I
La seconda grande opera poetica di Giovanni Pascoli è “Primi poemetti”. L’epigrafe latina è “PAULO MAIORA”. L’opera poetica è dedicata alla sorella Maria “A Maria Pascoli”. La prima edizione è del 1897 e si intitolava soltanto “Poemetti” e comprendeva solo 20 testi. La seconda edizione è del 1900 e conteneva 45 testi. La terza edizione è del 1904 e prende il titolo definitivo di “Primi poemetti”. La quarta ed ultima edizione è del 1907, ma non aggiunge niente di rilevante. La prefazione spiega e chiarisce le intenzioni e il significato dell’opera poetica. L’opera riprende, ancora una volta, l’importanza che ha la natura per il poeta. “Io dico: O Madre Natura, siamo grazie a te che anche del male ricavi per noi il bene. Noi, mansueta Maria, abbiamo a lungo camminato per l’erta viottola del dolore, e ci siamo anche stancati, o Maria, molto; ma la passeggiata ci ha dato un giovanile appetito di gioia.” (Citazione presa dal libro. Pascoli. Tutte le poesie. Newton. I MAMMUT. Pag. 101). Anche il secondo tema del mistero viene ripreso da Myricae, ma questa volta acquista un significato e una profondità ben maggiore. “Vorrei che voi osservaste con me, che a vivere discretamente, in questo mondo, non è necessario che un po’ di discrezione. Vorrei che pensaste con me che il mistero, nella vita, è grande e che il meglio che ci sia da fare, è quello di stare più stretti più che si possa agli altri, cui il medesimo mistero affanna e spaura. E vorrei inviarvi alla campagna”. (Citazione presa dal libro. Pascoli. Tutte le poesie. Newton. I MAMMUT. Pag. 101). Pascoli individua il terzo grande tema della raccolta nella solidarietà internazionale fra tutti gli uomini così come un popolo di rondoni, un popolo bellicoso e straniero, porta da mangiare ai rondinini. “Un rondone porta un po’ di aiuto ad una rondinella, ad una rondine d’altra nazione e razza, che ha forse troppi figlioli e troppo da fare e poco da mangiare. Carità…. Internazionale. Uomini, dirò come in una favola per bimbi: uomini, imitate quel rondone. Uomini, insomma, contentatevi del poco e amatevi fra di voi nell’ambito della famiglia, della nazione e dell’umanità”. (Citazione presa dal libro. Pascoli. Tutte le poesie. Newton. I MAMMUT. Pag. 102). L’opera poetica è composta da 6 sezioni.
La prima sezione ha, per titolo, La sementa, e contiene 9 componimenti poetici.
La seconda sezione ha, per titolo, Il bordone – L’aquilone, e contiene 11 componimenti poetici.
La terza sezione ha, per titolo, Il vecchio castagno e contiene un solo componimento poetico.
La quarta sezione ha, per titolo, L’accestire e contiene 9 componimenti poetici.
La quinta sezione ha, per titolo, I due fanciulli – I due orfani e contiene 12 componimenti poetici. La sesta sezione ha, per titolo, Le armi e contiene un solo lungo componimento poetico.
La settima sezione comprende il lungo componimento poetico Italy. Sacra all’Italia raminga.
II
L’opera poetica racconta la storia di una famiglia contadina che svolge i lavori agricoli della campagna. Pascoli descrive i lavori dei contadini dall’alba al tramonto; descrive, inoltre, i lavori di campagna stagionali: dalla semina alla raccolta. I personaggi sono: Rosa, la sorella maggiore; Viola, la sorella minore, e i due fratelli più piccoli: Nando e Dore, guidati da un capo famiglia. Al centro della storia c’è l’innamoramento di Rosa per Rigo, un cacciatore. Parallelamente a questa storia, Pascoli ha composto altri componimenti poetici fra cui: “L’aquilone” (poesia n. 20), “Suor Virginia” (poesia n. 9), “I due fanciulli” (poesia n. 31), “Nella nebbia” (poesia n. 32), “La grande aspirazione” (poesia n. 33), “L’immortalità” (poesia n. 34), “Il libro” (poesia n. 35), ed altri. Oltre questi temi, Pascoli ha introdotto dei personaggi allegorici come nelle poesie: “Il cieco” (poesia n. 37) e “L’eremita” (poesia n. 38). L’opera poetica “Primi poemetti” termina con il poemetto “Italy” Sacro all’Italia raminga, che narra la storia di una famiglia italiana emigrata in America, ma costretta a rientrare in Italia perché una figlia della famiglia si ammala e quindi tutta la famiglia deve rientrare in Italia per ridare alla bimba il clima mite e salubre dell’Italia. Gli emigranti maledicono l’Italia, perché in essa non hanno trovato lavoro, ma Pascoli invita gli emigranti a non maledire l’Italia perché un giorno essa accoglierà tutti e darà lavoro a tutti con questi bei versi. XVIII strofa.
Non maledite! Vostra madre piange
su voi, che ai salci sospendete i gravi
picconi, in riva all’Obi, al Congo, al Gange.
Ma d’ogni terra, ove è sudore di schiavi
vi sotterra ove è stridor di denti,
dal ponte ingombro delle nere navi,
vi chiamerà l’antica madre, o genti,
in una sfolgorante alba che viene,
con un suo grande urlo ai quattro venti
fatto balzare dalle sue sirene.
Pascoli, nel finale del poemetto, fa morire la nonna, mentre in realtà è la bambina malata che muore. Pascoli descrive la morte della bambina con questi bei versi. XIX strofa.
Non piangere, poor Molly! Esci, fa piano,
lascia la nonna lì sotto il lenzuolo
di tela grossa ch’ella fece a mano.
T’amava, oh! Sì! Tu ne imparavi a volo
qualche parola bella che balbetti:
essa da te solo quel die die, solo!
Lascia lì Doll , lasciali accosto i letti,
piccolo e grande. Doll è savia, e tace,
né dorme: ha gli occhi aperti e par che aspetti
che li apra l’altra, ch’ora dorme in pace.
Tutta l’opera poetica è composta in terzine di endecasillabi a rime incatenate.
III
I componimenti poetici più belli, secondo me, sono quelli che il Pascoli scrisse in ordine sparso, quindi fuori dalla tematica dei contadini e del romanzo agreste e georgico. Il primo capolavoro assoluto è, sicuramente, secondo me, “L’aquilone” che viene dopo ad altri due componimenti, molto belli e forti, che sono: “Il soldato di san Piero in campo” e “Digitale purpurea”. Nella quarta sezione “L’accestire”, notevole è il componimento “La siepe”. Ma la sezione che contiene i componimenti più belli è la quinta sezione “I due fanciulli – I due orfani”. I temi principali di questa sezione sono due: Il Mistero e La pace internazionale come nel primo poemetto della sezione che ha per titolo “I due fanciulli”. Ecco i versi finali del poemetto “I due fanciulli”. III strofa.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo è il mistero; e solo chi procaccia
d’aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! e fate che le braccia
Ch’ora o poi tenderete ai più vicini,
non sappiano la lotta e la minaccia.
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
quando non vista, sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.
Dopo questo componimento poetico segue la bellissima poesia “Nella nebbia” che è un componimento poetico simbolico. Poi segue un’altra bella poesia “La grande aspirazione” e il componimento “L’immortalità” anch’esso molto bello. Poi seguono tre bellissimi componimenti poetici: “Il libro”, “La felicità” e “Il cieco” che per me, B. C., è il componimento più bello dell’intera opera poetica. Il cieco è un personaggio allegorico e simboleggia l’intera umanità, che è cieca difronte al mistero dell’universo e della vita. Il cieco non sa da dove è venuto e non sa dove dovrà andare, così anche l’umanità non sa da dove è venuta e non sa dove andrà e non sa che fine farà. Il cieco ha perso il cane che lo guidava su questa Terra, così anche l’umanità ha perso la scienza che la guidava verso la pace e la felicità. Il cieco si rivolge a Dio per sapere dove andare e per sapere cosa fare. Ma Dio non risponde e tace, inspiegabilmente e immobilmente. Ecco i versi del poemetto, nei quali Dio non risponde al cieco. Ecco i versi tremendi della VI strofa.
Ma forse uno (Dio) m’ascolta; uno mi vede,
invisibile. Sé dentro sé cela.
Sogghigni? Piangi? M’ami? Odii? Siede
In faccia a me. Chi che tu sia, rivela
chi sei: dimmi se il cuor ti si compiace
o si compiange della mia querela!
Egli mi guarda immobilmente, e tace.
Il poemetto “Il cieco” si conclude con questi bei versi che esprimono il rammarico, tutta la desolazione, la disperazione e la perplessità del cieco difronte alla Morte che lo chiama a sé. IX strofa.
Così piangeva: e l’aurea sera nelle
rughe gli ardea del viso; e la rugiada
sopra il suo capo piovvero le stelle.
Ed egli stava, irresoluto, a bada
del nullo abisso, e gli occhi intorno, pieni
d’oblio, volgea; fin ch’- io so la strada –
una, la Morte, gli sussurrò – vieni! –
IV
Date di composizione di alcuni componimenti poetici dei “Primi poemetti”.
- L’aquilone. Il componimento poetico fu pubblicato il 15 – 1 – 1900 sulla “Rivista d’Italia”.
- La siepe. Pubblicato nel 1897.
- Il cieco. Pubblicato il 10 – 8 – 1896 su “La vita italiana”.
- Il libro. Pubblicato il 2 – 9 – 1896 su “Il Marzocco”.
- La grande a spirazione. Pubblicato nel 1897.
- L’immortalità. Pubblicato il 16 – 12 – 1896.
- La felicità. Pubblicato il 4 – 4 – 1897 su “Il Marzocco”.
- Nella nebbia. Pubblicato il 28 – 11 – 1897 su “Il Marzocco”.
- Italy. Pubblicato nel 1904.
- Digitale purpurea. Pubblicato il 20 – 3 – 1898 su “Il Marzocco”.
- Suor Virginia. Pubblicato nel 1903 su “La riviera ligure”.
Modica 26 luglio 2019 Prof. Biagio Carrubba
Rivisto e riordinato oggi 30 giugno 2023
Rivisto e pubblicato oggi 04 luglio 2023
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