(articolo celebrativo del 2 giugno 2021)
I
Io, B.C., ho visto in diretta TV che, durante la cerimonia celebrativa della festa della Repubblica Italiana del 2 giugno 2021, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in presenza di molti romani e italiani, alla presenza delle forze militari, delle autorità istituzionali, ha deposto, con stile e sobrietà, una corona di fiori sopra il simulacro del milite ignoto, davanti al monumentale mausoleo Vittoriano, dedicato a Vittorio Emanuele II, Re d’Italia. Tutti i partecipanti, romani e italiani, hanno alzato gli occhi al cielo per vedere sia l’esibizione delle Frecce Tricolori, ma, soprattutto, hanno alzato gli occhi per ricercare, ancora una volta, il sole e ricevere così la luce e ricominciare a rivivere, a lavorare e a divertirsi. Io, B. C., auguro che tutti gli italiani possano riprendere a lavorare e ad ingegnarsi per tutto ciò che loro vogliono fare di bello e di buono in questa vita, da oggi ai prossimi decenni. Secondo me, la festa del 2 giugno, è una ricorrenza civile molto importante ed utile per gli italiani perché rappresenta l’occasione propizia di avvicinare i cittadini di ogni regione al comune sentire del popolo italiano. In questa ricorrenza della festa della Repubblica Italiana del 2 giugno, i cittadini italiani si sentono di appartenere alla stessa nazione, uniti e uguali verso la Patria e uniti e rispettosi della Costituzione italiana. Gli italiani, in questa festa celebrativa del 2 giugno, possono manifestare, così, il grande sentimento della italianità. Questo sentimento della Nazione Italiana è sentito, secondo me, molto forte e profondo nei cuori e nella mente dagli italiani e viene fuori, anche, nelle varie occasioni e manifestazioni sportive e in altre occorrenze che coinvolgono tutti gli italiani, soprattutto, quando ascoltano l’Inno Nazionale di G. Mameli. Inoltre, io, Biagio Carrubba, guardando la TV, negli stessi giorni, ho fatto queste considerazioni: gli italiani, dopo un anno e mezzo di pandemia e lockdown in tutta Italia, in Europa e nel Mondo, sono usciti, come lumache dal buio del loro guscio e si sono riversati nelle piazze dei borghi, dei paesi e delle città, con tanta voglia di ricominciare a vivere e con tanto desiderio di ricominciare a lavorare. Infine, io B. C., mi sono accorto che tutti gli italiani hanno alzato gli occhi al cielo per ricercare, come fosse la prima volta, il sole per riscaldarsi nel corpo e nello spirito e trovare, così, dentro di loro, l’energia e la forza per ricominciare a lavorare, ad operare, a vivere, a inventare, a studiare, a divertirsi e a sperare.
II
Io, B.C., voglio ricordare, anche, che, oltre questa cerimonia del 2 giugno, c’è stato un bambino Eitan Biran, di soli 5 anni, che ha lottato per sopravvivere perché vuole vivere, nonostante la bruttissima esperienza che ha vissuto, stando dentro la cabina della funivia Stresa Mottarone, insieme ad altre 14 persone, morte nell’incidente funiviario. Dopo la rottura della fune di acciaio, la cabina è precipitata in basso, schiantandosi nel bosco sottostante. Il padre del bambino, capendo la tristissima sorte di sé e della sua famiglia, ha trovato la forza e il coraggio di abbracciare il figlio Eitan e, tenendolo stretto tra le sue braccia, è riuscito ad attutire l’impatto tremendo della cabina schiantatasi tra gli alberi del bosco, salvando così la vita del piccolo sopravvissuto, da morte certa, anche se il bambino ha riportato diverse fratture agli arti. Ora dopo alcuni giorni da quell’incidente, il bambino si è risvegliato dal trauma. Per fortuna il piccolo Eitan non possiede, ancora, la cognizione del suo dolore, perché ancora non sa che ha perso i suoi genitori e il suo fratellino. Anche se ha avvertito il terribile schianto della cabina e, anche se ha riportato un bruttissimo ricordo della terribile sciagura della funivia, il piccolo Eitan ha aperto gli occhi e ha ricercato il sole per rinascere una seconda volta. Purtroppo lo spaventoso incidente funiviario gli ha, sicuramente, provocato, anche, un brutto trauma, psichico e fisico, che il bambino ha memorizzato e non gli scomparirà; trauma, di cui avrà e conserverà un continuo e persistente baluginio per tutta la sua intera vita. Io, B. C., sono sicuro che tutti gli italiani hanno tremato e fremuto per questo disastroso incidente funiviario e hanno provato una profonda commozione di paura e di terrore per il terribile incidente della cabina; ma io sono, altrettanto sicuro, che tutti gli italiani hanno pregato per il piccolo Eitan; hanno alzato gli occhi al cielo per augurare una rapida guarigione al bambino ospedalizzato, ricoverato in ospedale tra la vita e la morte con prognosi riservata. Inoltre sono certo che gli italiani hanno sperato e atteso con trepidazione per la salvezza e la guarigione del piccolo Eitan. Qualche giorno fa, per fortuna, il piccolo Eitan è stato dimesso dall’ospedale ed è ritornato a casa insieme alla zia che lo ha confortato e sorretto per tutti i giorni che il bambino è rimasto in ospedale e, sicuramente, continuerà ad accudirlo e ad assisterlo a casa e a scuola. Io, B. C., auguro al piccolo Eitan che la sua vita e la sua fanciullezza possano riprendere, serenamente, e che egli possa condurre una vita normale, lieta e felice, nonostante la mancanza dei suoi genitori e del fratellino. Auspico, anche, che il piccolo bambino possa proseguire, in modo ottimale e proficuo, il suo inserimento nella sua scuola e tra i suoi compagni di classe. Per compensare il piccolo Eitan di tutti questi danni, psichici e fisici, io, B. Carrubba, propongo il piccolo Eitan, come simbolo della rinascita dell’Italia, dopo il look down, e spero che il piccolo Eitan possa diventare, a tempo opportuno e nei modi voluti dallo Stato italiano, il nuovo volto dell’Italia rinata dopo la pandemia. Infine auspico che il giovane fanciullo possa divenire la nuova effige dell’Italia che riemerge dopo il post look down alla nuova vita italiana per rialzarsi e per ricercare il Sole. Così, il piccolo Eitan, secondo me, potrebbe rappresentare e raffigurare la nuova icona e il portafortuna dell’Italia post look down.
Modica 04 luglio 2021 Prof. Biagio Carrubba
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