ALCUNE ANIME DANNATE TENTANO DI FUGGIRE DALLE BARACCHE, MA VENGONO FERMATE E RIPORTATE NEL LORO LUOGO DI PENA.

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PARAGRAFO N. 14

Io e Dante, camminando e guardandoci intorno, capimmo

facilmente che il cumulo di ogni baracca aveva il proprio

diavolo, cornuto custode, dalla livrea verde – gialla (livrea

n. 11), che aveva il compito di sorvegliare il cumulo e di

tenere a bada le anime dei dannati che tentavano di fuggire

dal cumulo. Il diavolo custode del cumulo impediva che i

dannati si allontanassero dal cumulo e, nel caso di una

tentata fuga, il diavolo cornuto custode, infastidito per

il sovraccarico di lavoro, le cercava, le catturava e le ripor-

tava dentro al proprio cumulo, adiacente alla baracca.

Ogni diavolo, custode cornuto, dalla livrea verde – gialla,

teneva tra le mani alcuni arpioni uncinati, con i quali

arpionava le anime dei dannati, che tentavano di fuggire

dal cumulo e dal suo controllo. Io e Dante, attratti dalla

novità e dalla quantità dei cumuli di colore grigio chiaro,

vedemmo e ci accorgemmo che le anime, perse e dannate,

venivano ammassate l’una sopra l’altra, come gli ebrei

erano stati ammassati nelle baracche dei campi di con-

centramento dei letali lager nazisti. Qui, in questi lager,

i poveri ebrei venivano cacciati dentro le camere a gas,

dove morivano a centinaia, uno sopra l’altro. Così,

anche le anime, perse e dannate, venivano, per prima,

ammassate nei cumuli, davanti alle baracche, dai custodi

dei cumuli dalla livrea, verde – gialla. Anche i diavoli,

cornuti e custodi, delle baracche dalla livrea con strisce

verticali rosse – azzurre (livrea n. 12), riportavano le ani-

me, perse e dannate, dentro le baracche. I diavoli custodi

delle baracche dalla livrea con strisce verticali rosse – az-

zurre (livrea n. 12), adoperavano i roncigli, o i forconi, o gli

arpioni e i tridenti per acchiappare chi tentava la fuga.

Ogni baracca raccoglieva le anime dei dannati condannati,

distinte per il tipo di peccato che le anime dannate avevano

compiuto durante la loro esistenza terrena. Le baracche

erano sparse qua e là senza ordine, ma, le baracche più

recenti erano, comunque, disseminate ai lati della larga

strada, grigia chiara, che conduceva difronte a Lucifero.

La strada seguiva un tracciato tortuoso e serpeggiante

che arrivava fino a Lucifero. Dentro le baracche, le anime

si potevano muovere e potevano camminare a zonzo,

per evitare di scontrarsi con le altre anime dannate.

Le anime, perse e dannate, all’interno delle baracche,

subivano, poi, la pena del contrappasso, cioè la corri-

spondenza, per somiglianza o per opposizione, tra la

pena inflitta alle anime e le colpe da loro commesse in

vita. Ogni baracca, recintata dal muro di cinta, portava

un reticolato di ferro alto per evitare che le anime dei

dannati scappassero fuori dalla baracca e fuggissero

via attraverso sentieri interni nascosti del lago di Cocito.

Quando alcune anime dannate riuscivano a scappare

dalla baracca, con la vana speranza di poter sfuggire

dall’Inferno, venivano fermate all’ingresso della

cancellata principale, dove venivano acchiappate e

fermate dai diavoli, cornuti e custodi, dell’androne

dalla livrea rosso – nera (livrea n. 13). Invece, quando

le anime, perse e dannate, venivano afferrate lungo

la grande inferriata dai diavoli cornuti, dell’inferriata,

dalla livrea a strisce oblique gialle – azzurre (livrea n. 6),

che sostavano e sorvegliavano la grande inferriata, che

circondava tutto il lago ghiacciato di Cocito, venivano

riportate, da loro, dentro la baracca di origine. Quando

un’anima, persa e dannata, riusciva a fuggire dalla ba-

racca, allora, il custode della baracca aveva il gravoso e

fastidioso compito di ricercare le anime fuggitive e ripor-

tarle, con i suoi arpioni e con i roncigli, di nuovo dentro

la baracca, dove subivano, però, un aggravio di pena,

scelta, a suo piacere e a suo gradimento, dallo stesso

diavolo cornuto, custode della baracca, dalla livrea a

strisce verticali rosse – azzurre (livrea n. 12).

Le baracche, inoltre, stavano dentro ad un reticolato

medio alto, che divideva e distingueva le varie barac-

che l’una dall’altra. Le diverse baracche separavano

le anime, perse e dannate, fra di loro, cosicché ogni

anima, persa e dannata, pativa un tipo di pena diver-

sa dalle anime, perse e dannate, di una baracca

all’altra. Io e Dante vedemmo che il cancello del

recinto di ogni baracca portava in alto un cartello,

fissato nel muro adiacente al cancello della barac-

ca. Il cartello indicava il tipo di pena che le anime,

perse e dannate, pativano dentro la baracca e il

numero civico della stessa. Il primo cartello della

prima baracca, che, io e Dante, incontrammo, ave-

va questa indicazione scritta, con caratteri grandi e

a stampatello. PEDOFILI E SODOMITI. BARACCA N. 1

MODICA 22 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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