’Essere supremo o Dio e ringraziarlo, così, affinché togliesse a loro la paura, terrificante e naturale, della morte. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e reputo che, mentre il tempo passava, i popoli storici credevano, riverivano e adoravano, per fideismo e per superstizione, sempre di più, questo Essere, considerato e creduto supremo, eterno, onnipotente e onnisciente, a cui fu dato il nome di Dio (Colui che è sempre stato) per gli ebrei; mentre, invece, in Grecia i popoli greci gli diedero il nome di Zeus o padre eterno. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e sostengo che l’idea di Dio sia nata soltanto per via filogenetica da una generazione di uomini ad un’altra generazione di uomini: dalla protostoria alla storia e sempre all’interno dei vari popoli che si diffusero nell’Africa, in Europa e poi nel mondo. Io, B. C., penso, affermo e reputo, inoltre, che il sentimento di paura, di bisogno e di fragilità degli uomini protostorici e storici abbia dato inizio all’idea di Dio, innata nella mente degli uomini; inoltre, io, B. C., penso e immagino che l’idea di Dio non sia calata dall’alto, come un corpo estraneo venuto dal di fuori, ma io penso e suppongo che gli uomini protostorici e storici abbiano scoperto l’idea di Dio dentro la loro mente, ed elaborata dal cervello umano, perché l’idea di Dio è innata e sopita nella mente umana. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e suppongo che l’idea di Dio nacque durante l’evoluzione umana e precisamente nella protostoria e nella storia. Infine, io, B. C., penso, reputo e affermo che l’idea di Dio, come Essere vivo e personificato, non esisteva prima della protostoria, così come non esiste nemmeno oggi, perché nessuna dimostrazione teologica o scientifica o epistemologica è riuscita a dare la vita naturale all’idea di Dio come Essere ontologico. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e ritengo che la prova logica ed ontologica di san Anselmo d’Aosta, sia, anch’essa, una prova falsa, errata e sbagliata, perché la sua dimostrazione logica, pseudorazionale e pseudo metafisica non ha un riscontro concreto, fisico e reale con la realtà effettiva del nostro mondo e perché manca l’ontos, cioè l’Essere, vero e proprio, attaccato e incorporato all’idea di Dio. In ultimo, per procedere in questo articolo, filosofico e pragmatico, sull’inesistenza di Dio, e posizionarmi in contrapposizione alla prova logica e ontologica di sant’Anselmo d’Aosta, io, B. C., ricordo, approvo e apprezzo, qui di seguito, la bellissima descrizione e intuizione di Galileo Galilei sulla natura matematica e geometrica della natura nella lingua della matematica, i cui caratteri sono triangoli, cerchi e figure geometriche: così come Galileo Galilei afferma nel suo libro Il Saggiatore del 1623. Inoltre, io, B. C., voglio proporre, qui di seguito, un parallelismo tra la l’ipotesi scientifica di Galileo Galilei (tesi A) e l’ipotesi teologica di sant’Anselmo d’Aosta (tesi B). (Galileo Galilei contro sant’Anselmo d’Aosta). Io, B. C., voglio aggiungere anche un’altra mia riflessione personale, che riguarda l’idea di Dio che io ho avuto nella mia mente nel corso della mia esistenza. Infatti, io, B. C., ho, sempre, avuto per certo, nella mia mente e nel mio carattere, e ho pensato, giudicato e ritenuto che l’unica ipotesi possibile sull’inesistenza di Dio era quella scientifica proposta da Galileo Galilei (tesi A), dando ad essa il 99% di verità e di realtà, mentre assegnavo all’ipotesi religiosa o teologica (tesi B) soltanto l’1% di verità e di possibilità. Ora, invece, con questo mio articolo, filosofico e teologico, ho maturato la convinzione e la persuasione che l’unica ipotesi vera e corretta sia quella scientifica (tesi A) e quindi assegno a questa ipotesi il 100% di verità e di realtà, mentre tolgo l’1% alla tesi teologica, perché la ritengo totalmente vana, inutile, falsa ed inesistente, perché inverificabile e non provabile e dettata e suggestionata dalla paura della morte. Inoltre, io, B. C., penso, reputo, giudico e suppongo che delle due ipotesi, quella scientifica e quella teologica, soltanto una può essere quella vera (secundus non datur). Infine, io, B. C., penso, giudico, discerno e affermo che l’unica tesi vera e reale sia quella scientifica, perché è la tesi che si può sperimentare ed è verificabile con il tempo, con le ricerche scientifiche e tecnologiche; il che significa che io, B. C., penso, suppongo e giudico che l’ipotesi teologica (tesi B) sia inverificabile, impraticabile, illusoria, falsa ed errata, e quindi la nego in modo assoluto e convincente. Insomma e in definitiva, per continuare questo paragrafo, io, B. C., finisco di considerarmi e di definirmi un agnostico e, d’ora in poi, mi considero e mi definirò, sempre, un ateo, completo e sicuro, togliendo così l’1% di dubbio agnostico che mi restava nella mia convinzione logica. In questo modo quel punto di dubbio, l’1% di agnosticismo, lo tolgo completamente dal dubbio e lo aggiungo definitivamente al 99% di certezza, già sistemata e ordinata nella mia mente, e, così, raggiungo e completo il mio ateismo con il 100% di sicurezza e di certezza, affermando, così, in modo netto e deciso, la mia convinzione e la mia certezza sull’inesistenza di Dio.
Modica, 04 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba

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