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Io, B. C., in questo quinto paragrafo di questo mio articolo culturale, politematico, policromatico ed eclettico, voglio proporre e suggerire la mia scansione del tempo cronologico della evoluzione umana: dall’evoluzione degli ominidi alla preistoria, dalla protostoria alla storia vera e propria. Ecco qui di sotto la linea del tempo da me proposta, con le date approssimative, per individuare con una maggiore precisione le varie fasi e la scansione temporale dalla evoluzione umana alla storia scritta, vera e propria.
Da circa 4.000.000 fino a 300.000 anni fa. Da circa 300.000 a 25.000 anni fa.
Primo periodo dell’evoluzione umana Secondo periodo della preistoria umana.
Da circa 25.000 a 15.000 anni fa. Da circa 15.000 anni fa ad oggi.
Terzo periodo della protostoria umana. Quarto periodo della storia umana vera e propria fino ad oggi.
È noto che la protostoria, vera e propria, sia cominciata, all’incirca, quasi 25 mila anni fa, quando i gruppi umani, discendenti dall’homo sapiens sapiens, lasciarono, definitivamente le caverne, e dopo che finirono di abitare le grandi grotte naturali, cominciarono a costruire le prime palafitte, poi costruirono le prime case, poi edificarono i primi villaggi e infine fondarono le prime città in molti territori del mondo. Nella storia, vera e propria, scritta ed operosa, i grandi gruppi umani, nel corso dei secoli, si suddivisero in grandi gruppi famigliari e, questi ultimi, si divisero, poi, in famiglie sempre più ristrette formando generazioni di famiglie, di Re e di Faraoni, che si riconoscevano di padre in figlio, tramandandosi i ricordi di famiglia, ma lasciando in eredità, anche, i beni personali e familiari e le proprietà terriere ai propri figli o ai propri nipoti, creando e costituendo, così, la prima forma di proprietà privata. Da queste grandi trasformazioni, sociali e civili, nacquero, prima in Africa e poi in Europa, anche, le prime grandi civiltà, grandiose e maestose, come la civiltà egiziana, che si sviluppò sulle sponde del lunghissimo ed immenso fiume Nilo. Infatti, io, B. C., penso, giudico e suppongo che la proprietà privata sia nata dal lascito e dalla eredità dei Faraoni e dei Re ai propri discendenti, dicendo loro: “Questo potere, questo trono e queste terre sono miei, figlio mio, te li lascio come mia eredità e come proprietà privata; se riuscirai a conservali e a ingrandirli come vuoi tu, allora sarai un Re, figlio mio!”. Io, B. C., penso, immagino e suppongo che la proprietà privata abbia avuto, così, una origine nobiliare e regale; con questo sistema e con questa pratica, inoltre, i Faraoni e i Visir emarginarono, scartarono, estromisero, esclusero e scacciarono la maggioranza della popolazione dal potere e dalle proprietà terriere, costringendo, così, migliaia di contadini e di poveri, divenuti schiavi, a lavorare per il Faraone e per i nobili. In questo modo e con questa pratica gli schiavi e i contadini venivano impiegati e forzati a lavorare, per ordine dei Faraoni, nella costruzione delle grandi piramidi, ancora oggi esistenti in Egitto. La civiltà egiziana amministrava e governava, inoltre, molte città e diversi villaggi, dove abitavano i cittadini e gli schiavi; inoltre la civiltà egiziana dominava, anche, le popolazioni che abitavano e vivevano lungo le rive del fiume Nilo e governava, anche, le popolazioni che vivevano, si espandevano e si estendevano su tutto il grande territorio egiziano. Inoltre i faraoni, in Egitto, erano considerati e adorati come Dei, la cui religione implicava molti rituali e culti ben circonstanziati, come la complessa pratica della mummificazione dei Faraoni, i quali, dopo la loro morte, venivano sepolti nelle piramidi costruite ed adibite per ospitare i Faraoni e i gran Visir. Anche in Europa si affermarono grandi popoli e grandi civiltà: come gli Etruschi in Italia e, in Grecia, i Dori e gli Achei, che conquistarono molti territori e si stabilirono nella penisola greca e nel Peloponneso e, subito dopo, cominciarono a navigare il mar Mediterraneo per vendere e comprare merci con altri popoli limitrofi. Da queste grandi trasformazioni, sociali e civili, nell’area mediterranea, io, B. C., penso, ritengo e suppongo che, nel medesimo tempo, le prime popolazioni storiche, da 25 mila anni fa a questa parte, avevano già chiaro in mente il concetto e l’idea di Dio. Infatti, tutti questi popoli adoravano o un solo Dio, come il popolo ebreo, oppure veneravano molti dei, come i popoli dell’Europa meridionale: i popoli italici e i popoli greci. Io, B. C., penso, reputo e suppongo, come è noto, che prima dei 25 mila anni della storia scritta c’era già stata la lunga epoca della preistoria che durava già, almeno, da 300 mila anni, all’incirca, dall’homo Neanderthal, che aveva popolato tutta l’Europa, all’homo sapiens sapiens, il quale aveva popolato l’Europa e si era stabilito, anche, in ogni parte del mondo. Ma, come tutti sappiamo, prima di questa preistoria c’era stata l’evoluzione dell’uomo, dagli ominidi all’homo erectus, e dall’homo habilis all’homo Neanderthal. Infine l’homo sapiens sapiens, intorno a 150 mila anni fa, pur incrociandosi e accoppiandosi con le donne dell’homo Neanderthal, vinse e superò, nell’evoluzione, l’homo Neanderthal e rimase l’unica specie di uomo, sapiente e vivente, sulla Terra. Ebbene, io, B. C., penso, affermo e asserisco che tutte queste popolazioni preistoriche: dagli ominidi all’homo Neanderthal e all’homo sapiens, che popolarono l’Europa e l’Africa, non ebbero mai, in mente, nessuna idea di Dio e nessun concetto di Dio, né tanto meno possedettero un’idea circonstanziata e personificata di Dio. Dunque, per più di 4.000.000.000 di anni, gli uomini preistorici non ebbero mai pensato né elaborato nessuna idea di Dio né il concetto di Dio. La vita degli uomini preistorici si svolgeva, soprattutto, nell’andare a caccia per soddisfare i bisogni primari: nutrirsi, ripararsi e difendersi dalle altre popolazioni, aggressive e offensive, che tentavano di occupare altri territori, oltre a quelli dove abitavano. Inoltre, gli uomini preistorici cacciavano, anche, gli animali per procurarsi le pellicce e così ricoprirsi e ripararsi dal freddo, dal caldo a dalle intemperie climatiche. A mano a mano che il tempo passava, i popoli umani preistorici si raccolsero in caverne e vivevano in clan. Incominciò a manifestarsi, così, la prima evoluzione sociale e civile e furono elaborate, anche, le prime manifestazioni artistiche, com’è testimoniato dai graffiti che ci hanno lasciato disegnati nelle grotte dove abitavano. Inoltre i primi popoli preistorici cominciarono a spostarsi dall’Africa e si riversarono prima in Europa, poi in Asia e, infine, invasero tutti gli altri territori del mondo. Ebbene, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la differenza tra gli uomini della preistoria e gli uomini della storia, vera e propria, scritta e civilizzata, sia la prova fondamentale della inesistenza di Dio, dato che tutte le popolazioni preistoriche non avevano mai pensato e non avevano mai elaborato né l’idea di Dio e né il concetto di Dio. E questa differenza costituisce, per me, una prova, indefettibile e inconfutabile, della inesistenza di Dio, perché se l’idea di Dio ci fosse stata sempre dovrebbe esserci stata, anche, tra gli uomini preistorici. Invece gli uomini preistorici non hanno avuto in mente né l’idea di Dio né il concetto di Dio; concetto che è nato, progressivamente e filogeneticamente, negli uomini di altre generazioni successive, alle soglie della storia, vera e propria, tra 25.000 e 20.000 anni fa. In conclusione di questo paragrafo, io, B. C., penso, reputo e giudico che il lungo periodo della evoluzione umana, che va dagli ominidi all’homo di Neanderthal e poi all’homo sapiens sapiens della preistoria (circa 150.000 anni fa), sconfessa, falsifica, confuta, nega, disapprova e smentisce tutto il primo libro della Bibbia, Genesi, dove si racconta la favola che Dio creò la Terra in 7 giorni e poi creò l’uomo dalla terra e la donna da una costola dell’uomo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutta la Bibbia non è altro che un libro pieno di menzogne e di fandonie, tranne qualche data storica che riguarda la storia del popolo ebreo. Ecco qui di seguito, alcune tra le più clamorose menzogne e alcune colossali assurdità gratuite e altre balle e fandonie riportate e narrate nei libri della Bibbia. La prima fandonia, scritta nella Genesi, è, certamente, quella che riguarda la creazione del mondo, voluta, ideata e immaginata da Dio, solo con sé stesso e compiuta in soli 7 giorni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questa immaginazione, contenuta nel primo libro Genesi, sia la prima balla contenuta nella Bibbia. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Genesi della Bibbia. “Allora Dio, nel giorno settimo, volle conclusa l’opera che aveva fatto e si astenne, nel giorno settimo, da ogni opera che aveva fatto. Quindi Dio benedisse il giorno settimo e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni opera da lui fatta creando. Queste sono le origini del cielo e della terra quando Dio li creò.” (Dal libro Genesi. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo 2. Versetti 2 – 4. Pagina 14). La seconda fandonia è, certamente, quella che riguarda il primo peccato dell’uomo, commesso da Adamo ed Eva, nell’Eden. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questa immaginazione, contenuta nel primo libro Genesi, sia la seconda balla contenuta nella Bibbia. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Genesi della Bibbia. “Il serpente era il più astuto di tutti gli animali della campagna che il signore Dio aveva fatto, e disse alla donna: <<È vero che Dio ha detto: <<Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?>>. La donna rispose al serpente: <<Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero che sta nella parte interna del giardino Dio ha detto: <<Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete>>. (Dal libro Genesi. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo terzo. Versetti 1- 3. Pagina 15). Poi l’episodio continua quando Eva coinvolse anche Adamo, suo marito, a mangiare il frutto proibito. Un’altra fandonia è, certamente, quella che riguarda il passaggio degli Israeliti in mezzo al mar Rosso. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Esodo della Bibbia. “Mosè stese la mano sopra il mare e il signore sospinse il mare con un forte vento d’oriente per tutta la notte e rese il mare una terra asciutta. Le acque si divisero. I figli di Israele vennero in mezzo al mare all’asciutto e l’acqua era per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.” (Dal libro Esodo. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo 14. Versetti 21 – 23. Pagina 78). Come è evidente da questi 3 esempi di balle e di fandonie, la Bibbia è piena di balle e di fandonie, dal primo libro, Genesi, all’ultimo libro, Apocalisse, di san Giovanni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la separazione delle acque del mar Rosso, da parte di Dio, contenuta e descritta nel secondo libro della Bibbia, Esodo, sia l’ennesima balla tra le tantissime balle, fandonie, menzogne, patacche, fregnacce, frottole e invenzioni fantastiche e illusioni surreali, contenute nella Bibbia, come il fantasioso e immaginifico libro Apocalisse di san Giovanni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la scienza, ormai da tanti decenni, ha smentito e ha dichiarato false tutta la favola e le menzogne della Bibbia; eppure, ancora oggi, nel mondo ci sono molti milioni di persone che credono e seguono alla lettera tutte le fandonie e le balle contenute nella Bibbia, dal primo libro Genesi fino all’ultimo libro, Apocalisse, dove l’apostolo Giovanni immagina di avere delle visioni profetiche. La prima visione profetica di san Giovanni è quella che si riferisce alla visione di Dio seduto su un trono. Ecco come san Giovanni descrive la visione di Dio: “Improvvisamente mi trovai in estasi; ed ecco: un trono stava eretto nel cielo e sul trono Uno stava seduto; ora Colui che sedeva era simile nell’aspetto a Diaspro e Cornalina, mentre l’arcobaleno, che era intorno al trono, era simile a una visione di smeraldo.” (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. Lacerto tratto dall’Apocalisse di san Giovanni. Capitolo IV. Versetti 2 – 3. Pagina 1305). Nella stessa pagina è importante notare la nota del curatore di questa edizione che scrive: “La descrizione di Dio è tutta luce: nessun antropomorfismo. Dante si ispirerà a queste espressioni quando dovrà descrivere la Santissima Trinità, che canterà come una sorgente di pura luce”. Io, B. C., penso e reputo che la descrizione di Dio come pura luce è, ovviamente, in contraddizione con l’antropomorfismo della Genesi, dove, chiaramente, l’autore del libro afferma che Dio creò l’uomo secondo la sua immagine e somiglianza. Ecco come l’autore della Genesi descrive la nascita dell’uomo che Dio volle che assomigliasse a sé: “Finalmente Dio disse: <<Facciamo l’uomo secondo la nostra immagine, come nostra somiglianza, affinché possa dominare sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame e sulle fiere della Terra e su tutti i rettili che strisciano sulla Terra>>. Così Dio creò gli uomini secondo la sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò”. (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. Lacerto IV dal libro Genesi. Pagina 14). Io, B. C., penso, reputo e giudico che è facile capire la differente definizione di Dio tra la Genesi e l’Apocalisse. Il libro Genesi fu scritto 2.000 anni prima di Cristo, mentre il libro Apocalisse fu scritto nel 99 d.C., quindi 66 anni dopo la morte di Gesù Cristo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la diversa definizione di Dio, data da san Giovanni, sia dovuta al fatto che san Giovanni non aveva letto la Genesi e quindi descrisse Dio secondo i parametri della sua epoca e della sua visione neo cristiana. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che il motivo, per cui è prevalsa fino ad oggi, tra tutti i popolini del mondo, l’immagine di Dio della Genesi, cioè l’idea di Dio come Padre, che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, sia una immagine più facile e più comprensibile da capire e da comprendere, da parte del popolino, il quale possiede, certamente, un cervello, più rozzo e meno raffinato, rispetto alla mente e alla cultura dei teologi e degli intellettuali di fede che hanno un cervello più fine e più raffinato, come l’apostolo san Giovanni. Infatti per il popolino è più facile capire e comprendere un Dio a immagine dell’uomo, mentre Dante Alighieri, che fu anche un teologo, preferì l’immagine di Dio come pura luce, così com’era immaginata e descritta da san Giovanni nel libro Apocalisse. Ecco la terzina dove Dante definisce Dio come pura luce, come già riferiva la nota del curatore del libro della Bibbia, edizione san Paolo. Apocalisse. Capitolo IV. Nota n. 3. Pagina 1305:
O luce etterna che sola in te sidi,
sola t’intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!
(Paradiso. Canto XXXIII. Versi 124 – 126).
Per concludere questo paragrafo, io, B. C., penso, dico e affermo che la Bibbia non è affatto il libro della Rivelazione Divina, così come vuole e detta la Chiesa Cattolica di Roma, perché la Bibbia contiene soltanto delle menzogne, delle baggianate, delle fandonie. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non può aver rivelato soltanto delle menzogne, delle stupidaggini e delle fandonie, così come sono riportate, scritte e indirizzate al popolo ebraico. Invece, io, B. C., penso, reputo e giudico, modestamente, che la Bibbia non sia altro che un libro costituito da tanti libri scritti da tanti autori diversi che non hanno mai avuto sentore della parola divina. Infatti, io, penso e reputo che tutte le notizie e le informazioni contenute nella Bibbia, dalla prima parola della Genesi all’ultima parola dell’Apocalisse, sono notizie e informazioni false che non contengono nessuna verità, né storica, né naturale, né soprannaturale o metafisica. Infatti, io, B. C., penso, giudico, reputo e trovo assurdo e incomprensibile che un Dio abbia promesso la Terra al solo popolo degli ebrei e trovo anche sconcertante, astruso e falso che un Dio abbia separato le acque del mar Rosso per dare scampo al popolo degli ebrei e fatto annegare migliaia di soldati egiziani, soltanto per mantenere la promessa al popolo degli ebrei facendoli arrivare nella terra promessa dei suoi patriarchi. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’ultimo libro di san Giovanni, l’Apocalisse o Rivelazione, non sia affatto un libro di rivelazione o di svelamento perché san Giovanni non conosceva quale sarebbe stata e quale sarà la fine dell’universo. Invece san Giovanni si è limitato a scrivere e a descrivere tutte le sue immaginazioni, previsioni e visioni sulla fine della vita sulla Terra, così come erano previste e immaginate alla fine del primo secolo d.C.da lui a dalle prime comunità cristiane. Insomma, se noi, uomini di oggi del 2023, non sappiamo come sarà la fine della Terra, certamente, non lo sapeva nemmeno san Giovanni nel 99 d.C., quando scrisse e compose l’Apocalisse. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le immaginazioni, previsioni e visioni sulla fine della vita sulla Terra, previste, descritte e profetizzate nell’Apocalisse di san Giovanni, sono, soltanto, delle immaginazioni, delle previsioni, delle visioni e delle profezie, assurde, immaginifiche e improbabili che non hanno nessun valore, né scientifico, né ambientale e né culturale, né profetico. Per questo motivo, io, B. C., giudico e reputo tutta l’Apocalisse di san Giovanni un libro assurdo, menzognero e inattendibile.
Modica, 04 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba
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