AMICI DI ELIO VITTORINI N. 5

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La bellezza del romanzo “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini.

Io, Biagio Carrubba, trovo belli i seguenti aspetti di Conversazione in Sicilia. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il primo aspetto bello e affascinante del romanzo sia la vivacità e la sincerità dei colloqui che Silvestro ha con i vari personaggi, come quello che ha, ad esempio, con la madre quando lei confessa, in modo sconvolgente al figlio il proprio rapporto sessuale extra-coniugale. Un altro esempio di colloquio vivace e sincero è quello con l’arrotino che elenca a Silvestro una serie di aspetti positivi e belli della vita che lo spronano ad abbandonare il proprio pessimismo e la propria apatia. Il secondo aspetto bello e affascinante del romanzo sia dovuto alla descrizione dell’indole dei vari personaggi. Primo tra tutti Silvestro stesso che, inizialmente, si lascia vincere dalla crudeltà e della ferocia del mondo ma poi intuisce che deve ribellarsi ad esse e quindi intraprende un viaggio di autocoscienza nella sua Sicilia vergine ed ostile. Un altro personaggio positivo è la madre, la quale, nella sua fierezza e nella sua autonomia di persona, è un esempio positivo per il figlio, il quale trae da essa una carica ancestrale di vitalità e di energia che lo scuotono dal suo torpore iniziale. Il terzo aspetto bello e affascinante del romanzo sia dovuto al messaggio che Vittorini lancia ad ogni individuo di acquistare una nuova coscienza e di abbandonare l’apatia iniziale per trovare la forza interiore per ribellarsi e contrastare gli eventi negativi causati dal fascismo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che un altro motivo di bellezza del romanzo sia dovuto al linguaggio lirico, molto affascinante e coinvolgente, che lo fa assomigliare ad un romanzo lirico e, per la sapiente descrizione dei personaggi e dell’ambiente, apre la via al neorealismo che esploderà subito dopo la seconda guerra mondiale. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che altri aspetti belli e affascinanti del romanzo siano dovuti alla capacità di Vittorini, come tutti i grandi, di essere precursore di una nuova strada della letteratura italiana che in quegli anni era sommersa nell’ermetismo e nel “realismo magico” degli anni ’30 che deformava la realtà. Vittorini con questo romanzo inizia il filone del neo-realismo. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che un altro aspetto estetico da evidenziare sia dovuto, certamente, al significato simbolico della conclusione del romanzo quando Silvestro non riconosce il padre invecchiato come rappresentante dell’autorità paterna siciliana. Vittorini, allo stesso modo, non riconosce più Mussolini come il capo del fascismo, perché lo vede invecchiato, anacronistico e dittatore del regime fascista. Questa interpretazione è stata ben capita ed evidenziata da Romano Luperini nel suo commento a Conversazione in Sicilia che così scrive: “Il mancato riconoscimento del padre, ridotto a un vecchio scemo, allude all’impossibilità, ormai, di riconoscersi nelle ragioni del potere e della storia ufficiale”. (da La scrittura e l’interpretazione – Volume III – Tomo III – Edizione Rossa – a cura di Romano Luperini e altri – Palumbo editore – Pag. 385). Quindi, come Silvestro esce dalla casa dei genitori in silenzio ed in punta di piedi, allo stesso modo Vittorini esce dalla corte di Mussolini in punta di piedi e va per la sua strada non riconoscendo più i valori del fascismo. A differenza di Silvestro, Vittorini esce dalla corte di Mussolini, dicendolo attraverso la pubblicazione del romanzo, quindi pubblicamente perché è consapevole della nuova strada che vuole intraprendere.

Modica, 11 settembre 2023

Prof. Biagio Carrubba

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