APOLOGIA DELL’ATEISMO N. 11.

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Per procedere nel mio lungo ragionamento, filosofico e pragmatico, e per terminare questo mio articolo culturale, filosofico e teologico, io, B. C., infine, penso, reputo e giudico che il sacro, la fede e le religioni di tutto il mondo deformano, alterano, commutano e traviano la visione della realtà naturale del pianeta Terra e di tutto l’Universo, visibile e invisibile. Infatti, sia la Bibbia, sia il Corano e sia tutti gli altri testi religiosi fondamentali di tutte le altre religioni, come il buddismo, l’induismo, ecc. sono considerati dai prelati, dai presuli, dai loro adepti, membri e fedeli, come dei testi sacri, e quindi come testi veritieri, santificati, inviolabili e intoccabili. Ma, io, B. C., invece, reputo, immagino e giudico che questi testi, sacri, religiosi e teologici, non hanno nulla di sacro e di divino, perché penso, reputo e suppongo che, nelle parole e nei contenuti di questi testi, non ci sia immersa né infusa nessuna sacralità, nessuna santità, nessuna divinità, nessuna religiosità, nessuna fede, nessuna venerabilità e nessuna inviolabilità. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che questi testi, divenuti pseudo sacri e pseudo inviolabili, deformano e condizionano tutti i suoi adepti e discepoli, che a loro volta diffondono questi testi tra la gente, popolare, ignorante, superstiziosa e credulona, la quale non conosce il contenuto di questi libri. Inoltre mi addolora il fatto che milioni di persone, ascoltando i discorsi e le prediche di questi prelati religiosi, credono, ingenuamente e illusoriamente, alle parole, alle prediche e ai discorsi di questi uomini religiosi che credono e diffondono le parole e i ragionamenti di questi testi pseudo sacri. Inoltre, mi dispiace e mi fa pena e tristezza pensare e constatare che, ancora oggi, gli adepti, i prelati, i preti e gli affiliati di queste religioni e confessioni religiose, condizionano, limitano, vincolano la propria vita, ma dominano, controllano e suggestionano, anche, la vita degli altri ascoltatori, seguaci e fedeli. Infatti i monaci, le suore e tutti i prelati, i presuli e tutti gli adepti che frequentano, ancora oggi, sia chiese, sia monasteri e sia cattedrali condizionano e incidono negativamente sul modo di vedere, godere, vivere la vita dei loro seguaci e ascoltatori e deformano, traviano e travisano, anche, il modo di contemplare la natura e le stelle; inoltre deformano e sacrificano la propria vita in nome di un Dio che non esiste, credendo e illudendosi di scrutare la bellezza del pianeta Terra e di osservare la maestosità, la luminosità e la magnificenza del firmamento. Io, B. C., mi chiedo e mi domando: come fanno i monaci, le suore, i presuli e tutti i prelati di oggi, postcontemporanei, a vivere conficcati, isolati, staccati, separati, relegati nei monasteri e fuori dal mondo postcontemporaneo, sociale e civile, vivo, energetico e vitale? L’altro giorno, 21 luglio 2023, io, B. C., ho visto la moltitudine dei monaci che vivono nel monastero di Camaldoli, a cui ha fatto visita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e mi sono chiesto: come fanno questi monaci tutti conficcati, isolati in cellette a pregare notte e giorno, a vivere fuori dal mondo vivo, eclettico e policromatico dei nostri giorni? La mia risposta a questa domanda è la seguente: tutti questi monaci, che vivono conficcati e isolati in questo monastero, sono, secondo me, B. C., degli uomini fuori dalla realtà dal nostro mondo postcontemporaneo e sono fuori, anche, da sé stessi perché vivono e seguono le loro idee, religiose e sacre, idealistiche e chimeriche, ma, io, B. C., penso, giudico e suppongo, anche, che questi monaci camaldolesi, e come loro tutti gli altri monaci del mondo di altre religioni, sono ormai fuori dalla nostra società pratica, naturalistica e postcontemporanea perché seguono e vivono una vita sacrificata per un Dio che non c’è e che non li ascolta e perché seguono dei preconcetti mentali e linguistici che si basano su testi pseudo sacri. Io, B. C., definisco questo monastero: il monastero dei morti viventi uguali a tanti altri morti viventi di tanti altri monasteri sparsi nel mondo e a qualsiasi ordine religioso appartengano. Io, B. C., personalmente, non riesco ad immaginarmi di entrare in un monastero e di restarci per più di 5 minuti. Infatti, io, B. C., all’idea di entrare e stare dentro un monastero, per un’intera giornata, impazzirei dopo 5 minuti di silenzio, di raccoglimento e di isolamento che si vede e si respira in un qualsiasi monastero del mondo. Io, B. C., non potrei mai pensare di alzarmi la mattina e pregare; fare colazione e pregare; uscire dal monastero e pregare; pranzare e pregare; passeggiare e pregare; rientrare e pregare; cenare e pregare; spogliarmi e pregare; coricarmi e pregare e avere come chiodo fisso il pensiero di Dio. Per me, la vita dei monaci e delle suore, che vivono dentro monasteri, conventi o chiese di qualsiasi religione del mondo, è un’esistenza sprecata, sacrificata e vana, perché dedicata a un Dio che non esiste e perché sorretta dai Vangeli e da altri testi pseudo sacri, come Gli atti degli Apostoli di san Luca, come l’Apocalisse di san Giovanni e come le lettere di san Paolo, perché sono pieni di menzogne e ricolme di patacche e di fandonie, le quali non assicurano e non danno nessuna garanzia sulla resurrezione del loro corpo dopo la loro morte. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e affermo che, per fortuna, la maggioranza della gente odia la vita dei monasteri e se ne sta libera, fuori da essi, mentre qualche centinaio di migliaia di uomini e donne si fanno abbindolare e ingannare da questi testi pseudo sacri e si rinchiudono dentro le celle dei monasteri rendendosi la propria vita infelice, disgraziata, monca, unilaterale, vuota, aberrante, perversa, alienante e quindi poco più che inservibile. Io, B. C., riporto qui di seguito un brano del Vangelo nel quale Gesù invita a seguirlo: “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: <<Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi si stesso, prenda la sua croce e mi segua. Poiché chi vuol salvare la propria vita la perderà; chi invece perderà la propria vita a causa mia, la troverà>>” (Dal Vangelo san Matteo, capitolo 16, versetti 24 – 25). Io, B. C., penso, reputo e discerno che se i monaci, le suore e i preti scelgono la strada ecclesiastica di monaci, suore e preti soltanto per avere letto e seguire questo comandamento di Gesù, io, B. C., penso, reputo e suppongo che questi monaci, suore e preti sono, veramente, degli schiocchi, degli ingenui e degli idealisti perché non si può scegliere una vita così sacrificata e isolata per fare piacere e compiacere a un Dio che non esiste. Inoltre, io, B. C., penso, reputo, giudico e suppongo che non ci sia nessun uomo e nessuna donna a questo mondo che possa rinunciare e rinnegare sé stesso per vivere una vita isolata e sacrificata e per seguire un invito e un comandamento inutile, alienante, vano, superficiale e inconsistente. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e affermo che le religioni, il sacro e le fedi siano e costituiscano dei preconcetti mentali e linguistici che inficiano, invalidano, contraddicono e screditano il modo di guardare, osservare, contemplare e studiare la bellezza della natura e delle stelle. Infatti, secondo i religiosi e gli apostoli del sacro e della fede, la bellezza della natura e delle stelle è dovuta alla generosità e alla bontà del suo creatore, o Dio o Allah, come si preferisce chiamarlo, mentre io, B. C., penso, giudico, discerno e suppongo che la bellezza della natura, delle stelle e dell’intero universo sia dovuta alla materia stessa e sia insita, innata, congenita, connaturale e connaturata alla materia stessa che ha creato ogni cosa vivente nell’universo, conosciuto e non conosciuto, visibile e invisibile. Quindi, io, B. C., infine, penso, giudico e affermo che, per tutte le mie considerazioni e le mie riflessioni, espresse e manifestate in questo lungo articolo, filosofico e teologico, antireligioso e anti fideistico, bisogna rinnegare, abiurare e fare la palinodia di ogni forma di religione, di ogni forma di sacro, di ogni forma di fede e di ogni forma di confessione religiosa. Io, B. C., a conclusione di questo paragrafo di questo articolo, filosofico e pragmatico, voglio riportare e far conoscere una bellissima poesia di Bertolt Brecht che, in sintesi, spiega e illustra la mia visione di vita sulla religione e sull’inesistenza di Dio. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non abbia creato il mondo soltanto per creare degli uomini che muoiono soltanto per il gusto e il piacere di farli morire. Infine, io, B. C., penso, reputo e suppongo che gli uomini muoiono come tutti gli animali e come tutti gli esseri viventi su questa Terra e sono sicuro che, dopo l’esizio globale di tutti gli esseri animati e inanimati del mondo non vi sarà più nessuna resurrezione e non vi sarà nessun Dio che accoglierà i buoni nel Paradiso e nessun Dio manderà i cattivi all’Inferno. Dopo la morte, gli uomini muoiono per sempre, così come moriranno tutti gli animali del mondo alla fine del nostro universo. Ecco il bellissimo testo poetico di Brecht.

Gegen Verfuhrung

                                                            Contro la seduzione

                                                                                   1

                                                           Non lasciatevi traviare!

                                                           Non ritorna più nessuno.

                                                           Il giorno è al limitare;

                                                           il vento della notte potete fiutare:

                                                           non viene l’altra mattina.

                                                                                   2

                                                           Non lasciatevi ingannare

                                                           che la vita sia poca cosa.

                                                           Bevetela a rapide sorsate!

                                                           Non vi potrà bastare

                                                           quando dovrete andarvene!

3

                                                           Non lasciatevi consolare!

                                                           Di tempo, non ne avete troppo!

                                                           Lasciate il marcio a chi è redento.

                                                           La vita è il bene più immenso:

                                                           non è più vostra, dopo.

                                                                                   4

                                                           Non lasciatevi traviare

                                                           a sgobbo e logoramento!

                                                           La paura, come vi può ancora toccare!

                                                           Con tutte le bestie dovete morire

                                                           e dopo non viene più niente.

Infine, io, B. C., per tutti questi motivi e per tutte queste mie riflessioni, sopra esposte, atee e laiche, dico che più invecchio più divento ateo, e quindi vi prego, o genti, di dare ascolto a questi ultimi miei appelli finali.

Modica, 14 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba

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