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   DALLA POESIA MODERNA,

DALLA POESIA POSTMODERNA,

ALLA POESIA POSTCONTEMPORANEA.

(Antologia personale)

POESIE DI RESILIENZA E POESIE D’AMORE

   DALLA POESIA MODERNA,

DALLA POESIA POSTMODERNA,

ALLA POESIA POSTCONTEMPORANEA.

(Antologia personale)

POESIE DI RESILIENZA E POESIE D’AMORE

Introduzione

Io, Biagio Carrubba, penso che le maggiori e più importanti caratteristiche delle società postcontemporanee odierne si possono dividere in due grandi categorie: le une negative e le altre positive. La prima caratteristica negativa è, senza dubbio, la ferocia, la crudeltà, la rivalità e la impoeticità dei nostri tempi, fra tutte le nazioni del mondo. Infatti, molte superpotenze del mondo sono in guerra fra di loro. In questo momento l’ISIS è in guerra con l’Europa e l’America. L’ultimo attentato terroristico dell’ISIS è stato il 31 ottobre 2017 a New York, dove un estremista islamico si è lanciato con il suo camioncino sulla folla uccidendo ben 8 persone inermi e innocenti e ferendone ben altre 12. Se non ci fosse lo Stato a regolare i rapporti umani ci sarebbe la lotta disumana, cruenta, caotica e anarchica di ognuno contro tutti. Ma oggi, per fortuna, viviamo in società civili dove lo Stato riesce, in qualche modo, a controllare e a reprimere le forze istintive e distruttive di singoli uomini islamici radicalizzati o di gruppi armati estremisti, disposti a distruggere ogni cosa. La seconda caratteristica negativa è data dall’inquinamento mondiale e da tutti i fenomeni ambientali connessi con il clima inquinato che acuiscono il surriscaldamento della terra e aumentano la febbre della terra. In questi ultimi anni, per esempio, in Italia, la siccità è aumentata in modo esponenziale, causando enormi roghi sparsi su tutto il territorio nazionale e nelle due isole maggiori. La terza caratteristica negativa è, secondo me, data dal fenomeno parossistico della corruzione in molti settori della pubblica amministrazione dello Stato. Ancora pochi giorni fa, c’è stato, in Puglia, l’arresto del presidente dell’ANCI per tentata corruzione. Questo fatto corruttivo è l’ultimo della serie che, ormai, si sussegue da 25 anni a questa parte a cominciare dal primo reato di corruzione del 17 febbraio del 1992, avvenuto presso il Pio Albergo Trivulzio di Milano. La quarta caratteristica negativa è data, secondo me, dalla mancanza di lavoro per i giovani che arrancano, enormemente, a trovare un posto di lavoro e a formarsi una famiglia, nuova e stabile, incapaci di dare un futuro a sé stessi e ai propri figli. A tutto questo si aggiunge anche la grande crisi economica, culturale, etica e sociale che serpeggia in molti settori economici, produttivi, sociali e industriali che rende la società italiana una società instabile, precaria e insicura, dove c’è una fuga di giovani cervelli italiani e di giovani ricercatori che vanno a studiare all’estero. La quinta caratteristica negativa, collegata alla precedente, è, secondo me, data dalla diffusione della delinquenza giovanile comune con le attività illegali, corrispondenti, come la mafia, la droga, il bullismo, il femminicidio e l’omofobia. Tutti fenomeni sociali che, in Italia, sono in aumento e in espansione tanto da fare presagire un precario e oscuro futuro a molti giovani, a molti uomini e, anche, a molte famiglie che perdono il lavoro o entrano in crisi per motivi personali o sociali, cosicché cadono nell’emarginazione e nell’endemica disoccupazione italiana.

II

La prima caratteristica positiva è, secondo me, data dal grande benessere materiale e culturale che oggi la maggioranza della gente vive grazie ai social network, ai new media, a internet e a tutti progressi tecnici e tecnologici legati all’informatica, alla telematica, alla robotica e a tutte le altre scienze che già fanno presagire uno sviluppo rapido e meraviglioso di nuove conquiste scientifiche e tecniche sempre più capaci di rendere la vita quotidiana più comoda, più bella e più rilassante a milioni di cittadini che, oggi, lavorano e sono integrati nel mondo del lavoro, dell’industria, della ricerca scientifica e tecnica. La seconda caratteristica positiva è data, secondo me, dalla maggiore democrazia e libertà che oggi si vive all’interno degli Stati come istituzioni e anche dalla maggiore democrazia e dalla maggiore libertà di dialogo che tutti i cittadini vivono, usufruiscono e adoperano all’interno delle proprie città e della propria famiglia. Tutti gli Stati del mondo sono alla ricerca di realizzare Stati sempre più democratici, eccetto qualche Stato del Sud America, dell’Asia e dell’Africa dove, ancora, sono in vigore parecchi Stati di stampo dittatoriale e totalitaristico, come il dittatore della Corea del Nord. La terza caratteristica positiva è data, secondo me, dal continuo ed enorme sviluppo tecnico e scientifico che, nel giro di qualche decennio, cambierà totalmente il tenore di vita di milioni di persone che vivono sulla faccia della terra. Accanto al 50% di questa umanità ricca, felice e opulenta, aumenterà, però, anche, la sacca dei disoccupati, degli emarginati, dei malati, dei poveri che hanno e avranno una vita sempre più triste, povera e depressa. La quarta caratteristica positiva è data, secondo me, dal fatto che, ormai, un buon numero di persone vive una vita lunga, sana e comoda. Oggi assistiamo, infatti, all’allungamento della vita media di milioni di persone. La vita media, infatti, negli anni ’60, era di 70 anni; oggi siamo arrivati all’età media di 90 anni e tra qualche decennio la vita media della maggioranza delle popolazioni mondiali si allungherà fino a 110 – 120 anni grazie allo sviluppo della medicina, della buona alimentazione e del benessere culturale e sociale, vigenti, oggi, nelle classi medie e abbienti delle società postcontemporanee. La quinta caratteristica positiva è data, secondo me, dalla maggiore conquista di cultura e di scienza per molti milioni di giovani e persone che potranno studiare e inserirsi nel mondo lavorativo e produttivo. Il loro benessere sociale e culturale, inoltre, farà aumentare per loro una maggiore capacità di trovare e realizzare l’amore e la felicità; infatti l’amore e la felicità sono più realizzabili nel mondo delle persone benestanti ed integrate nel mondo lavorativo, che tra i disoccupati e tra i poveri del mondo. Anche tra i diseredati, i poveri e gli emarginati si trova e si realizza, per fortuna, anche l’amore e la felicità ma a costo di grandi sofferenze e di grandi sacrifici da parte loro. I mezzi, personali e sociali, più importanti per realizzare il sogno di una vita sana, lunga e pacifica sono, secondo me: la resilienza, l’amore, l’empatia, la filantropia e la generosità che ogni buon uomo deve mostrare verso sé stesso, verso la propria famiglia e verso gli altri più poveri, disoccupati ed emarginati. Grazie ai new media, tutto questo è davanti ai nostri occhi, e noi, che guardiamo al nostro futuro e al futuro di tutta l’umanità, siamo costernati e siamo sempre più perplessi e timorosi del futuro che avanza e incombe perentoriamente sul presente. Ognuno di noi ha il proprio carattere, la propria indole, la propria posizione economica, culturale e sociale; e più il tempo passa, più ciascuno di noi ama la vita, e la ama sempre di più, e vorrebbe conservarla per sempre insieme ai figli e ai nipoti. Ma il futuro già incombe, oggi, nel nostro presente e si precipita, ogni giorno, dentro di noi e nel mondo, facendoci intravedere le condizioni dell’umanità nei prossimi decenni. Indizi che sono tutt’altro che positivi e rassicuranti. Vorremmo vivere di pace e d’amore e, invece, ci tocca superare tutti gli ostacoli quotidiani e vivere tutte le difficoltà della vita postcontemporanea odierna. Io, Biagio Carrubba, penso che, oltre alla cultura necessaria e indispensabile per integrarsi nel mondo dell’informatica, telematica e della robotica, la condizione esistenziale che resta, ancora, importantissima per vivere una serena giornata, piena e soddisfacente, è fortificare la nostra forza di volontà, la nostra resilienza, ed aumentare e intensificare il godimento spirituale dell’amore concreto della famiglia. La resilienza e l’amore sono, secondo me, due aspetti fondamentali dell’esistenza umana che uniscono uomini e donne nell’affrontare la morte e nel realizzare il bene. Il tempo vola, l’umanità corre, la scienza è in pieno progresso, la tecnologia è in pieno sviluppo e tutto ciò produce società che cambiano velocemente. Oggi viviamo nell’età postcontemporanea, la cui caratteristica fondamentale è, per l’appunto, il futuro perentorio che incombe sul nostro presente; ed è, altresì, lo zeitgeist del nostro tempo che precorre e insegue, a lunghi passi, lo schiacciante e incombente futuro sul nostro presente.

Io, Biagio Carrubba, mi voglio soffermare proprio su questi due aspetti fondamentali: la resilienza e l’amore della vita di ogni uomo e metterli in correlazione con la poesia d’amore postcontemporanea. La poesia d’amore postcontemporanea, sgombra dalle ideologie novecentesche e senza i paraocchi e i preconcetti delle ideologie politiche e sociali, deve fare vedere e rappresentare l’amore così come si vive oggi nelle società postcontemporanee. E tutto questo perché con l’inizio dell’età postcontemporanea nel 2010 è intervenuta una nuova mentalità e una nuova cultura sull’amore più aperta, più larga, più accettata e più legalizzata rispetto alle società postmoderne. Le società postcontemporanee, infatti, tramite la diffusione dei new media, di internet e delle agenzie matrimoniali online, hanno dato vita a nuovi approcci, di conoscenza e di incontro tra aspiranti all’amore etero ed omosessuale. Anche l’Italia ha, ormai, legalizzato le Unioni Civili per coppie omosessuali, maschili e femminili. Tutto ciò ha rafforzato nuove forme di matrimoni e di convivenza etero ed omosessuale, molto diverse rispetto alle famiglie nucleari tradizionali. Allora, anche, la poesia d’amore postcontemporanea deve sapere rappresentare, descrivere, esprimere, rendere palese e manifestare i nuovi sentimenti affettivi, etero ed omosessuali, che si svolgono e si vivono all’interno delle nuove famiglie che sono nate in questo ultimo decennio. La nuova poesia d’amore postcontemporanea, insomma e in definitiva, deve saper carpire, descrivere e rendere noto l’anima e lo spirito dell’amore postcontemporaneo, così come viene vissuto oggi in tutte le società postcontemporanee sia all’interno delle famiglie eterosessuali sia all’interno delle unioni civili accettate e legalizzate dallo Stato italiano.

2

Corrispondenza fra lo sviluppo delle società occidentali e l’evoluzione della poesia d’amore: dalla poesia d’amore, classica – moderna, (1800 – 1980 ca), alla poesia d’amore postmoderna (1980 – 2010 ca) alla poesia d’amore postcontemporanea da me individuata e formulata (2010 – 2017).

C’è un parallelismo evidente tra l’evoluzione delle società occidentali e l’evoluzione della poesia, classica – moderna, la poesia postmoderna e la poesia postcontemporanea. Purtroppo molti poeti di oggi scrivono, ancora, poesie classiche – moderne o poesie postmoderne. Chi si ferma è perduto. E ciò è vero. Allora è necessario adeguarsi ai tempi postcontemporanei di oggi e allo zeitgeist della cultura postcontemporanea. Ma ciò non è facile. Moltissimi poeti sono fermi all’epoca classica – moderna, altri arrancano all’epoca postmoderna, e pochissimi poeti riescono a scrivere poesie postcontemporanee. L’evoluzione della famiglia ha seguito l’evoluzione delle società occidentali: si è passati dalla famiglia nucleare, classica – moderna, alla famiglia allargata e separata della società postmoderna fino alla famiglia multiforme e variegata di oggi. L’emblema delle nuove famiglie delle società postmoderne e postcontemporanee sono, ovviamente, le unioni civili tra componenti dello stesso sesso con matrimoni celebrati ufficialmente dal Sindaco nei rispettivi municipi delle città. Anche la poesia d’amore, classica – moderna, è passata dall’amore per il proprio amore, alla poesia d’amore postmoderna allargata ad altri elementi del rapporto amoroso, fino alla poesia d’amore postcontemporanea dove l’elemento prevalente è l’amore vario e variegato tra molti componenti etero e omosessuali. L’amore, come le società occidentali, si è frantumato e frammentato sempre di più, cosicché l’amore non coincide più con il sesso. Nelle società classiche – moderne l’amore includeva il sesso, oggi, invece, l’amore non coincide più con il sesso. I giovani si uniscono, dapprima, solo per il sesso e poi, se va bene, si sposano ma, il più delle volte, si dividono lasciando un vuoto, o creando coppie di fatto o relazioni estemporanee e creando pochissime famiglie legali. Anche la poesia d’amore ha subito queste trasformazioni e i poeti di oggi non riescono a seguire e a rappresentare l’andamento e l’evoluzione dell’amore delle famiglie: dalla società classica – moderna alle nostre società postcontemporanee. Io, Biagio Carrubba, credo che rappresentare, interpretare ed esplicare l’amore di oggi non è facile e per questo motivo si scrivono poche poesie d’amore postcontemporanee. Addirittura reputo che i poeti di oggi, forse, non conoscono neppure l’amore postcontemporaneo di oggi e allora diventa davvero difficile inventarlo e descriverlo. A parte le difficoltà dei poeti postcontemporanei di oggi, è necessario, purtuttavia, descrivere e decantare l’amore di oggi, se non si vuole rimanere poeti datati o postdatati e superati dalla evoluzione delle società postcontemporanee e dalla velocità fulminea del tempo che vola e fugge via senza, nemmeno, accorgercene. Come è noto l’attuale società postcontemporanea non è altro che una fase parossistica della società postmoderna, che a sua volta era una fase parossistica della società classica – moderna. Subito dopo l’età postcontemporanea avremo un’altra fase parossistica delle società postcontemporanee, nella quale l’amore ancora una volta subirà una trasformazione, sociale, personale e intima, e dovrà adeguarsi alle nuove Età postcontemporanee.

II

Le società postcontemporanee corrono veloci, come le scienze e il tempo, mentre le poesie d’amore arrancano più lentamente nel buio delle coscienze dei poeti giovani e meno giovani. Come la poesia postcontemporanea deve rappresentare, interpretare e decantare la bellezza e i fatti positivi delle società postcontemporanee, così la poesia d’amore postcontemporanea deve decantare, interpretare e spiegare la varietà delle forme dell’amore di oggi e deve saper descrivere le gioie e la felicità che l’amore di ogni tempo dona agli innamorati e a tutti gli amanti che sperimentano il piacere dei sensi e la gioia del sesso. Bisogna cominciare proprio da qui: rappresentare, interpretare ed esplicare la voluttà e il benessere dell’amore di oggi, così come i poeti romantici hanno decantato, espresso e rappresentato l’amore romantico e sentimentale dell’inizio del 1800. Io, Biagio Carrubba, per esempio, ho decantato ed espresso l’amore, classico – moderno, con la mia prima poesia, ma, ormai, lontana nel tempo (1980), “Il pensiero di Carmela”; poi sono passato a descrivere e ad esprimere l’amore postmoderno ed infine ho scritto alcune poesie sull’amore postcontemporaneo. La prima poesia d’amore postcontemporanea è stata “Ode all’Amore” poi ho scritto altre poesie d’amore come forza vitale e vincolante fra uomini e donne, come corrispondenza di amorosi sensi fra tutti gli amori etero e omosessuali. Credo, inoltre, che la poesia d’amore postcontemporanea debba rappresentare la bellezza e il godimento dell’amore di oggi, oltre all’arte, al cinema, alla scienza, alla pace e deve illustrare, anche, tutto ciò che rende la vita degli uomini pacifica e bella. Infatti credo che anche il più grande fra gli uomini, che abbia conquistato il maggior potere possibile, se è un uomo solo rimane sempre un povero uomo e un uomo piccolo nella sua grandezza sociale, disperato e sempre in cerca dell’amore. La separazione tra il potere politico e la mancanza d’amore è stata descritta, già, dall’indimenticabile poeta greco MIMNERMO che ha saputo descrivere, sapientemente, con alcuni versi immortali, la bellezza, l’importanza e il godimento dell’amore universale per tutti:

                   Quale vita più, quale gioia, senza Afrodite dorata?

                        Che io muoia, se un giorno non avrò più nel cuore

                        un amore segreto e i doni più dolci del miele e il letto,

                        fragili fiori di giovinezza da cogliere in fretta.

Ma l’Amore non è soltanto prezioso e pregevole per gli uomini, caduchi e fragili, nelle loro esistenze; l’Amore è, importante e apprezzabile, anche per gli dèi. Concetto che è stato espresso da questi versi pregiati del poeta greco Simonide Di Ceo (557 – 467 a.C.).

                   Senza il piacere, infatti, quale vita mortale

                        è desiderabile, o quale potere?

                        Senza di esso non è invidiabile

                        neanche la vita eterna degli dèi.

Come i versi di Simone Di Ceo furono la voce del suo tempo storico, così la poesia d’Amore postcontemporanea deve essere la portavoce delle nostre società postcontemporanee.

3

Le caratteristiche della poesia d’amore postcontemporanea. Le novità della poesia postcontemporanea e le differenze tra la poesia d’amore, classica – moderna, la poesia d’amore postmoderna e la poesia d’amore postcontemporanea. Io, Biagio Carrubba, voglio essere l’antesignano della poesia d’amore postcontemporanea; per questo motivo in questo paragrafo elaboro ed esplico sia la teoria della poesia postcontemporanea sia la poetica della poesia d’Amore postcontemporanea. In senso generale, io affermo che le caratteristiche principali della poesia postcontemporanea sono le seguenti:

•          la poesia postcontemporanea deve rappresentare ed esprimere le varie forme di famiglie delle società postcontemporanee;

•          la poesia postcontemporanea, sgombra delle vecchie ideologie novecentesche, deve rappresentare ed interpretare la bellezza e le meraviglie delle società postcontemporanee di oggi;

•          la poesia postcontemporanea deve interpretare e descrivere, al massimo grado, il parossismo delle attuali società postcontemporanee e deve rappresentare anche la quinta essenza dei fatti positivi e negativi attuali.

La poetica della poesia d’amore postcontemporanea.

•          La poesia d’amore postcontemporanea deve esprimere e rappresentare le varie forme dell’amore delle società postcontemporanee.

•          La poesia d’amore postcontemporanea, sgombra delle vecchie ideologie novecentesche, deve esprimere ed interpretare la bellezza e le meraviglie dell’amore postcontemporaneo.

•          La poesia d’amore postcontemporanea deve interpretare e descrivere, al massimo grado, il parossismo delle attuali società postcontemporanee e deve rappresentare anche la quinta essenza delle forme, positive e negative, dell’amore delle società postcontemporanee.

•          La poesia d’amore postcontemporanea, non solo deve uscire dall’amore sentimentale e personale del poeta, ma deve, soprattutto, rappresentare l’amore postcontemporaneo così come è sentito e vissuto oggi. Inoltre il poeta deve guardare di più alle forme esteriori e alla vita sociale che al suo mondo interiore. Insomma deve descrivere l’amore esteriore e fare nomi e cognomi di personaggi famosi che vivono il loro amore in pubblico. Anche Dante Alighieri parlò, decantò e descrisse l’amore infelice di Paolo e Francesca.

•          La poesia d’amore postcontemporanea deve rendere, plasticamente e figurativamente, la quinta essenza, il massimo grado, il top della felicità dovuta all’Amore così come viene vissuto oggi nelle nostre società postcontemporanee. Deve descrivere, interpretare, scoprire e svelare il piacere erotico e licenzioso di chi vive in questo modo l’Amore postcontemporaneo, ma la poesia d’Amore deve anche sapere elogiare, rappresentare, icasticamente ed elegantemente, l’Amore casto e puro di tante buone famiglie italiane, che sono, ancore oggi, lo zoccolo sano e duro dell’attuale società italiana postcontemporanea.

•          In sostanza la poesia d’Amore postcontemporanea deve elogiare, decantare, interpretare, esaltare le gioie e le meraviglie dell’Amore, del sesso, pulito e libero, deve difendere la vita regolare delle famiglie italiane.

•          Deve encomiare e magnificare, inoltre, la vita degli uomini sulla terra e deve lodare e ammirare la natura nelle sue varie manifestazioni.

•          La forma delle poesie d’Amore postcontemporanea deve essere varia e variegata perché deve rappresentare la vivacità e le variegate forme di vita e d’Amore delle società postcontemporanee.

•          La forma delle poesie deve essere varia; deve avere varie forme di strofe e vari tipi di metrica ed essere formata da versi di varia misura. Inoltre la forma delle poesie postcontemporanee deve essere una sorta di Edutainment cioè un testo poetico che miri a trasmettere contenuti culturali ed etici in forma divertente.

•          Ovviamente il poeta postcontemporaneo sceglierà la forma più congeniale alla sua personalità. Sceglierà o una strofa lunga e sottile in verticale, oppure una strofa larga e piena di dettagli in orizzontale. Può essere un distico o una terzina oppure può essere anche una strofa lunga e prolissa, secondo il gusto e la sensibilità del poeta.

•          La stimmung ha la sua importanza perché la poesia d’Amore postcontemporanea deve sapere esprimere sempre una ricca gamma di sentimenti, intimi e sociali. Inoltre la stimmung deve esprimere stati d’animo allegri e briosi, ma anche sentimenti tristi e dolorosi.

•          La elocuzione dell’ordito deve essere raffinata e forbita, derivata da un linguaggio poetico ricercato ed elegante; piena di figure retoriche e ricca di creatività, estrosità ed inventività per dare alla poesia una maggiore libertà di parole, di immagini e dare, rafforzare e ampliare la bellezza dell’intero componimento poetico.

•          Il messaggio delle poesie d’Amore postcontemporanee deve essere sempre positivo e fiducioso verso le persone amate e celebrate. Lo stile deve essere forbito e ricercato sia nella forma, nella lexis e nelle tesi.

•          Lo stile delle poesie d’Amore postcontemporanee sarà composto da una lexis, leggera e paratattica, semplice e chiara per dare alla poesia un andamento e un ritmo scorrevoli e piacevoli.

•          Il fine delle poesie d’Amore postcontemporanee sarà sempre quello di suscitare, nei lettori, un sentimento estatico e una piacevolezza estetica e deve invogliare una riflessione sulla vita e sull’amore, come sentimento universale di pace e di fratellanza fra tutti i popoli della terra.

•          La bellezza delle poesie d’Amore postcontemporanee deriva, secondo me, dalla rappresentazione, dalla interpretazione e dalla espressività dell’Amore, contrastato o felice, postcontemporaneo.

•          La bellezza della poesia d’Amore postcontemporanea va costruita, secondo me,   con la composizione, la formazione e con la creatività di versi pregiati,    apprezzati e preziosi che sappiano descrivere e decantare i sentimenti affettivi     ed amorosi, fragili e contraddittori, degli uomini e delle donne, di oggi delle        società postcontemporanee.

•          Ma ciò che contrassegna la poesia d’Amore postcontemporanea è, sicuramente,   secondo me, il fatto che la poesia deve contenere un riferimento, esplicito o      implicito, chiaro o opaco, ad un evento o importante avvenuto nell’ultimo   periodo in una società postcontemporanea. Così un poeta italiano si aggancia      ad un evento politico o sociale italiano, mentre un poeta francese si aggancia     ad un evento politico sociale francese.

•          Io, Biagio Carrubba, per esempio nell’ultima poesia d’Amore         postcontemporanea “Ode all’Amore 2 (2017)” ho fatto un riferimento esplicito   alla conclusione del G7 delle pari opportunità tenutosi a Taormina tra il 6 e il 7    novembre 2017 sotto la guida e la direzione di Maria Elena Boschi.

•          Io, Biagio Carrubba, auspico, inoltre, che la poesia d’amore postcontemporanea   sia la punta di diamante della nostra età postcontemporanea; che sia capace di     rappresentare, perbene, con versi autentici e sublimi, lo stato d’arte di oggi,          della nostra epoca postcontemporanea; che sia capace di esprimere e descrivere l’amore in tutte le sue dimensioni e sfaccettature, ora lieti ora tristi, ora euforici ora melanconici; e che riesca ad essere lo specchio della nostra società            postcontemporanea, così come gli occhi riflettono i sentimenti dell’animo.            Auspico, inoltre, che la poesia d’amore postcontemporanea diventi parte,             indispensabile e imprescindibile, dell’arte riflessa postcontemporanea e cioè        diventi una poesia d’amore postcontemporanea riflessa e cioè che sia più frutto di studio e ragionamento, più che di spontanea ispirazione. Data questa trasformazione della poesia: da poesia ispirata a poesia riflessa, la poesia d’amore postcontemporanea deve divenire più matura, più elaborata e più   complicata, così come lo sono le attuali società postcontemporanee. Allora    anche il rapporto tra poeta elettore si complica e diventa sempre più difficile.          “Il patto poetico” tra poeta e lettore si complica ancora di più; e io credo che il    patto poetico diventi sempre più difficile per soddisfare il bisogno poetico dei    lettori. Infine, io, Biagio Carrubba, suppongo, penso e auspico che le nuove       generazioni dei poeti d’amore postcontemporanei, giovani e meno giovani,           riescano a soddisfare il senso estetico dei lettori e che la poesia d’amore postcontemporanea sia la strada più bella e il percorso più affascinante per riportare, entusiasmare e incantare i lettori di poesia all’antico fascino e      all’autentica e fantasmagorica bellezza, intramontabili e affascinanti aspetti, dimensioni e magie della poesia.

•          Io, Biagio Carrubba, amo la vita, la poesia, la natura, l’universo, l’amore e tanto   altro. Sono molto contento della poesia d’amore postcontemporanea perché   mette insieme, ed in sintesi, la bellezza delle parole e delle immagini con l’acutezza e l’argutezza del pensiero poetante affinché si concentrino a      rafforzare “Il Patto Poetico” tra poeta e lettore.

4

Celebri poesie, classiche – moderne.

Introduzione

Nel corso dei secoli, nelle società occidentali, sono state scritte moltissime poesie d’amore, molto belle: a cominciare dalle poesie della poetessa greca Saffo, per finire alle poesie di oggi, cioè alle poesie d’amore postcontemporanee. Fino ad oggi ho letto soltanto poesie d’amore, classiche – moderne; oggi spero di leggere, anche, poesie d’amore postcontemporanee. In generale affermo che la poesia d’amore classica – moderna, è dettata dall’amore del poeta verso il suo amore mettendo in risalto le virtù di lei: come la fedeltà, l’affetto, la gratitudine e il bene che il poeta riceve dall’amata e viceversa se a scrivere la poesia d’amore è una poetessa verso il suo amato. La maggioranza di poesie d’amore, classiche – moderne che ho letto sono di questo tipo e sono rivolte, tutte quante, ad esprimere l’estasi, la gioia, la felicità e il godimento che il poeta riceve dalla sua amata. Le stesse virtù sono riconosciute dalle poetesse che ricevono l’amore dai loro amati o amanti. Credo che le caratteristiche salienti della poesia, classica – moderna, siano, senz’altro, queste:

•          l’espressione della fedeltà, dell’affetto, della gratitudine e del bene che il poeta riceve dalla sua amata e viceversa;

•          l’espressione di forti sentimenti estatici e l’estrinsecazione di forti sensazioni estetiche da parte del poeta che ha, anche, il proposito di suscitare sollievo, leggerezza e leggiadria nel vigore e nell’anima della sua amata.

In generale affermo che la poesia, classica – moderna, dà voce alla espressività artistica e creatrice del poeta, che ha lo scopo di fortificare, temprare e rallegrare sia la sua anima sia l’intelletto e lo spirito dei suoi lettori. Riporto qui di seguito una poesia d’amore classica – moderna. E’ un sonetto di William Shakespeare (1564 – 1616) che mi piace molto perché esprime, con bellissime immagini, l’amore eterno e immutabile.

Sonetto n. 116

                        All’unione di anime costanti io mai

                        porrò impedimenti: l’amore non è amore

                        se muta quando vede mutamenti,

                        o da chi si ritira inclina a ritirarsi.

                        Oh no, l’amore è un faro sempre fisso,

                        che sfida le tempeste e mai ne è scosso;

                        è la stella polare di ogni barca vagabonda,

                        in sé ignota pur se ne è nota la distanza.

                        L’amore non è lo zimbello del tempo, anche se rosee

                        labbra e guance sotto la sua falce dovranno cadere;

                        l’amore non muta con i suoi brevi giorni,

                        ma resiste immutato fino all’ora del giudizio.

                        Se questo è falso e tale sia provato,

                        io non ho mai scritto, né mai nessuno ha amato.

5

Le più belle poesie d’amore, classiche – moderne, del XX secolo.

Riporto qui di seguito le più belle poesie d’amore classiche – moderne del XX secolo scelte da me e dal mio gusto personale, o una combinazione di poesie dello stesso autore. Ho scelto una poesia per ogni decennio del secolo con l’aggiunta di due poesie d’amore classiche del primo decennio del XXI secolo. Ogni poesia, infatti, è un concentrato, originale e personale, di idee sull’amore e presenta una forma poetica altamente raffinata ed elegante. Ogni poesia, inoltre, ha uno stile proprio, nuovo e personale, cosicché ciascuna poesia rappresenta, secondo me, la quinta essenza della poesia d’amore classica – moderna. Ritengo, infine, che queste poesie, lette da sole o in combinazioni poetiche, sono degli autentici capolavori della poesia, classica – moderna. La prima poesia d’amore, classica – moderna, che riporto è la famosa e celebre poesia scritta dalla scrittrice e poetessa Karen Blixen, Danese, (1885 – 1962) che ha per titolo:

INCONTRO

                                    Ah, quando sei lontano e nessuno

                                    più nomina il tuo nome –

                                    quando ovunque mi rechi sento

                                    cupo e gelido un vuoto. –

                                    comincio a credere che tu sia solo un sogno

                                    nato dalle brame della mia mente,

                                    e a questo sogno ho dato vita e nome

                                    e in ultimo il tuo aspetto –

                                    ma quando poi ti vedo e posso

                                    sentire ancora le tue forti parole,

                                    e posarti ancora il capo sulla spalla,

                                    ascoltare ancora il suono della tua voce,

                                    allora so che il resto è solo notte,

                                    malvagi sogni che presto scorderò,

                                    so che tu mi porti nella luce

                                    e che in te dimorano la vita e il giorno.

La seconda poesia d’amore, classica – moderna, scelta da me è la celebre poesia del poeta spagnolo

PEDRO SALINAS

(Madrid 1892 – Boston 1951)

                                               A te si giunge solo

                                               attraverso di te. Ti aspetto.

                                               Io certo so dove sono,

                                               la mia città, la strada, il nome

                                               con cui tutti mi chiamano.

                                               Ma non so dove sono stato

                                               con te.

                                               Lì mi hai portato tu.

                                               Come

                                               potevo imparare il cammino

                                               se non guardavo altro

                                               che te,

                                               se il cammino erano i tuoi passi,

                                               e il suo termine

                                               l’istante che tu ti fermasti?

                                               Cosa ancora poteva esserci

                                               oltre a te offerta, che mi guardavi?

                                               Ma ora,

                                               quale esilio, che assenza

                                               essere dove si è!

                                               Aspetto, passano i treni,

                                               il caso, gli sguardi.

                                               Mi condurrebbero forse

                                               dove mai sono stato.

                                               Ma io non voglio i cieli nuovi.

                                               Voglio stare dove sono già stato.

                                               Con te, tornare.

                                               Quale immensa novità

                                               tornare ancora,

                                               ripetere, mai uguale,

                                               quello stupore infinito!

                                               E finché tu non verrai

                                               io rimarrò alle soglie

                                               dei voli, dei sogni,

                                               delle scie, immobile.

                                               Perché so che là dove sono stato

                                               né ali, né ruote, né vele

                                               conducono.

                                               Hanno tutte smarrito il cammino.

                                               Perché so che là dove sono stato

                                               si giunge solo

                                               con te, attraverso di te.

Voglio definire la bellezza e l’importanza di questa poesia con una parola greca: kalokagathìa cioè bella e buona.

La terza poesia d’amore, classica – moderna, è del poeta inglese

W.H. AUDEN

(York 1907 – Vienna 1973)

                        Fermate gli orologi, staccate la cornetta,

                        date al cane un osso succulento prima che si metta

                        ad abbaiare, zittite i pianoforti e al cupo segnale

                        del tamburo portate fuori il feretro, parta il funerale.

                        Alti gli aeroplani s’avvitino in cerca di conforto

                        scarabocchiando sull’azzurro la notizia. È morto.

                        Mettete un merletto al collo bianco di ogni piccione.

                        Fate indossare ai vigili guanti neri di cotone.

                        Era il mio nord, il mio sud, il mio ovest, il mio est,

                        la mia settimana di lavoro e il mio giorno di festa,

                        il mio meriggio, la mia notte, la mia parola, il mio canto.

                        Sbagliai a pensare eterno quest’amore – ora so quanto.

                        Le stelle non servono più; spegnetele una ad una;

                        smontate il sole e imballate la luna;

                        strappate le selve e scolate tutto il mare.

                        Nessun piacere potrà mai tornare.

La quarta combinazione poetica, classica – moderna, è quella del poeta americano

EDWUARD CUMMINGS

(Cambridge 1894 – North Conway 1962)

                                               Io porto il tuo cuore in me (lo porto nel

                                               mio cuore) non lo lascio mai (ovunque

                                               vado tu vai, cara; e quel che faccio

                                               io da solo lo fai tu, tesoro mio).

                                                                                                          Non temo

                                               il fato (tu sei il mio fato, mia dolce) né

                                               voglio il mondo (bella, mio mondo, mia fedele)

                                               tu sei quel che la luna sempre fu

                                               e quel che un sole sempre canterà sei tu

                                               qui sta il più grande segreto che nessuno sa

                                               (qui l’intima radice e bocciolo e cielo

                                               di un albero chiamato vita; che cresce

                                               più alto di quanto anima speri e mente

                                               celi) e questa meraviglia regge le stelle.

                                               Io porto il tuo cuore (lo porto nel mio cuore).

2

                                               Mi piace il mio corpo quand’è col tuo

                                               corpo.  È una cosa tanto nuova.

                                               Muscoli meglio e nervi di più.

                                               Mi piace il tuo corpo.  Mi piace quel che fa,

                                               e il come.  Mi piace sentire la sua spina

                                               dorsale, le sue ossa e il tremolante

                                               liscio, sodo che bacerò

                                               ancora ancora ancora

                                               di te mi piace baciare questo e quello,

                                               mi piace, lentamente accarezzare, il folto

                                               elettrico pelo, e quel che viene a carne

                                               che si separa… e occhi grandi briciole d’amore,

                                               e forse mi piace il brivido

                                               di sotto me te così nuova.

La quinta combinazione poetica d’amore, classica – moderna, è quella del poeta italiano

CESARE PAVESE

(Santo Stefano Belbo – 1908 Torino 1950)

                                                Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –

                                               questa morte che ci accompagna

                                               dal mattino alla sera, insonne,

                                               sorda, come un vecchio rimorso

                                               o un vizio assurdo. I tuoi occhi

                                               saranno una vana parola,

                                               un grido taciuto, un silenzio.

                                               Così li vedi ogni mattina

                                               quando su te sola ti pieghi

                                               nello specchio. O cara speranza,

                                               quel giorno sapremo anche noi

                                               che sei la vita e sei il nulla.

                                               Per tutti la morte ha uno sguardo.

                                               Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

                                               Sarà come smettere un vizio,

                                               come vedere nello specchio

                                               riemergere un viso morto,

                                               come ascoltare un labbro chiuso.

                                               Scenderemo nel gorgo muti.

2

Passerò per Piazza di Spagna.

                                               Sarà un cielo chiaro.

                                               S’apriranno le strade

                                               sul colle di pini e di pietra.

                                               Il tumulto delle strade

                                               non muterà quell’aria ferma.

                                               I fiori spruzzati

                                               di colori alle fontane

                                               occhieggeranno come donne

                                               divertite. Le scale

                                               le terrazze le rondini

                                               canteranno nel sole.

                                               S’aprirà quella strada

                                               le pietre canteranno,

                                               il cuore batterà sussultando

                                               come l’acqua nelle fontane –

                                               sarà questa la voce

                                               che salirà le tue scale.

                                               Le finestre sapranno

                                               l’odore della pietra e dell’aria

                                               mattutina. S’aprirà una porta.

                                               Il tumulto delle strade

                                               sarà il tumulto del cuore

                                               nella luce smarrita.

                                               Sarai tu – ferma e chiara.

                                               28 marzo 1950

3

                                               I mattini passano chiari

                                               e deserti. Così i tuoi occhi

                                               s’aprivano un tempo. Il mattino

                                               trascorreva lento, era un gorgo

                                               d’immobile luce. Taceva.

                                               Tu viva tacevi; le cose

                                               vivevano sotto i tuoi occhi

                                               (non pena non febbre non ombra)

                                               come un mare al mattino, chiaro.

                                               Dove sei tu, luce, è il mattino.

                                               Tu eri la vita e le cose.

                                               In te desti respiravamo

                                               sotto il cielo che ancora è in noi.

                                               Non pena non febbre allora,

                                               non quest’ombra greve del giorno

                                               affollato e diverso. O luce,

                                               chiarezza lontana, respiro

                                               affannoso, rivolgi gli occhi

                                               immobili e chiari su di noi.

                                               È buio il mattino che passa

                                               senza la luce dei tuoi occhi.

                                               30 marzo 1950

La sesta poesia d’amore, classica – moderna, è quella del poeta cileno

PABLO NERUDA

(Cile 1904 – Santiago 1973)

Il tuo sorriso.

                                    Toglimi il pane, se vuoi,

                                    toglimi l’aria, ma

                                    non togliermi il tuo sorriso.

                                    Non togliermi la rosa,

                                    la lancia che sgrani,

                                    l’acqua che d’improvviso

                                    scoppia nella tua gioia,

                                    la repentina onda

                                    d’argento che ti nasce.

                                    Dura è la mia lotta e torno

                                    con gli occhi stanchi,

                                    a volte, d’aver visto

                                    la terra che non cambia,

                                    ma entrando il tuo sorriso

                                    sale al cielo cercandomi

                                    ed apre per me tutte

                                    le porte della vita.

                                    Amor mio, nell’ora

                                    più oscura sgrana

                                    il tuo sorriso, e se d’improvviso

                                    vedi che il mio sangue macchia

                                    le pietre della strada,

                                    ridi, perché il tuo riso

                                    sarà per le mie mani

                                    come una spada fresca.

                                    Vicino al mare, d’autunno,

                                    il tuo riso deve innalzare

                                    la sua cascata di spuma,

                                    e in primavera, amore,

                                    voglio il tuo riso come

                                    il fiore che attendevo,

                                    il fiore azzurro, la rosa

                                    della mia patria sonora.

                                    Riditela della notte,

                                    del giorno, della luna,

                                    riditela delle strade

                                    contorte dell’isola,

                                    riditela di questo rozzo

                                    ragazzo che ti ama,

                                    ma quando apro gli occhi

                                    e quando li richiudo,

                                    quando i miei passi vanno,

                                    quando i miei passi tornano                          

                                    negami il pane, l’aria,

                                    la luce, la primavera,

                                    ma il tuo sorriso mai

                                    perché ne morrei.

Anche questa poesia è una poesia kalokagathìa, cioè bella e buona.

La settima combinazione poetica d’amore, classica – moderna, è quella del poeta turco, naturalizzato russo

NAZIM HIKMET

(Salonicco 1902 – Mosca 1963)

                                               Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

                                               sei la mia carne che brucia

                                               come la nuda carne delle notti d’estate

                                               sei la mia patria

                                               tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi

                                               tu, alta e vittoriosa

                                               sei la mia nostalgia

                                               di saperti inaccessibile

                                               nel momento stesso

                                               in cui ti atterro.

2

                                               Sono cent’anni che non ho visto il tuo viso

                                               che non ho passato il braccio

                                               attorno alla tua vita

                                               che non mi sono fermato nei tuoi occhi

                                               che non ho interrogato

                                               la chiarità del tuo pensiero

                                               che non ho toccato

                                               il calore del tuo ventre.

                                               Eravamo sullo stesso ramo insieme

                                               eravamo sullo stesso ramo

                                               caduti dallo stesso ramo ci siamo separati

                                               e tra noi il tempo è di cent’anni

                                               di cent’anni la strada

                                               e da cent’anni nella penombra

                                               corro dietro a te.

L’ottava poesia d’amore, classica – moderna, è la poesia della poetessa norvegese

MARIE TAKVAM

(Norvegia 1926 – 2008)

                                                                                   Tu

                                               Devi essere arrivato in città!

                                               Lo vedo chiaramente.

                                               Tutte le case mi stanno sorridendo.

                                               Hanno capito che ti amo.

                                               Devi essere arrivato in città!

                                               Lo vedo dagli alberi del parco.

                                               Hanno foglie vibranti,

                                               ricevono baci dal sole e dal vento.

                                               Devi essere arrivato in città!

                                               Perciò

                                               questa gioia incredibile

                                               dalla luce e dall’aria

                                               dalle barche a vela nella brezza.

                                               Tutto è diverso oggi.

                                               Quel che ieri era una lunga serie di case grigie

                                               oggi è dipinta di oro e porpora

                                               dal tramonto del sole.

                                               Quella che ieri era gente qualunque

                                               che andava al bus o all’auto

                                               oggi sono persone

                                               con una vita dentro.

                                               Ciò che ieri era traffico e frastuono

                                               oggi è il battito del cuore della città,

                                               quello grande che fa muovere tutto!

                                               In breve: Tu devi essere arrivato in città!

La nona combinazione poetica d’amore, classica – moderna, è quella del poeta italiano

SALVATORE TOMA

(Maglie 1951 – 1987)

                                               Conoscevo la tua bellissima schiena

                                               anche prima di provarla:

                                               era morbida nella mia memoria

                                               fresca e dura

                                               e così mi si presenta oggi

                                               che mi dai anche quella…

                                               Una volta costava

                                               rabbia e fantasia

                                               anche solo amarti con lo sguardo

                                               anche un invito innocente

                                               suonava come un sacrilegio.

                                               E io che tra di noi

                                               non speravo che semplici incontri!

                                               Oggi che sei tutta qui

                                               intera e nuda

                                               e viscida nel concederti

                                               vuoi provare di tutto

                                               vuoi mi dici vendicarti di te stessa

                                               della tua malconsigliata gioventù

                                               del tempo perduto

                                               del passato speso a sognare

                                               ciò che invece chiedere

                                               era umano naturale possibile.

2

Colonna sonora

                                               Vita

                                               continue grida

                                               amore

                                               sempre dolore

                                               fantasie di felicità

                                               capo chino e malinconia

                                               di tutto carenza

                                               fatua credenza

                                               assidua astinenza

                                               ambigua sorte

                                               poi, dopo tutto, morte.

3

Un amore

                                               Non si può soffocare a lungo

                                               un amore.

                                               Lo si può ritardare questo sì

                                               per vari comodi

                                               o per estreme deludenti sensazioni

                                               ma alla fine trionfa.

                                               Lo si può nascondere

                                               con violenza per anni

                                               o con indifferenza

                                               lo si può pietosamente subire

                                               e soffrire in silenzio

                                               ma alla fine trionfa.

                                               È un plagio istintuale

                                               la pace che ci assale

                                               serenamente ci opprime.

                                               Così accadde a noi

                                               tanti anni fa.

                                               Dopo il fulmine

                                               cercammo storditi

                                               umanamente il sorriso

                                               il refrigerio del distacco

                                               sperammo a lungo con passione

                                               nella morte dell’altro

                                               adducendo l’imprevedibile

                                               trincerandoci ostili a combatterlo

                                               armati di nuove prove

                                               e insormontabili difficoltà.

                                               Ma l’ultimo appuntamento

                                               sarà inesorabile

                                                più delle nostre vili paure.

                                               Come tanti anni fa

                                               riaccadrà.

La decima combinazione poetica d’amore, classica – moderna, è quella della poetessa polacca

WISLAWA SZYMBORSKA

(Kormik, 1923 – Cracovia 2012)

Gli innamorati.

                                               C’è un tale silenzio in noi,

                                               che riusciamo a sentire

                                               la canzone cantata ieri:

                                               “Tu vai per la montagna, io per la valle”.

                                               E pur se la sentiamo – non ci possiamo credere.

                                               Il nostro sorriso non maschera tristezza

                                               né la bontà una rinuncia.

                                               E anche più di quel che meritiamo

                                               ci dispiace per quelli che non si amano.

                                               siamo così stupiti da noi stessi,

                                               cosa mai potrà stupirci di più?

                                               Non un arcobaleno nella notte.

                                               Non una farfalla sulla neve.

                                               E quando ci assopiamo,

                                               in sogno vediamo il distacco.

                                               Ma è un buon sogno,

                                               un sogno buono,

                                               perché da lui ci risvegliamo.

2

All’aeroporto.

                                               Si corrono incontro a braccia spalancate,

                                               esclamano ridendo: Finalmente! Finalmente!

                                               Entrambi indossano abiti invernali,

                                               cappelli caldi,

                                               sciarpe,

                                               guanti,

                                               scarpe pesanti,

                                               ma solo ai nostri occhi.

                                               Ai loro – sono nudi.

Poesie simpatiche e divertenti.

La prima poesia, bellissima, d’amore, classica – moderna, del primo decennio del XXI secolo è quella del poeta, nativo di Alessandria d’Egitto, ma naturalizzato italiano.

ARTURO SCHWARZ (1924 – vivente)

                                                           l’unico mio universo

                                    scopro l’armonia dell’universo

                                    nel suo corpo

                                    la bellezza dell’universo

                                    nella sua mente

                                    il canto dell’universo

                                    nella sua bocca

                                    il divenire dell’universo

                                    nel suo cuore

                                    il fascino dell’universo

                                    nel suo sesso

                                    la gioia dell’universo

                                    nelle sue gambe

                                    l’infanzia dell’universo

                                    nelle sue braccia

                                    la luce dell’universo

                                    nell’ombra del suo sesso

                                    il miracolo dell’universo

                                    nelle sue mani

                                    la nascita dell’universo

                                    nel suo sguardo

                                                                       l’orizzonte

                                    l’orizzonte dell’universo

                                    nel suo pensiero

                                    la primavera dell’universo

                                    nei suoi sogni

                                    la quintessenza dell’universo

                                    nel suo essere

                                    il respiro dell’universo

                                    nella sua voce

                                    la saggezza dell’universo

                                    nel suo agire

                                    il tempo dell’universo

                                    nel suo amore

                                    l’urgenza dell’universo

                                    nella sua inquietudine

                                    la verità dell’universo

                                    nella sua esistenza

                                    lo zero e l’infinito del mio mondo

                                    soltanto in lei trova il suo riflesso

                                    e la somma del tutto

                                    nei suoi occhi.

Anche questa poesia si può definire kalokagathìa, cioè bella e buona.

La seconda poesia d’amore, bellissima, classica – moderna, che chiude il primo decennio del XXI secolo è la poesia della poetessa italiana Mariangela Gualtieri che ha per titolo:

Alcesti

Da “BESTIA DI GIOIA” (2010) Einaudi editore. Pagg. 119 – 121

Introduzione.

Alcesti è la prima poesia d’amore del libro Bestia di gioia nella sezione “Mio vero”. E’ una bella poesia d’amore e di passione della poetessa per il suo compagno. In questa poesia la poetessa cerca una definizione dell’amore, con la A maiuscola, e la trova nell’essenza dell’unità di due persone che si incontrano e non si separano più, per diventare un unico essere. La poesia, dunque, elenca una serie di manifestazioni in cui lei si sente unita al suo amore. Le immagini astratte e ricercate sono: Tu sei del mondo la più cara/forma, figura …; il mio fuoco/brucia da sempre col tuo; nessuna parte di corpo muove il tuo cuore al mio, il mio al tuo. La poesia termina con il concetto che l’insegnamento supremo dell’amore si trova nell’unità. La poesia si conclude con questi versi: “Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste/l’uno solamente, senza il due”. Il linguaggio della poesia è quello unico e personale della poetessa Mariangela Gualtieri e cioè versi rigogliosi ed esuberanti, che creano tante nuove immagini astratte e bizzarre, dando alla poesia un fascino poetico tutto particolare e caratterizzata da un grande stile personale.

Alcesti

Testo della poesia

Ma solo pensare a te.

Non è una figura che viene

una nitida traccia.

È come cadere in posto

con un po’ di dolore.

Tu sei il mio tu più esteso

deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è

un’altra forma del mondo

che si appoggi al mio cuore

con quel tocco, quell’orma.

Tu. Tu sei del mondo la più cara

forma, figura, tu sei il mio essere a casa

sei casa, letto dove

questo mio corpo inquieto riposa.

E senza di te io sono lontana

non so dire da cosa ma

lontana, scomoda un poco

perduta, come malata,

un po’ sporco il mondo lontano da te,

più nemico, che punge,che

graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo

mio corpo fra tutti mio

più vicino corpo, mio corpo destino

ch’eri fatto

per l’incastro con questo mio

essere qui in forma di femmina

umana. Mio tu. Antico suono

riverberante, antico

sentirti destino intrecciato

sentire che sei sempre stato

promesso da ere lontane

da distanze così spaventose

così avventurose distanze da

lontananze sacre.

Tu sei sacro al mio cuore.

Il mio fuoco

brucia da sempre col tuo

il mio fiato.

Io parlo delle forze –

di correnti sul fondo del mio lago

sul fondo del tuo, oscure e potenti,

più del tempo dure più dello

spazio larghe, ma sottili

al nostro sentire,

afferrate appena

e poi perdute, nel loro gioco.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo

prima di questo nome? E ancora

saremo qualcosa, lo sappiamo e non

lo sappiamo, con un sentire

che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore

nessun pezzo umano, nessun arto,

nessun flusso di sangue, nessun

cuore, nessuno, niente che sia

stretto nel giro del sole, niente

che sia solo terrestre umano muove

il tuo cuore al mio, il mio al tuo,

come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande

l’insegnamento supremo.

Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste

l’uno solamente, senza il due.

Anche questa poesia si può definire kalokagathìa, cioè bella e buona.

5

Celebri poesie d’amore postmoderne.

La prima d’amore postmoderna, che ho scelto per questa antologia, è quella della poetessa italiana Alda Merini (Milano 1931 – 2009).

Inno alla donna

                                                                       Stupenda

                                                                 immacolata fortuna

                                                              per te tutte le culture del

                                                                         regno

                                                                si sono aperte

                                                             e tu sei diventata la

                                                                       regina

                                                          delle nostre ombre

                                                         per te gli uomini

                                                             hanno preso

                                                           innumerevoli voli

                                                        creato l’alveare del

                                                                  pensiero

                                                       per te donna è sotto

                                                              il mormorio dell’acqua

                                                                  unica grazia

                                                           e tremi per i tuoi

                                                                   incantesimi

                                                           che sono nelle tue mani                                            

                                                           e tu hai un sogno

                                                           per ogni estate

                                                     un figlio per ogni pianto

                                                     un sospetto d’amore

                                                               per ogni capello

                                                           ora sei donna tutto un

                                                               perdono

                                                       e così come ti abita

                                                              il pensiero divino

                                                               fiorirà in segreto

                                                                  attorniato

                                                              dalla tua grazia.

La seconda poesia d’Amore postmoderna, che ho scelto per questa antologia, è quella del poeta irlandese

SEAMUS HEANEY

(Castledawson 1939 – Dublino 2013)

Impalcatura.

                                    I muratori, quando iniziano un edificio,

                                    si preoccupano di testare l’impalcatura;

                                    si accertano che le assi scivolino nei punti critici,

                                    fissano tutte le scale, serrano i giunti imbullonati.

                                    Eppure tutto questo scompare a lavoro finito,

                                    svelando muri di pietra solida e sicura.

                                    Perciò, mia cara, se talvolta sembra

                                    che tra me e te stiano cedendo vecchi ponti,

                                    non temere. Lasciamo pure cadere l’impalcatura,

                                    sicuri di aver costruito il nostro muro.

La terza poesia d’amore postmoderna è quella del poeta inglese

MICHEL FABER

Lucentezze (II) 2015

                                               Agivi di nascosto,

                                               provvedevi furtivamente.

                                               Risollevavi le persone,

                                               le esortavi a trascendere

                                               i loro limiti,

                                               in salute e in malattia.

                                               Quelli che assistevi ti cercavano con gli occhi                                                                                 per ringraziarti, ma tu ti nascondevi.

                                               Quando la tua influenza prese a espandersi

                                               troppo, sei morta. Ancora sento

                                               il tuo bisbiglio nel mio orecchio:

                                               “Andiamo”.

                                               Potessi passare questo pianeta

                                               ai raggi X per scoprire la presenza

                                               dei tuoi interventi tempestivi,

                                               sono sicuro che li troverei

                                               in luoghi che non ti aspetteresti.

                                               Sei morta, lo so, e non è mio compito

                                               mostrarti che la morte non è la fine.

                                               Ma tu hai lasciato lucentezze di grazia,

                                               nascoste nel mondo,

                                               che ancora rilucono.

6

Poesie d’Amore postcontemporanee.

Introduzione.

La prima poesia d’amore postcontemporanea, che io conosco, è una poesia d’amore del poeta Leon De kock (Johannesburg 1956) che ha per titolo:

La Biologia d’Amore

(Testo della poesia)

                                                           La Biologia d’Amore

                                                           dice il mio nuovo amico

                                                           Humberto Maturana

                                                           non è un Problema di Virtù

                                                           no, non è una Questione Morale.

                                                           È come ci comportiamo

                                                           per tenere la vita vicina

                                                           vicina al cuore.

                                                           Come ci comportiamo

                                                           per conservare

                                                           e servire

                                                           la Biologia d’Amore.

                                                           Questa è la nostra vera intelligenza

                                                            e se la nutriamo

                                                           ci apriamo

                                                           come fiori

                                                           diventiamo noi stessi

                                                           Homo Sapiens amans.

                                                           Riguadagniamo il nostro terreno

                                                           la terra del nostro essere.

                                                           Altrimenti

                                                           ci chiudiamo

                                                           avvizziamo

                                                           ci ammaliamo

                                                           chiudiamo fuori gli altri                    

                                                           “ci sviluppiamo”.

                                                           Homo sapiens aggressans.

                                                           È proprio

                                                           semplice.

                                                           Ogni deviazione

                                                           da questo

                                                           fondamentalismo

                                                           fondamento d’amore

                                                           della Biologia d’Amore

                                                           è una eresia

                                                           semplice eresia

                                                           attraverso cui

                                                           diventiamo

                                                           la gabbia

                                                           di noi stessi.

Anche questa poesia si può definire kalokagathìa, cioè bella e buona.

7

Presento la mia personale evoluzione sulle poesie d’amore: dalle poesie d’amore classiche – moderne alle poesie d’Amore postmoderne alle poesie d’Amore postcontemporanee.

Prima poesia d’amore classica – moderna.

                                               IL PENSIERO DI CARMELA

1

                                               Dentro questo cielo di Cagliari

                                               odo avvicinarsi dal lontano mare

                                               il profumo del tuo amore, oh Carmela.

                                               E pur non conoscendo le verdi foglioline

                                               degli alberi di questo ospedale, esse

                                               mi parlano tanto di te e del tuo sorriso.

                                               Mi riportano alla lunga passeggiata

                                               con i tuoi figli sui colli di Scicli,

                                               mi riportano ai momenti, in cui insieme,

                                               ascoltavamo il bubbolio e il cuore del mare;

                                               mi riportano ai dolci silenzi notturni,

                                               ascoltando Beethoven, abbracciati.

                                               E il pensiero che ora mi porta da te

                                               che cos’è, se non la vita?

                                               E la vita sei tu, Carmela!!!

                                               Tu sei il pensiero della mia vita,

                                               tu sei la ricerca costante del pensiero.

                                               E la ricerca della felicità e dell’amore

                                               è, unicamente, la meta finale dell’umanità.

2

                                               Se la materia passa, morendo, esanime

                                               il pensiero ricercante è ciò che non muta.

                                               È l’eterno principio di ogni cosa.

                                               Tu, essendo l’eterno principio di tutto,

                                               sei l’ultima meta di me stesso.

                                               Sei la vita stessa, Amore mio.

                                               E la vita è il pensiero, il pensiero di te.

                                               L’Amore, tanto desiderato dagli uomini,

                                               è, solamente, il pensiero che ci libera

                                               dall’animalità e dall’es presenti e pulsanti.

                                               Pensare a te è bellissimo; sei bellissima,

                                               sono eternamente vivo e ardente di te.

                                               Vivo per te, penso a te, amore mio,

                                               vivi per me, pensi a me, amore tuo.

                                               Oh Carmela, pensando si diventa liberi,

                                               e noi, pensandoci, siamo liberi, amandoci.

                                         Gennaio 1980            Modica 28/ 01/ 2017        

La prima mia poesia d’Amore postmoderna.

La Vita è adesso

                                               Ogni giorno che passa

                                               è un giorno di stress. 

                                               Dopo essere stato sulle stelle

                                               oggi ritorno nelle stalle

                                               della mia vita quotidiana.

                                               Anche se lavoro tra bulli e impertinenti e

                                               tra nevrotiche e indisponenti

                                               non si può vivere da soli.

                                               Non serve isolarsi e rinchiudersi

                                               in un bosco tra gli alberi

                                               e pensare di vivere bene e soli.

                                               Ci vogliono sempre gli altri

                                               per vivere bene e meglio.

                                               L’amore si vive in due

                                               in quattro si gioisce di più,

                                               perché solo l’amore salva e lenisce

                                               le sofferenze quotidiane.

                                               Non voglio insegnare niente a nessuno

                                               tutti hanno capito qualcosa

                                               di sé, degli altri e della vita.

                                               Ma donare qualcosa di sé agli altri

                                               procura gioia e serenità.

                                               Oh, l’Amore oblativo!

                                               Oh, l’Amore passionale!

                                               Oh, l’Amore platonico!

                                               La solitudine non porta niente di buono

                                               solo la simbiosi è la fonte della felicità.

                                               La vita è adesso

                                               vivi e lascia vivere.

                                               Lavora con piacere,

                                               goditi l’amore,

                                               pensa e scrivi con creatività.

                                               Modica, 30 ottobre 2013     Biagio Carrubba

La mia seconda poesia postmoderna è L’Amore è un’esplosione di colori

I

L’amore ha i colori vividi e gai dell’arcobaleno.

L’amore è il rosso della passione

è il rosso del tuo cuore;

L’amore è l’arancione del romanticismo

è l’arancione della tua pelle;

L’amore è il giallo della gelosia

è il giallo dei tuoi capelli biondi;

L’amore è il verde della speranza

è il verde dei tuoi occhi;

L’amore è il blu del mare mosso

è il blu del tuo animo;

L’amore è l’indaco della fatalità

è l’indaco del tuo charme e del tuo pathos;

L’amore è il violetto dell’affettività

è il violetto del tuo tenue afflato e del tuo eros.

II

L’amore è libertà perché quando

decidi di scegliere di amare qualcuno

lo scegli in piena libertà.

III

L’amore è il Big Bang della gioventù e

sgorga spontaneo nella fanciullezza.

L’amore è la forza interna, bizzarra e

crea l’armonia dove c’è lo scompiglio

e sconvolge dove c’è la pace.

L’amore fa girare veloci gli amanti

come i pianeti girano intorno alla propria stella.

L’amore è l’imprevedibile sentimento

che a volte dà gioia e felicità e

che a volte crea odio e passione.

L’amore è una grande forza di energia

che aiuta i giovani innamorati,

gli amanti e gli anziani

che quotidianamente affrontano

la dura lotta della vita,

che fa soffrire fino alla fine.

Insomma,

“L’amuri è na manu d’aiutu ‘ppi campari miegghiu”      

Modica, 31 dicembre 2013

La mia prima poesia d’Amore postcontemporanea.

Ode all’Amore

I

“Domani, ami chi non amò mai,

e chi amò, domani, ami”

Pervigilium Veneris

L’amore è la voce del cuore che parla alla Ragione,

che vuole la sua parte di vita e di emozioni.

L’amore è il sentimento più forte, fra tutti i sentimenti,

che abita nell’animo umano e costituisce

la porzione giornaliera di piacere estetico

che dà alla vita sapore, senso e gioia di vivere.

L’amore è la voglia, il desiderio e la ricerca degli altri,

è la gioia che ci dona la felicità di essere in questo mondo.

L’amore è quel grande sentimento, enorme,

che esplode dentro e sprigiona la più grande letizia

nel cuore e nell’animo, e ci dà il piacere di vivere.

L’amore è quel grande sentimento, emozionante,

che ci fa sentire un trasporto verso gli altri,

che proietta tutto l’essere verso la persona amata.

Certo l’attrazione fisica, culturale ed estetica seduce,

possiede e ci attira verso gli altri come una calamita.

L’amore è, soprattutto, quella grande passione

psicofisica che, come dice l’etimologia, ci fa spogliare.

L’amore, infatti, vuol dire spogliarsi e noi ci spogliamo

per piacere e per soddisfare i nostri impulsi sessuali,

che esplodono nelle bellissime e piacevolissime

sensazioni ormonali.

Ma molti si lasciano sedurre e tentare dall’adulterio.

Allora è necessario, per quanto possibile, resistere

alla passione adulterina e trasgressiva e rimanere fedeli

al proprio amore ed alla persona amata perché

l’amore coniugale è più gioioso, più casto e più rispettoso.

È noto che chi non soddisfa le forti esigenze sessuali

si compensa con la gola e si rifugia nel cibo,

perché il desiderio dell’amore si rinnova

continuamente in ogni luogo ed in ogni momento.

II

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.”

Dante Alighieri, Divina Commedia Canto V, v.103-105.

L’amore è, in prima istanza, soddisfazione libidica,

è variazione di posizione sessuale e sensuale,

è creazione di fantasie sessuali ed erotiche.

Ma l’amore non deve fermarsi alla passione ed al desiderio,

l’amore deve essere, soprattutto, un incontro di anime e

di relazione reciproca e comprensione tra due persone diverse,

che hanno entrambi “Affinità Elettive”.

L’amore è, in sostanza, il sentimento che trasfigura

il nostro essere corporeo e ci trasporta temporaneamente

in un mondo voluttuoso, romantico e sublime, 

che ci fa sognare ad occhi aperti e che ci fa vedere la vita,

(o per un breve o per un lungo periodo),

come un paradiso ritrovato pieno di felicità.

Una vita senza amore è una vita triste e povera,

invece l’amore coniugale porta una vita intensa e bella.

L’amore, più bello ed intenso, è quello che si vive in due,

con la propria donna, oppure in quattro o in sei,

con i propri figli e nipoti che si amano ancora di più.

L’amore, insomma, porta la felicità e la sicurezza e

trasporta la vita amorosa grande come l’universo.

L’amore già al primo palpito di cuore è una delizia,

ritempra le membra e dà vigore e stenia al corpo.

La vita amorosa, in due o in quattro, disperde e

allontana la solitudine, la malinconia, la depressione e

allora tutto ad un tratto e, all’improvviso, la vita diventa

letizia, giocondità, gioia, prosperità, voluttà, leggiadria,

beatitudine, dilezione, godimento e magnificenza.

Mentre il sesso dura pochi minuti, l’amore dura tutta una vita.

Infatti l’amore è il delta della fortezza personale.

L’amore è, dunque, la prima porta che apre e

illumina le altre stanze che seguono, fino ad arrivare

all’ultima porta che sprofonda nel baratro finale.

L’amore è un fattore di progresso nei sentimenti;

l’amore è un fattore di liberazione dalle passioni

l’amore è un fattore di trasgressione che libera

dalle vecchie abitudini e dalla insofferente noia.

Bisogna credere nell’amore perché nell’amore

c’è la vita, nell’odio invece c’è la morte.

Il vero Amore è un donarsi alle persone amate.

III

“Se Atropo in seguito alle tue lunghe preghiere

ti restituisse anche uno solo di quei giorni,

tu lo preferiresti a una vita lunga quattro volte

quella di Nestore.”

Marziale, Liber X, ep. 38.

Nella nostra attuale società mondiale e globalizzata tutto scorre con una velocità fulminea, impressionante ed intransigente, così come è sempre stato dall’uomo della pietra fino ad oggi all’uomo spaziale e tecnologico. Ma l’amore è stato, da sempre, un fattore importante di stabilità, di generazione e di creazione; però, col passare dei millenni, l’amore si è distinto e diviso dal sesso che si consuma rapidamente nei “luoghi chiusi e bui” mentre l’amore si vive e si gode “nelle case pulite e profumate”.

Fatta questa distinzione tra amore e sesso posso affermare che l’amore rimane il sentimento più bello ed intenso per tutte le persone di questo mondo. Spero che questa Ode esprima, con forza perentoria, dirompente e devastante, l’Amore universale e sublime e l’ho scritta con un linguaggio aspro, duro e con un ritmo stridente, cacofonico e cruento ma, comunque, ho voluto trasmettere un messaggio positivo ed empatico verso tutti. Credo, infatti, che l’amore sia la più grande vocazione sentimentale degli uomini che fa seguire ed inseguire il proprio amore anche in capo al mondo. Io, Biagio Carrubba, preferisco sempre l’amore casto e fedele dell’amore coniugale all’amore trasgressivo e adulterino ché quest’ultimo porta con sé sempre guai e veleni per tutti gli interessati alla tresca amorosa.

Modica, 26 novembre 2015

La mia seconda poesia d’Amore postcontemporanea.

L’AMORE È UNA FORZA VITALE

Davanti all’Amore provo un piacere divino

e un brivido umano. Epigrafe liberamente

ispirata da “La natura delle cose” libro terzo

versi 28-29 di Tito Lucrezio Caro.

I

Contemplo la natura, gli alberi, il mare, la terra,

ammiro il sorgere della luna, il tramonto del sole,

ma più di ogni altra cosa adoro l’Amore.

A me, ormai non resta altro che

l’amore oblativo della mia preziosa moglie.

Amo le donne, le mamme, le amanti, le lesbiche,

bramo il loro corpo, il loro sesso, la loro bellezza.

II

Amo dunque sono.

Sibilla Aleramo

Ma cos’è l’Amore?!! L’Amore è una forza vitale.

L’Amore è non essere né sentirsi soli,

è scegliersi la donna giusta e comprensiva

al momento giusto e che sia solidale nell’avversità.

L’Amore è chi ti fa sentire importante anche

quando vivi una vita comune e anonima.

L’Amore è chi ti guarda dolcemente negli occhi

quando hai gli occhi umidi e pieni di pianto.

L’Amore è, per prima cosa, l’attrazione fisica e

volontaria per una donna attraente e seducente.

L’Amore è l’istinto a voler diventare

una sola persona nell’amplesso e nell’orgasmo.

L’Amore è chi ti dona e ti regala

affettuosità, voluttà e ti fa provare

un diletto reciproco, quasi una dilezione.

III

L’Amore genera gioia, gaiezza, felicità, ma

ingenera anche gelosia, rivalità e invidia.

L’Amore produce letizia, delizia, diletto ma

incute anche paura, soggezione e suggestione.

L’Amore procura piacere, coito, amplessi, ma

suscita anche seduzioni, attrazioni e adescamenti.

L’Amore ispira la poesia, l’elegia, l’epigramma, ma

causa anche desideri, ambizioni e lusinghe.

L’Amore infonde voglia di festa e divertimenti, ma

include anche il matrimonio, i figli e i nipoti.

L’Amore desta speranze, progetti, ambizioni, ma

procaccia anche trappole, tradimenti e inganni.

L’Amore accende la carne, la passione e le ossessioni, ma

sprofonda anche nelle perversioni e nei giochi erotici patologici.

L’Amore crea compagnie, relazioni, dialoghi, ma

provoca anche risentimenti, bugie e menzogne.

L’Amore anela al piacere, alla voluttà e all’estasi

e si innalza al sublime, alla purezza e all’ascetismo.

L’Amore produce gentilezza, raffinatezza, compitezza

e ti porta l’allegria, il sorriso e il lusus amoroso.

L’Amore strugge gli amanti, distrugge gli adulteri,

striga gli innamorati, sgrida gli infedeli

onora e premia la fedeltà della famiglia.

IV

L’Amore, inoltre, costruisce un’esistenza meravigliosa,

dona una vita valida, intensa, fruttuosa, energica,

degna di essere vissuta e di essere goduta,

ricca di esperienze, ricca di poesia e di fantasia

come è stata la vita felice e piena d’Amore

fra Franca Rame e Dario Fo

(scomparso qualche giorno fa).

L’Amore, infine, riempie il vuoto dell’esistenza.

Modica, 17/ 10/ 2016                   

La mia terza poesia d’Amore postcontemporanea.

L’Amore e le Rose.

Epigrafe.

                        Tu, ragazza, cogli le rose finché sono fresche e tu sei giovane,

                        e non scordare che così precipita anche la tua stagione.

                        Da Rosis nascentibus in Antologia della poesia latina.

C’è nell’Amore un contagio feerico

di gioia e grazia, amore mio,

che mi fa dimenticare ogni cosa.

C’è nell’Amore un ardore vivo

di passione e tumulto, vita mia,

che mi fa svanire ogni pensiero.

C’è nella Rosa una corolla viva

di profumi e colori inebrianti

che accendono gli occhi splendenti

di passioni.

Si è vero!!! Le rose sono il miglior

correlativo oggettivo dell’Amore.

Le rose rosse infiammano il cuore,

l’amore risveglia il piacere erotico.

Le rose sbocciano sopra steli spinosi,

anche l’Amore fiorisce tra sentimenti,

aspri e lieti, giovanili, tristi e gioiosi.

I petali mostrano la loro morbidezza

e aprono il loro calice vellutato e odoroso

e scoprono i loro colori suggestivi e nitidi

che estasiano gli occhi incantati e entusiasti.

Alcune rose fioriscono, effondendo il loro olezzo,

altre schiudono le loro gemme purpuree,

altre avvizziscono in un breve lasso di tempo.

Sono contornate da verdeggianti foglie,

sono incastonate sopra arbusti superbi.

Anche l’Amore sorge e si profonde in tenera età

tra gli umori virginei e guance porporine.

È bello, eccitante, osservare due giovani

che si amano e si baciano, innamorati

e indifferenti alla gente che passa distratta.

C’è nell’Amore tanta speranza nuova

per una vita gaudiosa e generativa,

come c’è, in tutti, tanta euforica

e trepidante attesa,

piena di vigore e di timore,

per l’anno che sta per finire e

per l’anno che sta per cominciare.

Modica 31/ 12/ 2016                                    

Un’altra mia poesia d’Amore, classica – moderna,

POESIA PER IL MIO AMORE.

A Gina Rizza MIA MOGLIE.

Io ti voglio ringraziare

per l’Amore che mi offri,

per l’Affetto che mi regali,

per la gioia che mi effondi,

rimanendo, vivendo con me.

Anch’io ti voglio ringraziare

per l’Emozioni che m’infondi,

per la Felicità che mi trasfondi,

coi tuoi occhi, con il tuo bel viso,

contemplando il tuo soave sorriso.

Io ti voglio ringraziare

per l’Eros che mi risvegli,

per l’Esile corpo profumato,

per la Voluttà che nascondi e

mi doni negli abbracci notturni.

Io ti voglio ringraziare

per l’Aiuto che mi profondi

per il Sostegno che mi elargisci

per la Limpida Bellezza interiore,

che i tuoi gai e dolci occhi emanano.

Anch’io ti voglio ringraziare

per la Compagnia che prodighi,

per la Furia affabile delle parole,

per la tua Voce pronta e squillante,

con la quale mi tieni vivo e vispante.

Anch’io ti voglio ringraziare

per il Sorriso lieve delle labbra,

per lo Splendore del tuo conforto,

che mi rinfranca, mi placa e consolida

la Speranza, la Fiducia e l’Amore per te.

Modica 04/ 01/ 2017           

8

L’ultima mia poesia d’amore postcontemporanea.

Ode all’amore 2

2017

                        Solo l’Amore può intrattenere

                        il tempo edace e fugace.

                        Siamo pervenuti alla fine dell’anno solare

                        ma non siamo giunti alla fine dell’Amore.

                        L’Amore non finisce mai di stupire

                        anche, oggi, nel pieno delle società

                        postcontemporanee

                        tra guerre, atti terroristici e atti di follia,

                        negli USA,

                        l’Amore rinasce, ogni giorno, come

                        l’Araba Fenicia.

                        Solo l’Amore può intrattenere

                        il tempo rapace e perspicace.

                        Forse la fiamma dell’Amore

                        sta per spegnersi? No!

                        All’apparenza tutto sembra

                        una torre di Babele,

                        ma la creatività della scienza e

                        dell’Amore covano sotto la brace

                        cosicché là dove, oggi, c’è

                        odio e buio, domani, ci saranno

                        Amore e luce.

                        Il tempo edace, fatal nemico

                        con la mano rugosa ti combatte,

                        ti vince e ti disface (Vinc. Monti).

                        L’Amore di mia moglie riempie

                        la mia esistenza; dà senso

                        alle mie giornate; colma

                        il mio vuoto esistenziale.

                        Senza di lei mi sentirei disperso,

                        in questa vita e in questa città.

                        Sarei un solitario, privo di vita e

                        di vigore e non sentirei più vibrare

                        né il mio corpo, né il mio spirito,

                        né vivrei una vita gioiosa e dignitosa.

                        Solo l’Amore, legge di natura,

                        combatte, vince e disfa la Morte.

                        Anche gli Stati democratici

                        delle società postcontemporanee

                        vogliono proteggere l’altra metà di genere.

                        A Taormina l’altro ieri si è svolto

                        il G7 per difendere e

                        sostenere la parità di genere.

                        Le donne vogliono anche loro

                        difendere l’Amore e la famiglia,

                        ma reclamano anche una parità

                        economica di genere.

                        Mi pare giusto che sia così.

                        Anche l’Amore femminile combatte

                        per ottenere la parità di genere.

                        L’Amore è come un fungo edule,

                        ma può essere anche un fungo tossico.

                        L’Amore giusto cresce, fiorisce e

                        profuma come una rosa aulente,

                        ma quando l’Amore si rivela sbagliato,

                        allora sfiorisce e avvizzisce

                        come una rosa appassita e lezza.

                        Solo l’Amore può intrattenere

                        il tempo edace e fugace.

     Modica 25/ 11 /2017

9

Poesie di resilienza.

La prima poesia di resilienza che io conosco è senza dubbio la poesia SE di R. Kipling. Ma è talmente famosa e bella che io non la riporto. Invece riporto una poesia di resilienza contemporanea del poeta Alejandro Jodorowsky, poeta cileno naturalizzato francese. È una bella poesia di resilienza che mi fa piacere riportare qui perché la trovo molto bella e significativa per le idee espresse e per le belle immagini che presenta.

                        Amo sviluppare la mia coscienza per capire

                        perché sono vivo, cos’è il mio corpo

                        e cosa devo fare per cooperare con i disegni

                        dell’universo.

                        Non mi piace la gente che accumula

                        informazioni inutili

                        e si crea false forme di comportamenti,

                        plagiata da personalità importanti.

                        Mi piace rispettare gli altri,

                        non per via delle deviazioni narcisistiche

                        delle loro personalità,

                        ma per come si sono evolute interiormente.

                        Non mi piace la gente la cui mente

                        non sa riposare in silenzio,

                        il cui cuore critica gli altri senza sosta,

                        la cui sessualità è perennemente insoddisfatta,

                        il cui corpo s’intossica senza saper apprezzare

                        di essere vivo.

                        Ogni secondo di vita è un regalo sublime.

                        Mi piace invecchiare perché il tempo dissolve

                        il superfluo e conserva l’essenziale.

                        Non mi piace chi per retaggi infantili trasforma

                        le bugie in superstizioni.

                        Non mi piace che ci sia un Papa che predica

                        senza condividere la sua anima con una Papessa.

                        Non mi piace che la religione sia nelle mani

                        di uomini che disprezzano le donne.

                        Amo collaborare e non competere.

                        Mi piace scoprire in ogni essere quella gioia

                        perenne che potremmo chiamare

                        “Dio interiore”.

                        Mi piace l’arte utile per guarire.

                        Non mi piacciono le persone eccessivamente

                        stupide.

                        Mi piace tutto ciò che provoca il sorriso.

                        Amo affrontare volontariamente

                        la mia sofferenza con l’obiettivo

                        di espandere la mia coscienza.

Anche questa poesia si può definire kalokagathìa, cioè bella e buona.

10

Finale

Siamo in piena “Età postcontemporanea”, nata intorno al 2010, quando finisce, pressappoco, l’età postmoderna. La velocità dei cambiamenti sociali, oggi, nel mondo è molto rapida grazie allo sviluppo della scienza, della tecnica, di internet e dei new media. Tutto ciò è palese perfino ai bambini ed è ben avvertito e conosciuto da tutti gli abitanti del mondo. Il progresso scientifico e tecnologico, non solo ha modificato la vita quotidiana delle popolazioni mondiali, ha anche trasformato il mondo del lavoro, delle banche e del commercio mondiale; ha anche mutato le interazioni sociali fra le persone comuni ed ha, anche, tramutato, le relazioni d’amore, etero e omosessuali. La maggioranza della gente, oggi, interagisce, soprattutto, attraverso i new media e i social network. Oggi viviamo in un mondo pieno di mass media che producono e trasmettono una grande quantità di notizie, di spettacoli e di informazioni che, ogni giorno, riempiono di letizia e di svago la vita di milioni di persone di tutto il mondo. La TV in particolare, con i suoi infiniti canali, trasmette sempre nuove notizie, nuovi spettacoli e dà, continuamente, nuove informazioni in tempo reale da tutto il mondo, cosicché è difficile abbandonare, ogni sera, la TV con le sue immagini, i suoi spettacoli, i telegiornali, i servizi speciali, gli approfondimenti culturali, gli intrattenimenti musicali, i talk show politici, le olimpiadi, i cartoni animati, i film, i concerti, i documentari che, quasi quasi, fanno dimenticare e abbandonare le bellezze della natura e della terra che già da sole fanno innamorare e ammirare la vita, istintiva, viva, tumultuosa e affascinante che si svolge ogni secondo in tutto l’Universo. Noi uomini siamo attaccati alla TV, ai new media, ai social network e alla vita come le telline sono attaccate agli scogli di mare. Se un teleutente sa cercare bene in tutte le TV, sia statali che private, trova, senz’altro, il ben di Dio del mondo dello spettacolo televisivo, della musica, dello sport, della cultura, della scienza, della tecnologia, della filosofia, dell’arte e della civiltà delle società postcontemporanee. Come ha cantato il celebre cantante Freddie Mercury nella sua ultima canzone prima di morire: “Queen The show must go on” (Lo spettacolo deve continuare, 1990). Inoltre, oggi, i mass media e la TV permettono grandi confronti ai politici, come le Interrogazioni parlamentari dove singoli deputati chiedono e reclamano risposte dal Governo in carica, e così si incentiva la Democrazia dello Stato, la Democrazia parlamentare e la Democrazia di tutta la Nazione italiana. Dunque le società postcontemporanee sono, secondo me, delle società veramente democratiche, ma piene anche di povertà e di crisi economiche che abbracciano e coinvolgono tutte le classi sociali. Anche gli approcci amorosi sono cambiati nel corso dei tempi: dalle società, classiche – moderne, lente e personali, agli amori delle società postmoderne più veloci e interpersonali, agli amori di oggi postcontemporanei rapidi, vari e frastagliati in famiglie etero e omosessuali. Oggi gli amori nascono, crescono e muoiono in un batti baleno. Il sesso prevale sull’amore e sui matrimoni e si formano e si compongono poche famiglie stabili e oneste. Anche in Italia, oggi, tra i giovani prevale il sesso accompagnato da fenomeni sociali letali come la morte di due giovani donne suicidatesi per non riuscire a sopportare l’onta di foto hard postate su internet, come i casi di Tiziana Cantoni e di Michela Deriu suicidatasi pochi giorni fa a Porto Torres. Inoltre prevalgono ingestibili fenomeni di sopruso a danno di giovani ragazze nei social network, come è successo a Modena all’inizio di novembre c.a. ad un gruppo di ragazze che sono state ricattate e vilipese da altrettanti ragazzi, che hanno postato foto compromettenti delle loro coetanee su internet. Un altro episodio simile, sconcertante, è successo pochi giorni fa anche al liceo “Virgilio” di Roma dove molti studenti della Roma bene hanno mischiato e praticato sesso e droga coinvolgendo le famiglie degli studenti, la preside del liceo e, perfino, la Ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli.

II

Per fortuna le donne di molti Stati democratici hanno reclamato e difeso la parità di genere e la parità economica come è avvenuto a Taormina nel G7 di genere che si è svolto il 6 e 7 giugno 2017, sotto la guida di Maria Elena Boschi. Un altro fenomeno sociale positivo, questa volta, che è venuto alla ribalta in questo ultimo mese è stato, senza dubbio, la rivolta di molte attrici americane che hanno denunciato un molestatore subdolo e assiduo (scandalo di Harvey Weinstein). La rivolta di questo primo caso, scoppiato negli USA, è poi dilagata anche in Europa, dove molte altre donne del mondo della politica hanno trovato il coraggio di denunciare i loro molestatori vicini e conosciuti. Anche in Italia molte donne e attrici hanno trovato il coraggio, la volontà, la fermezza di svelare e denunciare un noto regista italiano e presunto molestatore: Fausto Brizzi. Mi sembra giusto che le donne non subiscano più le molestie e violenze sessuali. Credo che ciò debba essere un esempio e un monito per denunciare anche le molestie e gli abusi sessuali che avvengono dentro le case. Infatti pedofili e orchi entrano, di nascosto, e, subdolamente, ignominiosamente e maleficamente, nel silenzio e nel buio delle stanze private e familiari, si aggirano, si infiltrano e si ficcano dentro i letti dei bambini innocenti, commettendo abusi sessuali sui bambini, oppure su ragazzine e ragazzini che vengono ingannati e raggirati tramite i social network. Che questi esseri abominevoli siano condannati, dannati, vessati, segregati, angariati, seviziati e sodomizzati dai diavoli per l’eternità.

III

L’amore, dunque, secondo me, si sta sempre di più divaricando tra l’amore profano terreno e l’amore sacro, romantico e idillico, come viene idealizzato dalla pubblicità e dalle agenzie d’amore online. Oggi la maggioranza dei giovani preferisce l’amore terreno e caduco e si allontana sempre di più dall’amore idealizzato e celeste di un tempo. Io, Biagio Carrubba, non patteggio per l’amore sacro e idealizzato ma sostengo e difendo, soltanto, l’amore carnale, carnoso, passionale, concreto e terreno ma pulito e legalizzato, casto e puro delle buone e tante famiglie italiane, che sono alla base della sana società italiana postcontemporanea. Io sostengo e difendo l’amore che porta gioia, benessere, armonia, fortezza e felicità a tutti i giovani e a tutti gli uomini e le donne che amano con sincerità e fedeltà. Infatti credo che solo l’amore forte, autentico, fedele, onesto può vincere l’amore fedifrago, disonesto, malefico, deviato e perverso dei maniaci e degli infedeli. Allora come la poesia d’amore postmoderna descriveva, interpretava ed illustrava l’amore dei giovani postmoderni e delle famiglie postmoderne così, oggi, la poesia d’amore postcontemporanea deve cantare, decantare, elogiare l’amore sobrio, genuino, fedele, sincero, armonico ed edificante dei giovani postcontemporanei e delle famiglie postcontemporanee. Io, Biagio Carrubba, penso che la poesia d’amore postcontemporanea debba diventare il riflesso delle società postcontemporanee e dell’amore postcontemporaneo. Penso, inoltre, che la poesia d’amore postcontemporanea debba saper costruire e fortificare l’umanità e non deve contribuire alla sua distruzione, come fanno le guerre e gli odi tra le grandi nazioni del mondo e tra i singoli cittadini all’interno delle proprie case e delle proprie città. Penso, infine, che la poesia d’amore postcontemporanea debba essere à la page, cioè al corrente delle ultime novità in fatto di amore postcontemporaneo; deve illustrare, interpretare, esplicare ed esprimere le forme dell’amore postcontemporaneo di oggi. Deve, insomma, suscitare nei lettori i loro sentimenti più forti e rafforzare la loro resilienza per affrontare i pericoli di ogni giorno con maggiore amore e resistenza. Infine mi chiedo: che cosa può fare la poesia d’amore postcontemporanea dinanzi ad un mondo, impoetico e crudele così fatto? Niente!!! Non può cambiare assolutamente niente. Però, secondo me, può influire positivamente sull’apprendimento psichico e sul percorso individuale, creativo e inventivo, di ciascuno di noi. Infatti la poesia può migliorare lo sviluppo della personalità e può rendere più sensibile e positivo l’atteggiamento dei lettori verso la vita e verso gli altri e può fortificare e rafforzare la gentilezza e l’anima bella di ogni lettore di poesia.

Modica 23/ 09/ 2020                                                 Prof. Biagio Carrubba

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