Berlusconi, come si sa, si è costruito nel tempo la sua maschera carnevalesca personale: “la berlusconiana” ovvero la maschera di Berlusconi. L’antenato più famoso di questa maschera è Pantalone, un anziano commerciante attaccato al denaro e brontolone. A queste caratteristiche originarie di Pantalone, Berlusconi ha aggiunto due caratteristiche sue personali che lo differenziano dalla maschera atavica. Queste due caratteristiche sono: la sua nanità e la sua sfrenata ambizione politica che lo hanno differenziato da tanti politici italiani che in questi vent’anni hanno calcato la scena della politica italiana. Ma Berlusconi, in questi vent’anni, è stato il politico più tipico e degenerativo della politica italiana tanto da trasformare la sua personalità ambigua ed ambivalente nella sua maschera attuale. Ciò che ne è venuto fuori è che Berlusconi con la sua maschera rappresenta, interpreta e mimetizza il politico italiano più ridicolo che con il suo agire contraddittorio ed eversivo è andato e va contro tutti e ha trasformato la serietà in parodia e ridicolezza. Se nella teoria di Bachtin il riso del popolo spezza la serietà del potere e quindi costituisce un momento liberatorio del popolo, nella politica italiana, l’immagine di Berlusconi è quella della risata fragorosa e polifemica che aggrava ancora di più la pesantezza della situazione politica, rendendolo un personaggio grottesco e semiserio. Bachtin afferma che il riso “non lega l’uomo: lo libera… così se l’indignazione, l’ira, lo sdegno, sono sempre unilaterali e fonte di separazioni e divisioni, il riso invece unifica e non può dividere” invece nell’azione malefica di Berlusconi il suo riso diventa polifemico prima di mangiarsi i compagni di Ulisse. In sintesi in questo ventennio B. è riuscito a rovesciare l’Italia.
Prendendo spunto dalla famosa teoria di Michail Bachtin, il quale rivaluta in modo autentico e rivoluzionario il carnevale come periodo in cui le risate ed il riso mettono a soqquadro il mondo serio e gerarchico della società ufficiale e quindi sovvertono i suoi valori ufficiali e danno al riso un significato trasgressivo e liberatorio rispetto all’oppressione del potere io, Biagio Carrubba, credo che attualmente questa teoria non si possa applicare alla situazione politica italiana dominata, violentata dall’uomo politico e politicante Silvio Berlusconi. Mentre per Bachtin la risata ha un valore liberatorio perché sovverte e toglie autorità al potere nel caso italiano invece le rise nascoste di B. non sono risate liberatorie e trasgressive come nel caso del popolo nei riguardi del potere ma sono dei ghigni maligni e sinistri da parte del politico ai danni del popolo beffeggiandolo così come ha fatto in vent’anni. Nella conclusione, Bachtin non ripudia né la risata né la serietà: “il riso autentico, ambivalente e universale, non esclude la serietà, ma la purifica e la completa. La purifica dal dogmatismo, dall’unilateralità, dalla sclerosi, dal fanatismo e dalla perentorietà, dall’ingenuità e dall’illusione, dalla fissazione nefasta e unilaterale, e dal banale esaurimento. Il riso fa sì che la serietà non si fissi e non rimanga ancorata a un’integrità incompiuta. Ristabilisce un’integrità ambivalente (Rabelais e il mondo della cultura popolare -Bachtin 1965, p.135)”.
II
Poesia serpente. Calligramma.
Da più di alcune settimane,
l’Italia è travolta e devastata
da scontri di piazza e scioperi
tra manifestanti e polizia
tra forconi e popolazione civile
tra studenti e forza dell’ordine
con contusi da ambo le parti.
In questo trambusto sociale e civile
Berlusconi, invece di essere
rinchiuso in carcere
come meriterebbe e dovrebbe,
se ne sta tutto beato e serio
nella sua villa di Arcore
a ridere e gozzovigliare
alla faccia della giustizia italiana
che prima lo ha condannato,
ma ora non osa sbatterlo in galera.
Ride perchè nessuno osa toccarlo
anzi lancia anatemi contro tutto
e contro tutti:
contro la Magistratura
contro il Capo dello Stato Napolitano
di cui chiede l’impeachment.
Notizia straordinaria:
è stato arrestato Berlusconi!
E’ lui l’impiccato!
Berlusconi, l’uomo più ridicolo,
e più buffo del mondo,
ha rovesciato l’Italia
rendendola umiliata e offesa.
La sua risata sardonica e polifemica
è quella di Polifemo quando ride
prima di mangiare i compagni di Ulisse
Lui, che in qualità di pluripregiudicato
dovrebbe stare “zitto e mosca”,
lancia scomuniche contro il comunismo,
definendolo ancora una volta
“ideologia criminale”,
mentre io, Biagio Carrubba,
asserisco che il berlusconismo
è stata ed è un’ideologia criminogena
e depauperizzante
perché nel giro di venti anni
ha reso l’Italia
povera e misera
miserabile e infelice.
Che Dio abbia pietà e misericordia
di lui e di tutti gli italiani.
III
La triste condizione dell’Italia mi porta a parlare ancora una volta dell’uomo politico che negli ultimi vent’anni ha portato l’Italia nel punto più basso della sua storia, tanto che è riuscito a metterla a soqquadro e capovolgerla dai piedi, facendola camminare a testa in giù dove la testa e la gamba sono i pochi ricchi e i grandi proprietari che sostengono il corpo, cioè la maggioranza del popolo che agita i piedi in aria.
Vorrei parlare di altro e di altri, ma sono tanto ossessionato da questo uomo politico, il quale con la sua arroganza e megalomania da dieci anni a questa parte ha occupato il 70% della politica italiana, il 50% della vita sociale italiana e il 90% della vita televisiva e mediatica italiana condizionando la vita degli italiani compresa la mia che risulto ossessionato da questa ingombrante presenza politica. Insomma a politici seri e preparati da vent’anni abbiamo a che fare con un politico buffo, comico carnevalesco che ha abbassato il livello serio e solenne dell’Italia attuale rendendola semiseria e carnevalesca.
Come spesso accaduto nella storia d’Italia nei periodi di maggior crisi sociale, politica e generale il sacro ed il profano, l’alto e il basso, la serietà e la comicità si mescolano in un solo complesso ed amplesso sociale tra il serio ed il faceto, tra il buffonesco e la drammaticità del tempo reale, dove è difficile estrinsecare e separare da un lato il serio ed il competente e dall’altro lato la parodia, il buffonesco ed il ridicolo. Credo, per l’appunto, che oggi viviamo in un’Italia dove la tragedia si mischia con il ridicolo, il dramma con la parodia, il riso con il pianto ed il puro con la volgarità del popolino. L’uomo che in questi vent’anni ha personificato quest’Italia ambigua e ambivalente è stato senza dubbio Silvio Berlusconi, il quale con le sue incapacità di ambizioso e ambiguo ha dimostrato le sue inabilità di politico e politicante e l’incapacità a governare l’Italia. Ha soprattutto mostrato la sua peculiarità di uomo furbesco e furfante che è riuscito in modo sorprendente e sconcertante a raggiungere la più alte cariche dello Stato italiano.
Tutta questa invasione da parte di Berlusconi nella vita privata dei cittadini ha creato uno svuotamento, uno scuotimento e uno snervamento in tutti gli italiani. Insomma B. ha ucciso la libertà psicologica e morale dei cittadini e se non fosse stato espulso dal Parlamento avrebbe avvelenato anche la democrazia ed ucciso la libertà europee.
Modica, 20 dicembre 2013
Biagio Carrubba
Il professore Biagio Carrubba
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