
5. Un’analisi della poesia
“L’Assiuolo” di Giovanni Pascoli.
La poesia è la poesia numero 95 di Myricae, fu scritta nel 1897 e pubblicata nella IV edizione di Myricae del 1897.
Testo della poesia
Dov’era la luna? Ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù…
Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù…
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?);
e c’era quel pianto di morte…
chiù…
Parafrasi della poesia “L’Assiuolo”
La luna dov’era? Non si vedeva perché
il cielo era immerso in un’alba color perla,
e perché il mandorlo e il melo sembravano sollevarsi
per meglio vederla.
Bagliori di lampi venivano
da un gruppo di nuvole nere, sparse laggiù.
Un verso veniva dai campi:
chiù…
Le stelle rilucevano qua e là
in mezzo al cielo color bianco latte;
sentivo lo sciacquio delle onde,
sentivo il fruscio tra i cespugli,
sentivo nel cuore un tremore
come un dolore lontano nel tempo.
Il lamento si sentiva da lontano:
Chiù…
Un leggero vento faceva oscillare
le vette degli alberi lucide;
le cavallette facevano sentire i loro suoni striduli
simili ai suoni del sistro degli antichi egiziani
(risuonavano colpi brevi e staccati alle invisibili porte
che forse non si apriranno più).
Un pianto di morte c’era sempre:
Chiù…
Il tema della poesia
Il tema della poesia è l’avvicinarsi della morte che il poeta ode nel verso dell’Assiuolo. Il poeta osserva l’alba di un giorno chiaro che si avvicina con nuvole nere e con bagliori di lampi. Come il verso dell’Assiuolo si fa sempre più intenso, così la morte si avvicina sempre di più. Tutta la natura sembra partecipare al preannunzio della morte.
Il messaggio della poesia
Il messaggio della poesia è dato dal verso dell’Assiuolo che preannuncia l’avanzare della morte, che dapprima fa nascere nel poeta un ricordo angoscioso del passato e successivamente insieme al suono delle cavallette gli fa ricordare l’antica cerimonia della dea Iside che prometteva la vita dopo la morte.
La tesi della poesia
La tesi della poesia è quella che tutta la natura partecipa all’annunzio della morte che, in particolare, è preannunciata dal suono lugubre e ripetuto dell’Assiuolo (chiù, chiù, chiù).
Analisi della forma
La metrica
La poesia è composta da tre strofe di novenari e l’ultimo verso ha una sola parola onomatopeica.
Il linguaggio poetico
Il linguaggio poetico è molto alto e lirico perché composto da moltissime figure retoriche ed espresso con il metodo impressionistico. Le figure retoriche sono: Domanda retorica – Sinestesia – Metonimia – Onomatopea – Anafora – Fonosimbolismo – Climax ascendente. La lexis della poesia è chiara e personale. Il tono emotivo è melanconico perché formato da due sentimenti forti: lo sguardo verso la natura e l’angoscia per il suono.
La bellezza della poesia
La bellezza della poesia è data dalla sapiente descrizione della natura, dal tono emotivo e dall’angoscia del poeta, dal simbolismo della poesia di fronte al sopraggiungere della morte.
Modica 03 luglio 2019 Prof. Biagio Carrubba
Rivisto e pubblicato oggi 01 luglio 2023

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